I risultati delle Amministrative 2014 (tutti)
27/05/2014 di Alberto Sofia
RISULTATI AMMINISTRATIVE – Non soltanto la vittoria record alle elezioni Europee, con la quota 40% superata. Il Partito democratico trionfa anche alle amministrative: il centrosinistra strappa le regioni Piemonte e Abruzzo a Lega Nord e Forza Italia, con Sergio Chiamparino e Luciano D’Alfonso. Oltre a conquistare già al primo turno 8 sindaci su 27 capoluoghi di provincia, comprese le città di Firenze – con un plebiscito a favore di Dario Nardella – Prato e Pesaro. Altri 11 candidati sono stati i più votati, con ottime possibilità di essere eletti al ballottaggio del prossimo 8 giugno. Al centrodestra restano soltanto Teramo, Ascoli Piceno, Tortolì (Ogliastra). Con la parziale delusione di Pavia, dove il “rottamatore” azzurro Alessandro Cattaneo – che Berlusconi vorrebbe nominare nuovo “capo scouting” forzista con Toti – è stato costretto al secondo turno, fermo al 46,6% (nonostante sia lontano l’avversario di centrosinistra).
RISULTATI AMMINISTRATIVE, PD TRIONFA – I democratici sbancano le uniche due regioni in corsa per il rinnovo dei Consigli e della presidenza. L’ex sindaco torinese Sergio Chiamparino con il 47% ha doppiato gli avversari (Gilberto Pichetto per il centrodestra, al 22,1% e Davide Bono del Movimento 5 Stelle al 21,5%), chiudendo l’esperienza travagliata della giunta Cota alla guida di Palazzo Lascaris, culminata, dopo ricorsi e controricorsi, con l’annullamento del voto del 2010 (senza dimenticare lo scandalo Rimborsopoli). Molto lontani gli altri candidati sindaco: Guido Crosetto (Fratelli d’Italia) si è fermato al 5,18%, Enrico Costa (Ncd) al 3,07% e Mauro Filingeri (L’altro Piemnte a sinistra) all’1,13%. «Ho sempre avuto fiducia nei piemontesi, saranno con me. Da oggi ci metteremo al lavoro, spero di cambiare verso, per quel che c’è da cambiare. Il primo atto sarà lavorare per il piano dei progetti europei e quello di abolire i rimborsi regionali e le indennità come promesso», ha spiegato. Vittoria del centrosinistra anche in Abruzzo, che si è affidato all’ex sindaco di Pescara (non renziano) Luciano D’Alfonso, con il 46,6% dei suffragi. Sul neo governatore resta però l’ombra dei guai giudiziari, considerato come sia imputato per truffa e falso (ma ha già detto che non si dimetterà in campagna elettorale, stracciando il codice etico, ndr). Bocciato l’ex governatore forzista Gianni Chiodi, passato in 5 anni dal 48,81% del 2008 al 29,3% ottenuto ieri. Ha pesato sul voto anche lo scandalo della notte in albergo passata con una signora promossa dalla sua amministrazione e l’indagine per la vicenda rimborsi. Delusione alle regionali abruzzesi per il M5S, con Sara Marcozzi che non ha fatto più del 21%, nonostante sia arrivato anche Grillo per sostenere la candidata in campagna elettorale. Più indietro il candidato della sinistra radicale, Maurizio Acerbo, che ha chiuso con il 3% circa.
Un abbraccio ai nuovi sindaci. Da collega conosco la bellezza di un mestiere così delicato. Bentornato a casa @SergioChiampa #italiariparte
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 26 Maggio 2014
RISULTATI AMMINISTRATIVE, NARDELLA TRIONFA A FIRENZE, BALLOTTAGGIO A BARI – Grande risultato per il Pd e il centrosinistra anche nei Comuni: erano 4.095 quelli in cui si votava per rinnovare sindaci e consigli, 27 capoluoghi di provincia. I fiorentini hanno già scelto il successore di Matteo Renzi: è stata una cavalcata vincente per Dario Nardella, così come aveva pronosticato lo stesso presidente del Consiglio. Non è servita troppa scaramanzia: con il 59,1% il democratico ha sfiorato il record del 1994 di Mario Pimicerio (eletto con il 59,8%). Lontanissimi Marco Stella (Fi, con il 12.1%) e Miriam Amato (M5S, con il 9,3%). «Adesso la giunta, in meno di una settimana», ha promesso Nardella, ringraziando gli elettori su Twitter dopo il plebiscito a suo favore.
Grazie davvero a tutti. Vi aspetto alle 21 in SS Annunziata per festeggiare i fiorentini e #Firenze! Più di prima! pic.twitter.com/OQYgXtcZAD
— Dario Nardella (@DarioNardella) 26 Maggio 2014
«Sono arrivato esausto, ma deve cominciare tutto, abbiamo davanti cinque anni meravigliosi», ha poi aggiunto dal palco di una festa improvvisata. Il centrosinistra è invece stato costretto al ballottaggio a Bari, per eleggere il successore di Michele Emiliano. Al candidato dem Antonio Decaro è mancato meno di un punto percentuale, ma partirà in netto vantaggio tra due settimane. Con il 49,3% ha tenuto a distanza Domenico Di Paola, rappresentante del centrodestra unito, arrivato al 35.8%.
