Altro che la Lola: Codacons denuncia Granarolo per pubblicità truffa
23/07/2010 di Redazione
La mucca simbolo degli spot dell’azienda di Bologna non esiste? Dopo il caso delle mozzarelle blu italianissime prodotte con latte tedesco, è il caso di chiederselo.
La notizia è di stamattina: in un supermercato di Rivoli, in Piemonte, sono state vendute delle mozzarelle che all’apertura delle confezioni sono diventate blu,
ma non sono le solite marche tedesche travetiste da italiane, il brand è italianissimo, conosciutissimo, e famosissimo. Le due mozzarelle sono state infatti prodotte da Granarolo e sebbene le analisi siano ancora in corso sembra proprio che contengano lo pseudomonas fluorescens, il batterio che colora di azzurro il latticino.
NON E’ QUELLO DELLA LOLA – La procura di Torino che sulle mozzarelle blu conduce da tempo un’inchiesta, si sta già occupando del caso. La novità , inquietante quanto si vuole, è che anche l’azienda italiana, che con la mucca Lola invitava nei suoi spot i consumatori ad avere fiducia sulla qualità e sulla certezza dell’origine del latte utilizzato nei suoi prodotti, acquistasse latte dalla Milchwerk Jager, l’azienda tedesca da dove risultava provenire il latte con cui sono state confezionate le mozzarelle colorate trovate fino ad ora.
CI HANNO INGANNATI? – E adesso anche il Codacons ci vuole veder chiaro: “È inquietante il quadro emerso dall’indagine della Procura di Torino e ci impone un intervento a tutela dei consumatori“. Carlo Rienzi, il presidente dell’associazione dei consumatori, commenta così la notizia e decide di agire denunciando l’azienda alle Procure di Torino e Bologna e alla Corte dei conti per pubblicità ingannevole. “Qualora fosse vera questa circostanza e i prodotti Granarolo non venissero realizzati esclusivamente con materie prime italiane – spiega Rienzi – vi sarebbe un danno non solo per i consumatori, ma anche per l’economia nazionale”. Il presidente infatti ricorda che le pubblicità dell’azienda relative al Latte Alta Qualità, parlano di mucche italiane selezionate, di filiera garantita e controllata e di latte garantito e certificato ogni giorno con controlli più numerosi e approfonditi di quelli di legge“.
QUESTO LATTE SA DI FRODE – L’esposto che il Codacons presenterà alle Procure della Repubblica di Torino e Bologna, dove ha sede la Granarolo, e alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna, chiederà di chiarire se una eventuale pubblicizzazione come italiani di prodotti realizzati anche con materie prime straniere, possa configurare possibili reati come frode in commercio o truffa aggravata e di avviare un’indagine per accertare possibili danni all’erario connessi alle export e al discredito per il made in Italy. Anche il presidente della Coldiretti Sergio Marini oggi aveva chiesto chiarezza sull’accaduto: per l’associazione “oltre ad ingannare i consumatori, si tratta di una concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco, perchè per produrre un chilo di mozzarella tarocca occorrono 900 grammi di cagliata dal costo di meno di 3 euro al chilo, mentre il prezzo al pubblico di un chilo di mozzarella vaccina di qualità non può essere inferiore ai 6-7 euro al chilo“. Vatti a fidare.
(ANSA)