Alexander Tschäppät
31/12/2013 di Massimo Zamarion

Sul caso delle battute sugli italiani pronunciate dal sindaco di Berna mi sembra che un aspetto della questione, un aspetto di importanza decisiva, sia stato trascurato: la comicità. Eppure Tschäppät stava sul palco proprio per quello. Io sarei dispostissimo a ridere per battute brillanti basate sugli stereotipi nazionali, compresi i lazzaroni italiani. Ma come si fa a ridere per alzate d’ingegno come la spiegazione della bassa statura degli italiani? Che sarebbe questa: «La mamma dell’italiano gli dice di non crescere, perché se diventi alto, ti tocca andare a lavorare». O della storia dei poliziotti che scoprono con stupore un napoletano esercitante più di un mestiere? E’ come se dovessi ridere se mi raccontassero che in una delle nostre città, nel capannello di persone che si rotolavano per le risate davanti ad un comico di strada veramente mattacchione, qualcuno avesse bisbigliato al vicino: «E pensa un po’, è svizzero, svizzero di Svizzera!» Insomma, non c’è gusto a punzecchiarsi con tipi come Schiappi. Al massimo gli potrei rispondere così: «E’ vero, siamo scansafatiche. Ma dietro ogni scansafatiche c’è un filosofo, un uomo che le ha viste tutte, un uomo schiantato dalla profondità del proprio pensiero e dalla consapevolezza dell’inanità degli sforzi dell’uomo al cospetto dell’eternità. E il fatto che in una nazione gli scansafatiche siano un esercito sterminato denota solo l’altissimo grado di civiltà raggiunto da quella schiatta. Come pensava il filosofo Feuerbach, invece, caratteristica della schiatta germanica, di cui quella svizzera è una costola, è l’operosità. E l’operosità, come pensava il filosofo Zamarion, si confà soprattutto alla stolidità di popoli barbari svezzati ma non ancora giunti alla piena maturità della civiltà.» Ma non credo ci arriverebbe. Potrebbe prenderla sul serio. Solo certo umorismo di superiore caratura, tipicamente conservatore, sa scherzare su certe cose. E Schiappi invece è socialista: è qui che volevo arrivare, naturalmente.