Trionfa il Partito democratico nella città di Pesaro, che sarà guidata da Matteo Ricci, ex presidente della provincia di Pu e vice-presidente Pd. «Abbiamo vinto con un risultato esaltante: la città ha creduto nel nostro progetto», ha spiegato, commentando gli oltre 60% delle preferenze. Una maggioranza schiacciante, che ha sbaragliato il centrodestra di Roberta Crescentini (17%) e i Cinquestelle di Fabrizio Pazzaglia (16%). Ricci ha già indicato quale sarà la priorità per la città marchigiana: «Il primo consiglio comunale sarà dedicato al tema della sanita», ha annunciato. Non senza lanciare «un messaggio forte per la Regione, perché e’ necessario cambiare direzione». Al ballottaggio, sempre nelle Marche, il comune di Urbino: per la prima volta, il Pd e la sua candidata Maria Clara Muci si dovranno impegnare per mantenere la guida del Comune contro Maurizio Gambini, fuoriuscito da una maggioranza di centro sinistra e sostenuto dal centro destra.
RISULTATI AMMINISTRATIVE, TUTTI I VERDETTI DA PRATO A PERUGIA – Il successo a Firenze di Nardella non è stato isolato. A Prato ha trionfato Matteo Biffoni (Pd) ha vinto con il 58,53%, tenendo ad ampia distanza l’uscente Roberto Cenni. Male la candidata del Movimento 5 stelle, Mariangela Verdolini, che ha ottenuto appena il 9,12% dei voti. Sotto l’1% delle preferenze gli altri candidati. Stesso esito a Empoli, dove Brenda Barnini è stata eletta al primo turno. A Livorno, invece, ci sarà un inaspettato ballottaggio tra centrosinistra e M5S. Il candidato di centrosinistra Marco Ruggeri è al 39,9%, mentre al secondo posto, col 19,3%, si è piazzato il grillino Filippo Nogarin. Ha pesato il risultato ottenuto da Andrea Raspanti, per la Sinistra unita, che ha intercettato molti voti e costretto Ruggeri al ballottaggio tra due settimane. Nel centro-Italia, ballottaggio anche a Perugia, dove il sindaco uscente Wladimiro Boccali del centrosinistra, con il 48,7% dei consensi, non è riuscito a trionfare al primo turno. L’onda di Renzi non è bastata al sindaco uscente: il suo Pd alle comunali si è fermato circa 10 punti dietro il dato delle Europee. Al secondo turno se la vedrà con Andrea Romizi (centrodestra), che ha conquistato il 26,37% dei consensi. Cristina Rosetti (M5S) si è fermata invece al 19,08%. Trionfa il centrosinistra anche in molti centri dell’Emilia Romagna. Il candidato del centrosinistra Luca Vecchi è il nuovo sindaco di Reggio Emilia, prendendo il posto della poltrona lasciata libera dall’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio. Sostenuto da una coalizione di sette liste, Vecchi ha vinto le comunali di domenica scorsa con il 56,38% dei consensi, pari a 46.673 voti. Lontano il candidato del Movimento 5 Stelle, Norberto Vaccari, si è fermato al 17,08% dei consensi. Vittoria del centrosinistra anche a Forlì (eletto Davide Drei), a Ferrara, dove Tiziano Tagliani ha trionfato con il 55,5% dei consensi, e a Cesena, con Paolo Lucchi rieletto sindaco già al primo turno. Fallisce invece, per il centrosinistra, la riconquista al primo turno di Sassuolo. Claudio Pistoni, il candidato sindaco del centrosinistra, partirà però con un cospicuo vantaggio (46% contro 32%) rispetto al sindaco uscente Luca Caselli, sostenuto da una coalizione di centrodestra. Ma l’unico vero neo è il risultato di Modena, dove – nonostante l’effetto Renzi, sarà costretto al ballottaggio Gian Carlo Muzzarelli. Il candidato Pd non è riuscito a passare al primo turno, indebolito da primarie al veleno e da una forte concorrenza a sinistra. Finito lo spoglio, Muzzarelli si è fermato al 49,7%, a una manciata di voti dal successo al primo turno. Pur avendo staccato di gran lunga tutti gli avversari – compreso Carlo Giovanardi, intorno al 3% – l’assessore regionale della giunta guidata da Vasco Errani dovrà affrontare tra due settimane un ballottaggio insidioso col grillino Marco Bortolotti, che ha preso il 16,3 per cento.
