Le BR aiutate dal Nicaragua, i cable di Wikileaks di cui nessuno parla in Italia

10/12/2010 di Pietro Salvato

GLI IRRIDUCIBILI IN FUGA – Sarebbero una decina, tutti cosiddetti “irriducibili“, i compagni rivoluzionari che in fuga dal nostro paese avrebbero poi trovato riparo nel Centro America. All’epoca, il regime sandinista accettò di buon grado di offrirgli l’asilo per “meriti ideologici” e gli consegnò un passaporto pienamente legale. Il Nigaragua, ancora oggi, è un paese senza trattato di estradizione con l’ Italia, la cui Costituzione peraltro, vieta di consegnare i propri cittadini ad autorità straniere. Da quelle parti, è certo, hanno soggiornato personaggi come  l’ex Br Alessio Casimirri condannato all’ ergastolo per aver partecipato al rapimento e all’ uccisione di Aldo Moro nel 1978.  così come Guglielmo Guglielmi Tommasi, naturalizzato cittadino nicaraguense nel 1989. Ha fatto il medico con tanto di studio a pochi metri dall’ambasciata italiana, alla quale naturalmente “non risultava” la sua presenza. In Italia si faceva chiamare Comancho e guidava le Unita’ combattenti comuniste (Ucc). Così come Almachiara D’Angelo Pasqua, che però preferiva farsi chiamare col più comune Margherita Colombi, diventata anch’essa cittadina nicaraguense e poi dipendente di un ente di cooperazione umanitaria. Così come Manlio Grillo, condannato a 18 anni di carcere per il rogo di Primavalle, nel quale rimasero uccisi tra le fiamme due bambini. Eppure, una volta sbarcati in Nicaragua, tutti sono diventati irreprensibili ccittadini modello.

I CABLES DEL NICARAGUA – I documenti sono davvero scottanti sul paese e, in particolare, sul conto del presidente  Daniel Ortega. Contengono o quasi, tutta la storia della sua ascesa al potere, i suoi presunti affari torbidi e persino il suo presunto coinvolgimento in assassini di matrice politica. In uno dei cablogrammi si legge per esempio che:

Nell’ottobre 1990, le guardie di sicurezza che lavorano per Humberto Ortega, fratello di Daniel, ed l’ex comandante dell’esercito del FSLN, hanno fatto uso di armi automatiche per uccidere Jean-Paul Genie (16 anni). Il FSLN ha usato il suo controllo del potere giudiziario e della polizia per coprire il delitto, e nessuno è stato mai ritenuto responsabile per l’omicidio di Genie”. Fonti: “i resoconti dei media del 1990 e testimonianze personali di Raymond Genie (il padre di Jean Paul)  e documenti legali depositati da parte della famiglia. Inoltre, “In Nicaragua,  la Commissione interamericana sui Diritti Umani (CIDH) ha denunciato torture, uccisioni, e omicidi di massa”. E ancora. “Daniel e Humberto Ortega hanno ordinato tramite il FSLN  l’arresto e la  tortura di migliaia di persone in prigioni e campi di prigionia in tutto il Nicaragua. Il più grande campo di tortura per i prigionieri politici era in quello che oggi è la zona di libero scambio nei pressi di Managua […] In Nicaragua è avvenuto il sistematico internamento di migliaia di persone in campi di concentramento tra 1981 e il 1982“.

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