San Cono, agli arresti domiciliari i tre italiani che aggredirono i minorenni egiziani. Ma loro negano tutto
25/08/2016 di Redazione
I tre ragazzi italiani che aggredirono quattro egiziani minorenni a San Cono, sono stati condannati agli arresti domiciliari con obbligo di uso del braccialetto elettronico.
Lo ha deciso il Gip di Caltagirone, Ettore Cavallaro, che non ha convalidato il fermo eseguito dei carabinieri, non ritenendo sussistente il pericolo di fuga, ma ha emesso un’ordinanza restrittiva nei confronti di Antonino Spitale, di 18 anni, e dei fratelli Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni.
I reati contestati sono tentato omicidio e lesioni, aggravanti dai futili motivi e dalla discriminazione etnica o razziale.
Dalle motivazioni del provvedimento si capisce finalmente il movente della spedizione punitiva:
Nel provvedimento emerge un’ipotesi di movente: «un aggressore riteneva una delle vittime avesse danneggiato la propria autovettura». (…) La ricostruzione è contestata dalla difesa dei tre indagati, anche se l’avvocato Pietro Marino al momento esclude un immediato ricorso al Tribunale del riesame.
I due fratelli, in realtà, sostengono di aver aiutato lo Spitale, vittima di un’aggressione:
I fratelli Severo si sarebbero fermati per aiutare Spitale circondato da 7-8 extracomunitari, è la loro tesi. Uno dei due avrebbe impugnato una pistola che utilizza per giocare a softair per farli fermare. Gli ha intimato di allontanarsi e ha tolto loro le mazze da baseball. «Ma gli egiziani – aggiunge il penalista – erano in possesso di colli di bottiglie e pietre e li hanno aggrediti».