La video-rivoluzione di YouTube compie 10 anni

I primi 20 video caricati su YouTube

LE RAGIONI DEL SUCCESSO DI YOUTUBE –

Secondo Jawed Karim il grande successo del sito è frutto di 4 caratteristiche: la possibilità di raccomandare i video di altri, il collegamento mail per la condivisione, i commenti e la possibilità d’incorporare con facilità i video su altre pagine web. Sono queste le caratteristiche che hanno contribuito fin da subito a creare una vera e propria comunità di youtuber e a permettere il decollo ad alta viralità dei video di maggior successo. Ma soprattutto queste opzioni hanno permesso una molteplicità di usi di YouTube che ne ha fatto una piattaforma sulla quale s’incontrano sia i prodotti delle grandi multinazionali dell’intrattenimento che i video autoprodotti, in un fluire ininterrotto e possente di materiale di ogni genere. YouTube è così diventata molto di più di una piattaforma per il videoblogging o per il content sharing tra amici e familiari,  è anche un social network con propri codici e una propria cultura, il canale video d’elezione per  media e organizzazioni di ogni tipo, per lo streaming, una finestra per il citizen journalism o per evadere alla censura governativa, una mezzo per l’autopromozione di attività artistiche, una canale news e altro ancora. Secondo il Pew Research Center a seguito dello sviluppo del «visual journalism», quello in cui i testimoni oculari e i professionisti dell’informazione condividono la creazione dei contenuti, YouTube è anche un canale attraverso il quale s’informano sempre più persone, tendenza e crescita solide, che durano da tempo.

L’INAFFERRABILE YOUTUBE –

L’essere una piattaforma particolarmente flessibile e utilizzata quotidianamente da centinaia di milioni di persone rende YouTube un oggetto difficile da studiare e persino da definire anche per chi vi abbia avuto grande familiarità fin dagli esordi. La considerazione fondamentale da tener presente è però che YouTube non è un’idea originale né un’invenzione, ma uno dei frutti della rivoluzione tecnologica digitale, peraltro previsto con largo anticipo da chi annunciava che la rete avrebbe aperto spazi immensi alla cultura partecipata, e in questo YouTube e i suoi concorrenti hanno finito per offrire ai contenuti  video quello che già era stato offerto alla comunicazione scritta prima e alla condivisione d’immagini fotografiche poi. YouTube e i suo concorrenti sono emersi non appena la tecnologia ha reso possibile registrare e condividere video in formato digitale a costi irrisori, quando tutti o quasi hanno cominciato a portare sempre con sé una telecamera l’esigenza di condividere parte del materiale girato è diventata una domanda fortissima per i servizi di condivisione, che con l’aumentare progressivo della velocità delle connessioni e il calo del costo di stoccaggio dei dati, i video «pesano» parecchio e occupano molto spazio su disco anche compressi, ha completato l’elenco delle precondizioni di un’inevitabile rivoluzione nella produzione, distribuzione e fruizione dei contenuti video.

ERA TUTTO PREVISTO –

Un’evoluzione inevitabile prevista con largo anticipo, già nel 1997 ad esempio Marc Davis scriveva che una rivoluzione simile a quelle del desktop publishing avrebbe interessato a produzione e la condivisione dei video, portando alla creazione di comunità che avrebbero avuto «la realizzazione e condivisione di video come parte della comunicazione quotidiana». Al moltiplicarsi e decentralizzarsi delle fonti di produzione ha però risposto una centralizzazione dei canali di distribuzione, la massa ha infatti trovato comodo e gratuito albergo sui server di YouTube e, com’è accaduto per Facebook, e ne ha presto fatto il proprio strumento d’elezione, come tale ambito anche da chi ha aspirazioni diversi da quelle amatoriali, perché l’enorme audience del tubo è una ricompensa che non lascia indifferenti

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