Vatileaks 2, Bisignani su Chaouqui e Balda: «Sono stato il primo a parlare di corvi, ma loro…»
01/12/2015 di Redazione
«Mah… quei due li ho visti una volta sola, e non insieme. Sinceramente né l’uno né l’altra mi hanno dato l’impressione di essere quei grandi protagonisti di intrighi come vengono disegnati ora sulla stampa…». Si esprime così Luigi Bisignani su monsignor Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, accusati di aver fornito documenti riservati del Vaticano ai giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi.
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VATILEAKS 2, BISIGNANI: «CHAOUQUI? UNA PERSONA NORMALE» –
Bisignani è stato tirato in ballo proprio da Balda nella sua memoria difensiva. Ma in un’intervista rilasciata a Franco Bechis per Libero, il faccendiare, smentisce di aver avuto un rapporto sia lui che la Chaouqui:
Quando ha incontrato Francesca Immacolata Chaouqui?
«Pensi che lei nel 2013 aveva fatto una intervista a Panorama dicendosi onorata di non avermi mai conosciuto. E invece poi – in tempi più recenti – me l’ha presentata la contessa Olori Del Poggio, che è stata la mia prima editrice: mi diede il primo lavoro da giornalista quando avevo 18 anni».
Che impressione le ha fatto?
«Una persona normale, non certo la figura di una Mata Hari. Vedendola peraltro ho pensato che il suo fotografo era un eccellente ritrattista…».
Un modo raffinato per dire meno appariscente che in foto? «Sicuramente meno».
Di che parlaste lei e la Chaouqui?
«Sicuramente del giornale della Olori del Poggio, che si chiama Diplomatia, forse qualche chiacchiera di giornata. Ma non ricordo davvero di altro».
VATILEAKS 2, BISIGNANI: «BALDA? INCONTRATO UNA SOLA VOLTA» –
E ancora:
Ha frequentato monsignor Balda?
«L’ho visto una volta sola. Mi sponsorizzava una attività da fare a Lampedusa con suo prete spagnolo, tale Angel Garcia che nel 1962 nelle Asturie aveva fondato i Messaggeri della Pace».
Lo ha aiutato?
«Chiesi informazioni in Vaticano. Mi dissero che era meglio lasciare perdere, e così non l’ho più sentito. Forse per quello mons. Balda ce l’ha con me. Forse anche perché sono stato il primo a parlare dei corvi, il primo a dire che il Papa non aveva alcun tumore, il primo a rivelare l’hackeraggio fatto sul computer del revisore dei conti vaticani, Libero Milone».
(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit: ABACAPRESS.COM)