AAA Allora Andiamo Allegramente a Patrasso
02/07/2015 di Clementina Coppini
Negli anni scorsi sono stata più volte in vacanza in Grecia. Ci sono tornata nel 2012 dopo parecchi anni di assenza e devo dire che Pylos, cittadina messena conosciuta anche come Navarino, non è cambiata molto rispetto al 1995. Povera era e povera è rimasta. Campi di angurie, cetrioli, pomodori, taverne che costano poco, spiagge incredibili, mare pure. Non ho mai visto prezzi fuori controllo e non mi è mai accaduto di notare che qualcuno praticasse ricarichi esagerati. Per esempio al ristorante quello che c’è scritto sul menù è quello che si paga. Difficilmente, anzi mai, tra le voci sul conto figurano il servizio e il coperto (che invece in Italia possono diventare una sorpresa) e invece spesso capita che vengano offerti l’aperitivo e il dolce. Affittare un appartamento o una villetta costa meno che in Italia e anche in questo caso non si va incontro a sorprese, perché il prezzo stabilito è chiaro e non ci sono da aggiungere spese di pulizia o relative alla biancheria (cosa che in Italia mi è accaduta più volte). Questo sia perché la zona è storicamente frequentata da inglesi e americani (il luogo era molto amato da Bruce Chatwin, che si è fatto seppellire sotto un ulivo nella penisola del Mani) sia perché gli uomini del Peloponneso non fanno particolarmente i furbacchioni.
PANCIA DI MUCCA
È vero che ogni tanto i bancomat non erogano contante, quindi è sempre consigliabile portarsi una piccola scorta di soldi (meglio dollari), ma la situazione è più che normale. Anzi, forse a questo punto sarebbe auspicabile che andassimo in vacanza in Grecia senza paura e senza farci prendere da inutili allarmismi. Magari la Germania è più sicura e si può prelevare ovunque, ma lì non esiste un posto come la baia di Voidokilià (che significa pancia di mucca), quindi preferisco cucirmi qualche banconota nell’elastico delle mutande e rischiare. Poi tutti gli altri possono fare quello che vogliono e sfinirsi di gite nei polder olandesi o nelle campagne tedesche, ma io quest’anno torno in Grecia. Fino all’anno scorso per andare a Pylos c’erano voli diretti dall’Italia per l’aeroporto di Kalamata, che sta a poche decine di chilometri da Pylos. Ora la rotta è stata abolita e bisogna andare a Patrasso (in senso proprio, datosi che in senso figurato andare a Patrasso significa andare in rovina, appunto) e poi scendere in auto a sud. Invece i teutonici sono preoccupati per la Grecia, ma gli unici voli che ormai atterrano a Kalamata, oltre a quelli interni, arrivano dalla Germania.
PER QUALCHE DOLLARO IN PIÙ
Andare sulle isole, tipo le Cicladi o il Dodecaneso, è molto più semplice e, se non si sceglie agosto e non si vuole per forza andare nelle mete più gettonate, si trovano soluzioni buone e non particolarmente dispendiose. Certo, questo fino a oggi. Da quando anche la Merkel ha detto che all’Europa non ci crede più nemmeno lei (forse perché, avendola strutturata e voluta a immagine e somiglianza dei tedeschi, può essere che non le piaccia più) non si può più sapere come andranno le cose. Quello che è certo è che un’Europa così non significa niente, perché non ha intenti comuni. Non economici, non politici, non umani. Quindi o qui ci diamo tutti una mossa in quello in cui siamo carenti (chi in senso economico, chi politico, chi umano) oppure conviene finirla. E allora a questo punto andiamo tutti allegramente a Patrasso e chissenefrega. A Pylos abitava Nestore, il più vecchio e il più saggio dei re che parteciparono alla Guerra di Troia. Dai suoi tempi a oggi noi europei non abbiamo imparato niente. Diffidiamo gli uni degli altri, siamo facili a farci prendere dallo sconforto, tolleranti con i nostri sbagli e inflessibili con quelli degli altri. Andare a Patrasso farebbe bene a tutti, credetemi. Chi vuole può portarsi qualche centinaio di dollari per il ritorno, anche se ogni tanto vivere un’Odissea aiuta a diventare migliori.