Volkswagen accusata di torture e appoggio alla dittatura militare in Brasile
23/09/2015 di Andrea Mollica
Volkswagen
, un altro scandalo minaccia l’azienda finita nel ciclone per la manipolazione dei gas di scarico delle sue vetture a diesel. In Brasile è stata aperta un’inchiesta sul coinvolgimento dell’azienda tedesca nelle torture del regime militare. Volkswagen è accusata di aver partecipato attivamente alla repressione dei suoi lavoratori.
VOLKSWAGEN BRASILE
– Il caso Volkswagen è un perfetto esempio della Schadenfreude, sostantivo tedesco che esprime il piacere, la gioia, per le sfortune altrui. L’azienda più importante del Paese leader d’Europa, soprattutto in economia, è stata presa a falsificare i suoi dati dopo anni di accuse ai bilanci in crisi degli altri Paesi membri. Per Volkswagen però sembra profilarsi un altro detto italiano, piove sempre sul bagnato, che in tedesco ha un equivalente in “Wo Tauben sind, fliegen Tauben zu”, traducile con un “dove ci sono i piccioni, ne arrivano altri”. Mentre l’inchiesta negli Stati Uniti sulle manipolazioni dei gas di scarico rischia di travolgere il gruppo tedesco, un’altra indagine in Brasile potrebbe offuscare ancora di più un’immagine già ampiamente danneggiata. Preso la procura di São Paulo è stata depositata una querela depositata da una organizzazione governativa contro le torture sistematiche a cui sono stati sottoposti i lavoratori di Volkswagen durante la dittatura militare che ha governato il Brasile dal 1964 al 1985. Secondo l’accusa all’interno di VW ci sarebbe stata una sorta di polizia interna che controllava i dipendenti, mentre l’azienda avrebbe favorito numerosi arresti illegittimi richiesti dal regime.
LEGGI ANCHE
Volkswagen e le auto truccate: Twitter si scatena
Volkswagen: «Il governo Merkel sapeva delle manipolazioni»
VOLKSWAGEN DITTATURA
-Secondo la querela dodici dipendenti dello stabilimento di Volkswagen di São Bernardo do Campo, alla periferia di São Paulo, sarebbero stati arrestati e torturati. Diverse decine di lavoratori sarebbero stati inseriti su liste nere poi utilizzate dal regime dittatoriale. Sebastião Neto, il coordinatore dell’istituzione che ha querelato il gruppo tedesco, Volkswagen sarebbe stata una delle numerose aziende che hanno aiutato la repressione della dittatura brasiliana, ma avrebbe avuto un ruolo di leadership e coordinamento in questo ambito. Un dipendente del gruppo ha raccontato di esser stato arrestato nell’ufficio del personale di Volkswagen, dove sono iniziate le torture poi proseguite nelle prigioni statali. L’istituzione che ha querelato il gruppo tedesco è stata fondata dal presidente Dilma Rousseff nel 2012 per chiarire i misfatti del lungo regime dittatoriale che ha governato il Brasile dal 1964 al 1985. All’inizio degli anni sessanta, dopo un periodo di prolungata crisi economica, le forze armate del Brasile assunsero il governo del Paese ponendo fine alla democrazia con la cancellazione del Congresso. La fine della dittatura è arrivata alle presidenziali del 1985, le ultime in cui il capo di Stato del Brasile è stato eletto indirettamente.
Photo credit: SAJJAD HUSSAIN/AFP/Getty Images)