Chi sono le vittime della strage di San Bernardino
04/12/2015 di Redazione
Le autorità californiane hanno diffuso l’elenco delle vittime dell’attacco che mercoledì scorso ha visto Syed Farook e sua moglie Tashfeen Malik far strage dei colleghi di lavoro dell’uomo.
LE 14 VITTIME DI SAN BERNARDINO –
Sono 14 persone che hanno poco in comune a parte il fatto che lavoravano tutti per la contea e si occupavano d’ispezioni sanitarie, proprio come il loro collega Syed Farook. Unica eccezione è quella rappresentata da
UN MIX TIPICAMENTE AMERICANO –
Uomini e donne, bianchi, neri, ebrei, cristiani, single e sposati con sei figli, eterosessuali ed omosessuali. E ancora: asiatici e latini, caucasici, mediorientali, sfumati dal bianchissimo al nero nella carnagione. Un mix tipicamente americano che si ritrova mettendo insieme le 14 vittime di Farook, musulmano, e della moglie, che hanno sparato con grande furore sul gruppo, almeno a sentire gli investigatori che parlano di una carneficina con pochi precedenti.
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TERRORISMO O NO A SAN BERNARDINO? –
Un mix che lascia ancora più perplessi sui motivi della strage, perché l’unico filo che sembra legare il gruppo è quello rappresentato dal loro impiego. Farook e signora non hanno attaccato un obiettivo che abbia valenza politica o terroristica e non hanno continuato a far strage una volta eliminati i colleghi riuniti a far festa. Hanno sparato sulla polizia che li braccava, ma nelle oltre due ore trascorse tra l’inizio del loro giorno da cani e la fine delle loro vite avrebbero potuto uccidere molto di più e soprattutto con una maggiore efficacia, se lo scopo fosse stato «terroristico» e l’intenzione quella di colpire o in qualche modo spaventare gli Stati Uniti. L’arsenale che la coppia aveva a disposizione avrebbe permesso di fare facilmente una strage di dimensioni impressionanti. Le caratteristiche delle vittime spingerebbero quindi verso l’ipotesi di un attacco provocato da un risentimento nei loro confronti, anche se resta la perplessità provocata dalla partecipazione della moglie all’azione, decisamente insolita sia nei casi di violenze collegate al posto di lavoro, che in quelli legati al terrorismo di matrice islamica.