Valeria Solesin, gli sciacalli e la lezione che non abbiamo imparato
25/11/2015 di Stefania Carboni
Non sono bastate le lacrime di Piazza Venezia. Non è bastata la cerimonia aperta alle donne e agli uomini di ogni credo. Non è bastata la dignità composta della sua famiglia. Su Valeria Solesin il complottismo è continuato anche nella giornata dei suoi funerali. E non solo quello.
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La ragazza, secondo il Giornale, per esempio è diventata un “simbolo che fa gola a tanti”.
Tra questi spiccano appunto i vertici di Emergency che ieri hanno rilasciato decine di interviste, sottolineando sempre che Valeria «è stata una nostra attivista». Una circostanza vera, anche se limitatissima nel tempo e risalente a un’epoca in cui Valeria era poco più di una ragazzina.Ma è bastata questa minima frequentazione per far sentire Cecilia Strada legittimata a postare una foto antichissima di Valeria durante una «riunione nella sede Emergency di Trento».
Critica legittima quella dal quotidiano anche se il ricordo della associazione di Strada è stato misurato. Molti però non l’hanno capito. O voluto capire.
La ragazza italiana morta al Bataclan è diventata il pupazzetto di strilli di giornale, corsivi, dibattiti tv e sedicenti Ispettori Gadget in erba. C’è stato perfino tempo e inchiostro per attaccare determinate associazioni gridando “allo sciacallo” o a chissà quali disegni attorno alla morte della povera ragazza.
Bastava sfogliare i giornali di ieri per captare domande e risposte sul «rispondere al terrorismo per Valeria» e sul «rispondere al terrorismo anche se Valeria era una shampista». In mezzo lei e il dolore di una famiglia, attorno persone che gareggiavano a chi ce lo aveva più lungo sul tema.
Quando un messaggio deve uscire forte e chiaro, nel ricordo e nel volere di una persona che ora non c’è più, spesso capita che ci sia un sottofondo fastidioso, di opinionismo e saccenteria. La prossima volta isolate quel rumore, voi lettori, ignoratelo e fermatevi sul messaggio. Quello che chi vuole bene a Valeria voleva dare. Bastava semplicemente rimanere composti. Composti come le persone di Piazza San Marco.
Anche stavolta non abbiamo imparato nulla.