Servizio Pubblico pubblica il video integrale del pilota arso vivo: su Facebook scatta la polemica
06/02/2015 di Valentina Spotti
È un coro unanime di pesanti critiche quello che ha commentato la scelta di Servizio Pubblico di pubblicare – e condividere sulla pagina Facebook del programma – il video integrale che mostra la cruenta uccisione di Muadh al-Kasasibah, il pilota giordano arso vivo dai miliziani dell’ISIS. Un video che ha fatto il giro del mondo, ma che a causa dell’estrema crudezza delle immagini – che peraltro poco aggiungono alla notizia – soltanto poche testate hanno deciso di pubblicare.
SERVIZIO PUBBLICO E IL VIDEO INTEGRALE DEL PILOTA BRUCIATO VIVO –
Fin dalle prime ore dopo la pubblicazione del video online, Servizio Pubblico ne aveva rilanciato una breve versione, che non mostrava tutta l’efferatezza delle scene. Giovedì pomeriggio, poco prima delle 18, sulla pagina Facebook del talk show di Michele Santoro compare il “lancio” al video integrale, accompagnato da un lungo status in cui si motiva la decisione di pubblicare quei 22 minuti di orrore culminati con il corpo del pilota avvolto dalle fiamme.
Abbiamo deciso di pubblicare il video dell’esecuzione di Muadh al-Kasasibah, il pilota giordano sequestrato dall’IS il 24 dicembre 2014, non senza polemiche. Decidiamo di pubblicarne anche la versione integrale (22 minuti): il documento integrale, da noi sottotitolato in italiano allegato alla ricostruzione della effettiva modalità di diffusione del video choc da parte del Califfato.
Non possiamo voltarci dall’altra parte: l’assuefazione – se non peggio, l’indifferenza – non è permessa
I COMMENTI DI FACEBOOK –
Servizio Pubblico spiega di non voler avallare l’assuefazione o l’indifferenza dei cittadini italiani nei confronti di tali atrocità: consapevole delle polemiche che tale scelta potrebbe suscitare. Polemiche che, infatti, si sono puntualmente verificate nei commenti al lancio su Facebook. Sono in molti gli utenti che criticano la decisione di Servizio Pubblico di pubblicare il video integrale del pilota ucciso: c’è chi la considera «una mossa al limite della necrofilia» e una mancanza di pietà nei confronti di un uomo morto tra atroci sofferenze. Tra i più smaliziati, c’è chi afferma che non si tratta tanto di «dovere d’informare», ma di «voler alzare gli accessi al sito web» del programma di Santoro.
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LE CRITICHE –
Qualcuno si mostra d’accordo con la linea del programma, sottolineando che a dover essere fermate «non sono le immagini, ma la violenza», ma la maggior parte dei commenti sono molto critici. Tra uno «sciacalli» e un «vergognatevi», molti utenti contestano a Servizio Pubblico non solo quella che chiamano una mancanza di deontologia giornalistica ma anche, con la reiterata pubblicazione del video, di fare «il gioco dell’ISIS» il cui obiettivo sarebbe anche quello di aumentare la propria visibilità agli occhi del mondo occidentale, proprio attraverso questi video-shock.
(Photocredit copertina: serviziopubblico.it)