11 settembre: i misteri del Pentagono
09/09/2008 di John B
L’edificio fu attaccato? O il cratere era soltanto un’abile (l’ennesima) messinscena della CIA? Per scoprirlo bisogna armarsi di pazienza. Molta.
Questa rubrica tratterà serialmente il debunking di miti internettiani e non. A tenerla, il “terribile” John di crono911
Continuiamo a parlare di 11 settembre in concomitanza con il settimo anniversario degli attentati e affrontiamo il tema dell’attacco al Pentagono e delle leggende che lo circondano. Il “buco” è troppo piccolo? I rottami dell’aereo non ci sono? La manovra del velivolo è impossibile? Intorno alle 9:37 dell’11 settembre del 2001, il volo American 77, un Boeing 757 pilotato dal terrorista Hani Hanjour, colpì in pieno la facciata Ovest dell’edificio. Circa duecento persone morirono, compresi coloro che erano a bordo dell’aereo. I sostenitori di teorie alternative (“complottisti”) affermano che il volo American 77 non ha mai colpito il Pentagono, e adducono tante di quelle argomentazioni che c’è da chiedersi – se davvero fosse stata una messinscena – quale idiota ha potuto organizzarla commettendo una simile quantità di errori banali ed evidenti. Esaminiamone quelle più note.
HANJOUR ERA UN PESSIMO PILOTA – Verissimo. Però era un pilota, aveva conseguito una licenza di volo commerciale e aveva accumulato molte ore di volo al simulatore di velivoli classe Boeing 757. Questi sono fatti. Alcuni dei suoi istruttori lo hanno definito un pessimo pilota, ma ricordiamoci che un buon pilota deve conoscere bene le procedure, la lingua inglese, le comunicazioni radio. Deve saper pilotare, decollare e atterrare in maniera docile per non far vomitare i propri passeggeri. Ad Hanjour interessava solo schiantarsi? I dati della scatola nera e i tracciati radar dimostrano che prese i comandi del velivolo, impostò sul computer di navigazione le coordinate dell’aeroporto Reagan che si trova proprio di fianco al Pentagono e lasciò che il pilota automatico portasse l’aereo fin lì. A quel punto riprese il controllo dell’aereo, fece una bella virata per perdere quota, puntò contro il Pentagono e dopo pochi secondi di volo raso terra, lo colpì in pieno. Fine della storia.
L’AEREO NON POTEVA FARE QUELLA MANOVRA – Intanto l’ha fatta. I dati della scatola nera mostrano che l’aereo non superò mai i limiti strutturali né quelli operativi. Non volò “troppo basso”: non esiste il “troppo basso” per un aereo, almeno finché non si schianta. Negli ultimi secondi di volo il velivolo superò la velocità massima imposta a bassa quota: ma si tratta solo di un limite di sicurezza nei confronti di eventuali impatti con volatili, evenienza che ad Hanjour non preoccupava più di tanto. E’ poi singolare che i complottisti contestino i parametri di volo… che conosciamo solo grazie ai dati estratti proprio dalla scatola nera del volo American 77, rinvenuta tra le macerie del Pentagono!
IL BUCO E’ TROPPO PICCOLO – I complottisti spiegano che il buco sulla facciata del Pentagono è troppo piccolo: 5 metri secondo alcuni, 4 metri secondo altri. Come fa un aereo largo 40 metri ad entrare in un buco di 4? Voi che dite? Alla CIA hanno sbagliato con gli zero, e anziché fare un buco di 40 hanno fatto un buco di 4 metri mentre costruivano la messinscena? I complottisti approfittano del fatto che le fotografie che mostrano la zona di impatto ne inquadrano solo una parte, quasi sempre nascosta dal fumo, dalle fiamme, dai getti d’acqua e schiuma dei pompieri. Il crollo dell’intera sezione, una manciata di minuti dopo l’impatto, ha impedito di scattare ulteriori fotografie al “buco”. C’è però chi si è preso la briga di assemblare le varie immagini disponibili e ha costruito una panoramica della zona di impatto. Scopriamo così che ai due lati del “buco” la facciata del Pentagono (che era un muro uniforme e compatto, non un porticato) è sfondata per decine di metri. Il “buco” è quindi solo la parte centrale di una breccia ben più grande, che in tutto misura 35 metri considerando solo il muro sfondato (i danni si estendono per un totale di oltre 50 metri). Il tutto è perfettamente compatibile con le dimensioni di un Boeing 757, che ha una fusoliera del diametro di appena 3,7 metri e un’apertura alare di 38 metri (fusoliera compresa).
NON CI SONO ROTTAMI DI AEREO – I complottisti sostengono che non esistono fotografie che mostrino i rottami del volo American 77 o che quelli che si vedono sono rottami appartenenti ad altri modelli di velivolo o lamentano che nessuno ha mai “certificato” che quei rottami appartengano al volo American 77 e nessuno ha “ricostruito” il relitto come è stato fatto in altri casi (ad esempio Ustica). E’ vero che il rottame di un aereo che si è schiantato a 800 km/h contro la facciata di un edificio indurito (muratura compatta, colonne di cemento armato, rinforzi in Kevlar, finestre corazzate) tende ad assomigliare poco al pezzo appena uscito di fabbrica, ciò nonostante i rottami ci sono, sono stati fotografati e corrispondono proprio alle parti di quel modello di velivolo. In qualche caso sono visibili persino i contrassegni di matricola della compagnia aerea American Airlines per non parlare della “scatola nera” del velivolo e dei corpi dei passeggeri. Quanto alla ricostruzione del relitto, è un’operazione che viene effettuata quando non si riesce a stabilire la causa di un disastro aereo: non è questo il caso.