Venezia 72: e Nastassja Kinski tirò il vino rosso sul giornalista
04/09/2015 di Boris Sollazzo
Ecco, se qualcosa mancava da un po’ di anni a Venezia, era la “lucherinata”, quella trovata, quella polemica, quell’evento che serviva a tirar su il morale della truppa, per poi passare di bocca in bocca e diventare leggenda (ora tutto questo si riassume in un vocabolo ben meno poetico e più inquietante: virale).
Chi sono? Nastassja Kinski e Valerio Cappelli. Lei la conoscono tutti, diva e figlia d’arte, attrice in opere cult e musa di registi eccezionali come Wenders, Polanski, Coppola, Toback, Hudson, Landis e i fratelli Taviani. Per non dimenticare l’ultimo Lynch. Lui è il cronista di punta degli spettacoli del Corriere della Sera: spesso arriva primo sulla notizia e le sue interviste raramente non tirano fuori sorprese.
Si sono incontrati alla cena di gala d’apertura della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, per pochi eletti tra giornalisti, divi e appunto attori e registi. Cibo gratis, bevande pure e tante pubbliche relazioni. Così un’amica comune, pensando di fare cosa gradita, li presenta. Nastassja si gira, va al suo tavolo, con il piglio e il caratteraccio di papà Klaus prende un bicchiere pieno di vino rosso e lo rovescia sulla manica della camicia di lui. Dicendogli che l’articolo che aveva scritto su di lei – dove avrebbe parlato di particolari personali che lei aveva chiesto di tenere fuori, off records – proprio non gli era piaciuto (e cos’avrebbe dovuto fare allora a chi l’ha ritratta sul manifesto, trasformandola in un improbabile incrocio tra David Bowie, Nino D’Angelo e Cristina Comencini?).
L’aneddoto sarebbe già gustoso così. Se non fosse che il Cappelli, con la più innocua acqua, avrebbe tentato una pronta risposta. Pronta, ma non precisa. La splendida attrice tedesca 54enne, infatti, non è stata neanche sfiorata dal lancio, che ha colpito in pieno, tra lo stupore generale, una collega. Bionda anch’essa. E incolpevole. Tutti basiti, la cosa è rimasta sotto silenzio per diverse ore. Ma c’erano troppi giornalisti perché non si diffondesse.
E ora, pare, che nessuno voglia brindare con Nastassja e Valerio. Ma il direttore Barbera non si preoccupi: come dice il proverbio, festival bagnato, festival fortunato.