Legge Lorenzin, il Veneto sposta la scadenza per presentare la documentazione vaccinale al 2019

04/09/2017 di Redazione

In Veneto i bimbi che non hanno la documentazione vaccinale in regola non corrono nessun rischio di restare fuori da asili e materne fino al 2019. Lo ha stabilito il decreto che predispone le “indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin”, firmato dal direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan. Alla base della misura ci sono le incongruenze nell’applicazione della legge Lorenzin, rilevate dai tecnici veneti.

Il Veneto ha già presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge che impone l’obbligo vaccinale e – in attesa di un riscontro della Consulta – ha stabilito di prorogare i termini per la consegna della documentazione vaccinale. Il nodo della questione è la frequentazione di nidi e materne da parte dei bambini non in regola (per esserlo, basta aver un’autodichiarazione dei genitori, in cui si comunica di aver prenotato le vaccinazioni). Dal decreto attuativo della legge Lorenzin sembrava che fino all’anno scolastico 2019-2020 nessun bambino sarebbe rimasto escluso dalle aule scolastiche, ma nelle circolari diffuse qualche giorno fa dai ministeri di Istruzione e Salute le cose sembrano stare in modo diverso: l’iscrizione di chi è in regola non decade, ma i bambini dagli 0 ai 6 anni non potranno frequentare gli istituti.

IN VENETO PROROGATI I TERMINI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE VACCINALE

Il Veneto è il primo posto dove è esploso il caos lo scorso venerdì: a Verona, infatti, un’ordinanza comunale ha anticipato il termine di consegna della documentazione vaccinale per i piccoli iscritti ai nidi dal 10 settembre (in realtà 11, essendo il 10 domenica) al 21 agosto. Così 4 bambini non in regola sono stati prima accolti nei nidi comunali e poi rimandati a casa, con grande polemica delle associazioni free vax. In molti sono corsi ai ripari e hanno presentato l’autocertificazione, ma questa mattina il Comune ha schierato davanti agli ingressi i vigili al fianco delle maestre. L’assessore alla Sanità della Regione Veneto, Luca Coletto non ha condiviso la scelta dell’amministrazione di centrodestra di Verona – «un eccesso di zelo e niente più» – e ha criticato la politica sui vaccini del governo: «É evidente che il governo centrale ha dato una spinta eccessiva nello stringere i tempi per la questione vaccinazioni», critica Coletto. «La regione Veneto aveva già fatto ricorso contro il decreto, ora parte quello contro la legge che stabilisce l’obbligo delle vaccinazioni, o della prenotazione nelle Asl, entro l’11 settembre».

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Evidentemente, invece, non è stato necessario presentare alcun ricorso. I tecnici del Veneto, infatti, hanno riscontrato delle incongruenze nella legge Lorenzin, che non renderebbero chiari i tempi di applicazione della decadenza dell’iscrizione a materne e nidi. La contraddizione è tra quando espresso nella legge nazionale 119/2017, all’articolo 3 comma 3: “per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la presentazione della documentazione di cui al comma 1 costituisce requisito di accesso”. E quanto invece si legge nell’articolo 3 bis che descrive le misure per l’anno scolastico 2019-2020, al comma 5: “Per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la mancata presentazione della documentazione di cui al comma 3 nei termini previsti comporta la decadenza dall’iscrizione”. I due articoli, quindi, non chiariscono se i bimbi non in regola con la documentazione vaccinale debbano essere esclusi dal frequentare le strutture anche in questi due anni scolastici, 2017-2018 e 2018-2019, in cui si applicherà il regime transitorio. Dal 2019-2020, invece, non ci sono dubbi: la legge prevede la decadenza dell’iscrizione per tutti i bambini non vaccinati (e non esonerati).

Tutte le altre misure previste dalla legge Lorenzin e dal decreto attuativo, restano validi in Veneto: gli inadempienti riceveranno sollecitazioni da parte della Aulss ed eventualmente sanzioni amministrative-pecuniarie. Nel frattempo la Regione ha già fornito alle aziende sanitarie locali il modello per l’autocertificazione e sta organizzando colloqui con i genitori che non vogliono vaccinare i loro figli.

Foto copertina: ANSA/ CIRO FUSCO

 

 

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