Aborto: l’ira dei pro vita sulla Regione Lazio
05/04/2017 di Redazione
La Regione Lazio sta studiando la fase sperimentale del progetto per la somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori. Perché «al centro del nostro lavoro restano la donna e la sua salute, quello cui teniamo di più», spiegano in una nota.
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Per Gigli «la legge 405 attribuisce ai consultori il compito di tutelare non solo la salute della donna ma anche quella del concepito. Dal canto suo, la legge 194 impone che l’aborto sia praticato da un ostetrico-ginecologo solo presso un ospedale o una casa di cura e assegna ai consultori anche il compito di fornire alle gestanti informazione e assistenza per contribuire a far superare le cause che potrebbero indurre la donna ad abortire».
IL COMUNICATO DELLA REGIONE LAZIO SULLA RU486
In questi anni la Regione Lazio «ha lavorato responsabilmente per mettere in campo politiche attive a favore della maternità, dell’infanzia e della salute della donna. Abbiamo rafforzato la rete dei consultori, dei centri antiviolenza e degli sportelli rosa e allargato il ruolo di filtro di Pronto Soccorso e Ospedali».
«Contraccezione e prevenzione: questi i settori su cui stiamo insistendo mediante campagne informative e soprattutto con investimenti importanti a favore dei consultori che possiedono un ruolo fondamentale e di straordinario supporto quotidiano alle donne e più in generale alle famiglie. Ad occuparsi di tutto questo c’è un Gruppo di lavoro che alla Regione Lazio sta studiando, seguendo le direttive dei Piani Operativi approvati dal ministero della Salute, la possibilità di offrire alle donne di accedere all’aborto farmacologico con la pillola Ru486 anche nei consultori familiari. A conclusione di questa attività di studio e di lavoro si adotteranno le misure ritenute più efficaci e proprie. I dati dimostrano che gli aborti nel Lazio sono diminuiti, nel 2015 le cifre si muovono intorno ai 9.000 casi, la metà rispetto a dieci anni fa. Al centro del nostro lavoro restano la donna e la sua salute, quello cui teniamo di più».
(foto ANSA/TONINO DI MARCO/i52)