Amianto, cromo e Pcb, i veleni che soffocano Brescia

14/03/2014 di Maghdi Abo Abia

IL NODO DELLE AUTORIZZAZIONI – Il Comitato spontaneo contro le nocività di Brescia ha inviato alla Regione Lombardia, lo scorso febbraio, quelle che sono le inadempienza della discarica di via Brocchi. Nello specifico, è stato segnalato che non essendo stati rispettati i termini di alcune prescrizioni, i permessi per lo stoccaggio del materiale non dovrebbero più essere validi. Nello specifico, l’autorizzazione prevedeva una conclusione dei lavori di creazione del sito di massimo tre anni a partire da febbraio 2010, pena la decadenza della stessa. Ed oggi mancherebbe ancora il sistema di drenaggio oltre che il punto di osservazione per la popolazione. Eppure l’amianto viene depositato nonostante la discarica non sia completa. Manca inoltre la fascia boscata autoctona che faccia da filtro su lati nord ed ovest che doveva essere realizzata prima mentre oggi c’è una fascia boscata piantumata nata dopo i lavori di approntamento della discarica.

Discarica Profacta  (bresciacontrolenocivita.wordpress.com)
Discarica Profacta (bresciacontrolenocivita.wordpress.com)

 

IL CROMO DI CASTEGNATO – La Profacta, poi, ha richiesto il rinnovo con modifiche dell’Autorizzazione Integrata Ambientale con Regione Lombardia che nel novembre 2013 ha concluso una procedura di autotutela con cui ha confermato, riformandola, la vecchia autorizzazione, che si accinge a concedere il rinnovo. In sostanza, secondo la denuncia dei comitati, siamo punto ed a capo. E la discarica farà sicuramente parlare di sé nei prossimi mesi. Come peraltro sta avvenendo a Castegnato. Qui, e siamo sempre in provincia di Brescia, l’11 febbraio l’Arpa ha confermato che verranno effettuati controlli del terreno in prossimità della corsia di emergenza dell’autostrada A4 per capire come verranno compiute le operazioni di bonifica dei terreni ricchi di cromo.

UN MATERIALE CANCEROGENO – Il sindaco della località, Giuseppe Orizio, ha spiegato che se il problema riguarderà solo il Comune di Castegnato, i lavori saranno a carico della Provincia di Brescia mentre invece se dovessero interessare altri territori toccherebbe alla Regione farsi carico della sicurezza. Si, perché il 28 dicembre sono state scoperte sotto l’autostrada tra Ospitaletto e Castegnato, nel corso dei lavori per la realizzazione della Tav, scorie industriali ad altissima presenza di cromo. A scovarle anche in questo caso il consorzio Cepav Due. Esclusa la contaminazione della falda acquifera, anche se il cromo esavalente cancerogeno contenuto nei terreni sotto la terza corsia è di 1.400 volte superiore ai limiti di legge. Segno che anche qui ignoti hanno approfittato dei vuoti normativi del passato per tumulare scorie di ogni tipo nel sottosuolo, incuranti di quelle che potevano essere le conseguenze.

La Caffaro di Via Milano, Brescia (vocidibrescia.corriere.it)
La Caffaro di Via Milano, Brescia (vocidibrescia.corriere.it)

I POLICLOROBIFENILI CHE HANNO AVVELENATO BRESCIA – Ma non finisce qui. Brescia e la sua provincia devono fare i conti con un’altra emergenza ambientale. Parliamo della Caffaro, fabbrica diventata d’interesse nazionale nel 2003 in quanto ritenuta area industriale tra le più inquinate al mondo. Parliamo di un’area di 7 chilometri quadrati compresa nel cono «cono Caffaro», al cui vertice c’è l’azienda di via Milano, a pochi passi dal centro di Brescia. La Caffaro nel 1932 iniziò a produrre Pcf, Policlorobifenili, interrompendo l’attività nel 1983. Due anno dopo venne inglobata dalla Snia-Bdp. Ma nel 2001 una ricerca dello storico ambientalista Marino Ruzzenenti, pubblicata su La Repubblica, rivelò che nei 51 anni di attività vennero riversate nella acque di Brescia 150 tonnellate di Pcb.

LE INCIDENZE NEI TUMORI – I policlorobifenili sono una classe di composti organici considerati inquinanti persistenti dalla tossicità simile a quella della diossina. Ed a seguito delle analisi si è scoperto che il Pcb, come riporta Il Giorno, è oltre i limiti nel 67 per cento delle zone prossime all’azienda e del 18 per cento in quelle più lontane. Il Pcb ha effetti cancerogeni ed è ritenuto in correlazione con il melanoma ed è probabilmente coinvolto nei linfomi non-Hodking e nei tumori alla mammella. E Brescia rispetto al resto del Nord Italia una una maggiore incidenza di tumori al seno (+12 per cento) ed al fegato (+68 per cento). Sarebbe opportuno provare a bonificare anche per venire incontro alle 25.000 persone che abitano intorno alla Caffaro, ma un’operazione del genere non è mai stata fatta.

(cislbrescia.it)
(cislbrescia.it)

BONIFICHE IN PARTENZA – Ma dopo 12 anni dalle prime promesse di bonifica, non si è ancora mosso niente. Tanto che Il Giorno il 27 novembre 2013 spiegava che sei bresciani su 10 non si sono presentati ai controlli richiesti dall’Asl. Segno che per più di qualcuno ormai è diventato un pensiero con il quale si fanno i conti giorno per giorno. Tuttavia il 20 febbraio 2014 La Conferenza di Servizi convocata a Roma ha certificato passi avanti compiuti dalla Sogesid, società incaricata dal ministero che, come riporta Quibrescia, ha proposto piani per la bonifica del Campo di atletica Calvesi, della pista ciclabile lungo il Mella, della bonifica delle acque di falda, la messa in sicurezza delle rogge, del parco di via Passo Gavia. Ed i lavori partiranno dal prossimo settembre.

UNA TERRA AVVELENATA – Il mese prossimo, intanto, Arpa renderà pubblici i risultati delle analisi del sangue condotte su 1.523 persone residenti tra Brescia, Castel Mella e Capriano del Colle per capire se ci sono pericoli per la salute causati da un’esposizione prolungata al Pcb. Segno che al momento l’unica cosa che si può fare è indagare per scoprire se l’esposizione all’inquinamento ha causato gravi problemi di salute agli abitanti che, loro malgrado, si sono trovati vicino a zone contaminate, direttamente o indirettamente, dall’uomo. E probabilmente, e questo è il sospetto di Legambiente, forse c’è ancora dell’altro nascosto nella zona di Brescia. Ed in un certo senso, questa è la lettura dell’associazione, i lavori per la Tav hanno avuto un effetto benefico, scoprendo quelli che sono i veleni nascosti nella terra ed ormai dimenticati con la speranza che nessuno avrebbe mai potuto scoprirli.

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