Wes Craven è morto: Nightmare e Scream i suoi grandi successi

WES CRAVEN E’ MORTO –

Aveva 76 anni, da parecchi era acciaccato, ma l’amore per il cinema non era mai venuto meno. Aveva lavorato fino al 2011, quando già il suo fisico era stanco e la sua macchina da presa non fenomenale come un  tempo. Muore un genio che ha cavalcato l’immaginario per tre decenni, grazie a un talento visionario, alla capacità di colpire il pubblico e anche di creare scenari da incubo che segnassero la cultura popolare quanto il cinema.

WES CRAVEN I FILM –

Basterebbero tre titoli: Le colline hanno gli occhi (e c’è moltissimo Craven anche nel remake di Alexandre Aja), Nightmare – Dal profondo della notte (dove scopre un giovanissimo Johnny Depp) e Scream, saga che ha a suo modo colpito a gamba tesa un genere morente. Una cornice tra il western e il post nucleare, gli artigli di ferro, una maschera che replica l’urlo di Munch, stilizzandolo e rendendolo l’emblema dell’horror moderno, anche nelle parodie altrettanto celebri: anche se lo conoscete poco, queste tre immagini le avete nella testa. La grandezza di Wes Craven, oltre alla regia originale, tecnicamente eccellente e capace di illuminare luoghi, dell’anima soprattutto, inquietanti, era proprio nella capacità di guardare dentro il nostro mondo e scoprirne il buio, la follia, le paure.

WES CRAVEN IL MAESTRO DELL’INCUBO –

Nato a Cleveland il 2 agosto del 1939, Wesley Earl Craven se n’è andato nelle ultime ore del 30 agosto, proprio durante quell’oscurità che conosceva bene. Era un signore solare e ironico – e chiunque conosca Nightmare lo sa bene, così come chi lo ha intervistato -, la ferocia e la disumanità degli umani lui raramente la trovava in quei cattivi che dipingeva tanto bene proprio perché non li demonizzava. Eppure spesso erano demoni.

Anzi, che fossero invisibili, nascosti nel buio o da una maschera, i loro delitti erano moniti a un contesto che li aveva armati e alimentati. Basta pensare al suo folgorante esordio, L’ultima casa a sinistra, in cui Krug è un sottoprodotto del nostro mondo, ma l’orrore contagia e corrompe Mari e Phyllis, perché la sopravvivenza è la più forte motivazione a percorrere i lati oscuri dell’esistenza. Wes è stato il padre dell’horror moderno che partiva dalla testa per finire (letteralmente) nelle viscere, nulla può prescindere da ciò che è sottinteso ai suoi film, tanto raffinato quanto immediato. Freddy Krueger altro non è che un sardonico grillo parlante che ci dice sempre la verità, graffiante ovviamente.

Craven non ha mai smesso di sperimentare e sperimentarsi nella Settima Arte, era curioso e senza confini. Basterebbe recuperare quel gioiello sottovalutato che fu il complesso e stranissimo Il mostro della palude o il capolavoro poco considerato come Il serpente e l’arcobaleno che interviene in un genere, quello dei morti viventi, rivoluzionandolo, a suo modo. Non si è mai fermato davanti a nulla: per conquistare il cinema e fare il suo primo film, non esitò a produrre un porno. O recuperare nel settimo Nightmare, su due piani narrativi, gli attori del primo. Perché è stato tutto Craven: attore, produttore, regista, sceneggiatore. Perdiamo uno dei più grandi, e fa male. Lasciateci almeno immaginare che nel suo letto sia stato preso da una mano dagli artigli affilati. E lui abbia sorriso, sapendo che se ne sarebbe andato tra le braccia di un amico.

 

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