Alfano sullo ius soli: «Una cosa giusta al momento sbagliato, Ap non lo voterà»
26/09/2017 di Redazione
Sfumano le ultime possibilità di vedere approvata la legge sullo ius soli entro la fine della legislatura. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano, al termine della direzione nazionale di Alternativa Popolare, ha definito la norma «una cosa giusta al momento sbagliato», aggiungendo che approvarla a 6 mesi dalle elezioni sarebbe fare «un regalo alla Lega».
Ancora più netta la chiusura di Maurizio Lupi, appena eletto coordinatore nazione di Ap: «Serve una legge, ma una buona legge. Ora sarebbe un errore avere altre forzature in Parlamento sullo ius soli. Per noi si tratta di una questione chiusa per quanto riguarda questa legislatura. Se ne potrà riparlare alla prossima legislatura». «La differenza tra noi e la Lega è assoluta. Il Carroccio – aggiunge Lupi – fa della legge una bandiera ideologica, mentre noi chiediamo un cambiamento perché crediamo che la cittadinanza sia un tema fondamentale. A fine legislatura non è opportuno intervenire su un tema tanto divisivo. Aspettare sei mesi non cambia nulla. Ci saranno le elezioni e su un tema tanto divisivo come questo potremo tornare a discutere», promette.
LUPI ELETTO COORDINATORE NAZIONALE DI AP: “IUS SOLI QUESTIONE CHIUSA, SE NE RIPARLA NELLA PROSSIMA LEGISLATURA»
Difficile, dunque, che senza l’appoggio di Alternativa Popolare la legge sullo ius soli, che a settembre non è stata calendarizzata al Senato, riesca a essere approvata entro la fine della legislatura, nonostante più volte la maggioranza l’abbia definita una priorità del governo. Il neocoordinatore nazionale di Ap gela anche che sulla misura venga posta la questione di fiducia: «Se in Consiglio dei ministri si parlerà di mettere la fiducia, i minsitri di Ap si diranno contrari, ma sono sicuro che il presidente Gentiloni, che ha dimostrato più volte responsabilità, sa bene che da qui a dicembre le priorità sono altre».
IUS SOLI, PER LA CEI È UNA PRIORITÀ
Il no di Alternativa Popolare allo ius soli arriva proprio all’indomani della parole del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. Nel discorso di apertura del consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, l’Arcivescovo di Perugia ha detto: «La costruzione di un processo di integrazione dei migranti passa anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza, che favorisca la promozione della persona umana e la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e donne che sono nati in Italia, che parlano la nostra lingua e che assumono la nostra memoria storica, con i valori che essa porta con sé». Bassetti non ha nominato lo ius soli, ma il suo riferimento era piuttosto esplicito.
Foto copertina: ANSA/CLAUDIO PERI