Valentino Rossi, i 10 sorpassi migliori della sua carriera

20/04/2015 di Maghdi Abo Abia

Valentino Rossi ed i sorpassi. Una storia lunga 19 anni, gli stessi dell’impegno del Dottore nel Motomondiale. La durezza delle sue azioni, vedi l’ultima su Marquez, ha sempre diviso i tifosi tra coloro che ritengono Valentino al limite del regolamento e chi invece lo crede un grandissimo manico capace di calcolare le manovre al millimetro. Per questo abbiamo messo in fila i 10 sorpassi più belli della carriera di Valentino Rossi nella sua carriera. Con una nota: certo potranno essere “vigorosi”, ma nessuno è simile a quello di Loris Capirossi ai danni di Tetsuya Harada, Argentina 1998, una mossa forse andata al di là del lecito da parte dell’italiano che conquistò così il titolo che sembrava ormai in mano al giapponese.

Valentino Rossi, i 10 sorpassi migliori della sua carriera
(Gettyimages)
  • BRNO, REPUBBLICA CECA, 1996: LA PRIMA VITTORIA

La prima cavalcata del Dottore, all’epoca ancora studente, si compie a Brno. In Repubblica Ceca. Jorge “Aspar” Martinez, diventato poi uno dei team manager più forti del motociclismo moderno, passa Rossi all’inizio dell’ultimo giro. L’allora ragazzo di Tavullia risponde dopo poche curve riacchiappando la prima posizione per poi perderla nuovamente sempre su Martinez. Prima dell’ultima discesa il capolavoro. In scia, molla la staccata finale che non lascia scampo allo spagnolo. Terzo posto per Tomomi Manako. All’epoca era in sella ad una 125 Aprilia in squadra con Luca Boscoscuro, impegnato nel Campionato 250. Il loro team manager era Giampiero Sacchi, che prima ha gioito e poi si è spaventato perché Rossi, impegnato nei festeggiamenti, a momenti si schianta sul muretto dei box. Si vede già da subito il talento nei sorpassi. Un tentativo solo, quasi sempre a segno.

  • JEREZ DE LA FRONTERA, SPAGNA, 1998: GLI INIZI: TRE SORPASSATI IN UNA STACCATA!

Per i romantici del Motociclismo. Rossi sale in 250 dopo aver vinto il Mondiale 125 del 1997 ed a Jerez dà la sua visione del motociclismo. Sul lungo rettilineo che porta al tornante Dry Sack (lo stesso della botta di Schumacher a Villeneuve l’anno prima) il Dottore, quarto in fila dietro Loris Capirossi, Olivier Jacque e Stefano Perugini, tira giù una staccata da applausi che lo porta in uscita dal tornante al primo posto. La gara verrà vinta da Capirex sullo stesso Valentino Rossi.

  • SUZUKA, GIAPPONE, 2001: IL DITO MEDIO CHE METTE A POSTO OGNI COSA CON BIAGGI

Tutto in pochi istanti. Nel mezzo della bagarre Max Biaggi in uscita dall’ultima curva prima del traguardo “accompagna” la Honda 500 gialla del numero 46 sul prato allargando il gomito. Valentino Rossi dirà in seguito che il gesto ha messo a repentaglio la sua vita. Rossi poco dopo si riprende la rivincita, risale in gruppo e sul rettilineo iniziale passa Biaggi a pochi millimetri ad oltre 200 all’ora facendogli il dito medio guidando con una mano lungo la curva 1 di Suzuka, una delle curve più difficili del motorsport mondiale!

 

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  • JEREZ DE LA FRONTERA, SPAGNA, 2005: LE SPORTELLATE CON GIBERNAU

Sete Gibernau sulla Honda ufficiale della buonanima di Daijiro Kato (morto due anni prima a Suzuka) sembra vivere una seconda giovinezza. Il ritorno alla realtà arriva “grazie” al Dottore che all’ultima curva del circuito andaluso entra in uno spazio lasciato colpevolmente aperto dallo spagnolo. Gibernau anziché pinzare il freno e provare un incrocio finisce sul fianco della Yamaha numero 46 e si accomoda nella via di fuga. Il botto lo segnerà per il resto della carriera.

  • ASSEN, OLANDA, 2002: LA SFIDA CON BARROS ED IL TRIONFO

Ok, non si può parlare di grande sorpasso quando sei in sella alla RC211V ed il tuo avversario sta spingendo su una NSR500 a fine sviluppo al debutto dell’era Motogp. Ma Alex Barros, brasiliano, in moto ci sa andare ed ha già vinto a Assen nel 2000. Rossi rimane per 10 giri dietro la Honda nera numero 4 seguendola come un’ombra per poi staccarla con una manovra decisa sul rettilineo finale. Poi Barros salirà a sua volta su una RC211V e aumenterà il nostro dispiacere a pensare che, nato nel 1970, era già a fine carriera.

  • MUGELLO, ITALIA, 2006: LA STACCATA ALLA SAN DONATO SU CAPIROSSI

Rossi in sella alla Honda emoziona alla curva San Donato nell’ultimo giro del Gp d’Italia 2006 su Loris Capirossi. Il copione è sempre lo stesso. Allungo, velocità, uscita dalla scia, staccata e ciao.

  • MONTMELÒ, SPAGNA, 2009: LORENZO E QUEL PERTUGIO CHE NON TI ASPETTI

L’ultima curva del circuito del Montmelò è parecchio complessa. Da percorrere in velocità, sembra sia dotata di un’unica scia possibile. Sembra. Perché Rossi all’ultimo giro, incollato a Lorenzo, esce e chiude all’interno inventando un passaggio impossibile che lascia quasi paralizzato il maiorchino costretto ad accodarsi. Anni dopo la stessa manovra, stavolta ai danni di Rossi, verrà compiuta da Andrea Dovizioso ma non verrà celebrata con questi toni.

  • TERMES DEL RIO HONDO 2015, ARGENTINA: E MARQUEZ VA PER CAMPI

L’ultimo sorpasso “discusso”. Valentino Rossi va davanti a Marquez e lo spagnolo batte contro il posteriore della Yamaha numero 46. Il numero 93 rotola per terra e perde così la possibilità di continuare. Si parla di responsabilità da parte di Rossi ma è Marquez che, forse, chiude troppo sul pilota di Tavullia. In un certo senso Rossi restituisce il “favore” dello spagnolo a Laguna Seca.

  • LAGUNA SECA 2008, USA, IL “FATTACCIO” DEL CAVATAPPI

Ed a proposito di Laguna Seca. Il sorpasso su Casey Stoner. Dritto per dritto, un po’ asfalto, un po’ cordolo, un po’ sabbia, un po’ spalla. Rossi in discesa passa e lascia sul posto l’australiano che impazzirà dietro questa manovra da lui giudicata al limite. E dire che è stato Stoner stesso a lasciare spazio. Rossi si è buttato come una furia e sarebbe bastato per la Ducati numero 1 pinzare un po’ di più il freno…

  • WELKOM 2004, SUDAFRICA, LA PRIMA VITTORIA CON YAMAHA

Nessun commento, se non le lacrime di Valentino Rossi al termine della gara forse più bella dell’epoca MotoGp. Secondo Max Biaggi con la Honda Camel di Sito Pons, al termine di una battaglia che in un certo senso “riappacifica” i due.

(Photocredit copertina JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images)

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