La video-rivoluzione di YouTube compie 10 anni

LA GESTIONE GOOGLE DI YOUTUBE –

YouTube ospita oggi una grande varietà di comunità legate dagli interessi più diversi, ma ospita anche la grande industria dell’intrattenimento e la convivenza non facile ha prodotto relazioni sempre più complesse tra produttori e consumatori nella creazione del senso e del valore dell’opera, oltre a notevoli frizioni da industria, produttori amatoriali e YouTube stessa. Una situazione non facile da gestire che Google ha attraversato con estremo pragmatismo, dedicando energie alla rimozione dei contenuti coperti da copyright e chinando il capo senza tanti problemi alla censura imposta dai peggiori governi, per i quali il canale resta comunque una spina nel fianco. Anche in Italia YouTube si è adeguata, nel 2010 ad esempio ha firmato un contratto con la SIAE, riuscendo a soffocare quasi sul nascere l’ondata di «moral panic» che si era scatenata all’affermarsi di YouTube. Il rischio di associare per sempre la propria immagine a un luogo di crimini e nefandezze era alto quando i media hanno cominciato a indicare il «tubo» come il canale sul quale si consumavano inenarrabili atti di bullismo ai danni dei diversamente abili o attraverso il quale i giovani condividevano con facilità contenuti in qualche modo proibiti o sconsigliati.

YOUTUBE BATTE ANCHE IL MORAL PANIC –

Google però aveva i mezzi e le professionalità per affrontare la crisi, senza considerare che in breve la stessa rivoluzione che aveva permesso l’avvento di YouTube avrebbe spianato le autostrade digitali alla diffusione ubiqua, incontrollata e incontrollabile dei video porno, un settore che a differenza dell’industria cinematografica tradizionale è stato devastato dall’avvento delle nuove tecnologie di produzione e distribuzione e dal diluvio di produzioni a basso costo. Quando Davis scriveva che «Nei prossimi 50 anni assisteremo all’esplosione di accessi e della produzione e distribuzione dei video da parte delle comunità che prima non potevano permettersi la produzione di video nelle loro case, scuole e uffici», era molto prudente sui tempi e non aveva in cima ai suoi pensieri l’industria del porno, che tratta un prodotto facilmente riproducibile da chiunque con risultati comunque interessanti per buona parte della platea dei consumatori, ma i rovesci subiti dall’industria del porno dicono che i timori dell’industria dell’intrattenimento non sono infondati e che la lotta senza quartiere scatenata dalle multinazionali in difesa dei diritti proprietari è comprensibile, anche se condotta giocoforza confrontandosi con un fenomeno che, come lo stesso YouTube o la rete in senso più ampio, è in continuo divenire e destinato a una tumultuosa espansione che durerà ancora qualche decennio.

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