RISULTATI AMMINISTRATIVE, BALLOTTAGGI A PAVIA, CREMONA E BERGAMO – Andrà al ballottaggio anche Bergamo, dove il centrosinistra di Giorgio Gori si è fermato al 45,5%, tre punti in vantaggio rispetto a Franco Tentorio del centrodestra. Partirà da favorito. Sul voto non sembrano aver troppo inciso le polemiche scatenate dai suoi avversari, dopo la vicenda dell’abuso edilizio e i sospetti di irregolarità fiscali in piena campagna elettorale. Tentorio ha mostrato comunque di poter attirare più consensi del disastrato centrodestra che lo sostiene (con Fi ferma al 14.2% e la Lega sotto il 10%). Modesto il risultato dei grillini, fermi all’8,2%. Tutto rimandato al ballottaggio anche a Cremona, dove il centrosinistra si candida a strappare un altro importante comune. Gianluca Galimberti (sostenuto da Pd, Sinistra per Cremona, Centro democratico e alcune liste civiche) è al 46 per cento: 13 punti in più del sindaco uscente Oreste Perri (in corsa per Forza Italia, Ncd, Fratelli d’Italia e alcune liste civiche). Alessandro Zagni, candidato della Lega (che ha deciso di correre da sola) ha ottenuto il 8,5 per cento dei consensi. Anche in questo caso male la candidata grillina, Maria Lucia Manfredi, che si è fermata al 6 per cento. In diversi centri della Lombardia comunque si dovrà tornare a votare tra due settimane. Nella notte è stato completato lo scrutinio delle elezioni Amministrative per la scelta del nuovo sindaco di Pavia e il risultato definitivo ha visto confermato quello che rest uno dei ballottaggi a sorpresa di questa tornata elettorale. “Rimandato” a un secondo esame delle urne è stato quello che – secondo le classifiche del Sole 24 Ore – è stato il “sindaco più amato d’Italia”, il “rottamatore” di centrodestra Alessandro Cattaneo. Il 35enne forzista si è dovuto accontentare del 46,68%, mancando di centrare al primo turno la rielezione a primo cittadino. Andrà al ballottaggio con Massimo Depaoli, del centrosinistra, arrivato a un insperato 36,4%.
RISULTATI AMMINISTRATIVE, LEGA SENZA SINDACI ELETTI NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA – Anche in Veneto, a Padova, si tornerà al voto tra 15 giorni: nel feudo di centrosinistra, Ivo Rossi – candidato sindaco per Pd, Idv e Sel – è stato costretto dal leghista Massimo Bitonci al secondo round, fermandosi al al 33,55%. A stretto contatto l’esponente del Carroccio, al 31,64%. Pontida, il paese bergamasco dove si celebra il tradizione raduno del Carroccio, è rimasta invece una roccaforte leghista. Eletto Luigi Carozzi, che ha centrato la vittoria con il 42,93% dei voti. La Lega registra però una rilevante flessione dei consensi rispetto alle ultime amministrative quando il sindaco uscente, Pierguido Vanalli, si affermò con il 57,19% delle preferenze. Ma non solo: se alle Europee il partito di Salvini è risorto, conquistando il 6%, non è riuscito a piazzare alcun sindaco tra i comuni capoluoghi di provincia.
RISULTATI AMMINISTRATIVE, MALE IL CENTRODESTRA – Misero il bottino di Forza Italia. Dopo il crollo al 16.8% alle Europee, i berluscones hanno mantenuto Ascoli Piceno e Teramo, dove sono stati rieletti Guido Castelli e Maurizio Brucchi. Eletto poi sindaco di Tortolì, comune capoluogo dell’Ogliastra, Massimo Cannas, con il 30,6%: guidava la lista civica “Obiettivo 1”, con forze di centrodestra e indipendenti del centrosinistra. Sempre in Sardegna, trionfa il centrosinistra già al primo turno nel comune di Sassari, con Nicola Sanna al 65,3%: ha schiacciato gli altri cinque candidati, in particolare Rosanna Arru del centrodestra (13,1%) e il pentastellato Maurilio Murru (M5S) al 12%.
RISULTATI AMMINISTRATIVE, ALTRI BALLOTTAGGI – Tra gli altri risultati, testa a testa a Foggia, dove il candidato del centrodestra Franco Landella con il 32,55% e il candidato Augusto Umberto Marasco con il 29,94% torneranno a sfidarsi tra due settimane. Bisognerà aspettare anche per conoscere il risultato di Caltanissetta: Giovanni Ruvolo, candidato sostenuto dalla coalizione di centro sinistra composta da PD e UDC oltre che dal Polo Civico, è arrivato al 46.3% dei voti. Lontano Michele Giarratana, sostenuto da tre liste civiche, al 15,1% dei consensi. Male il candidato di centrodestra Sergio Iacona, al (14,01%). Il pentastellato Giovanni Magrì si è invece fermato al 9,94% con 2.602 voti. Ballottaggio necessario anche per decretare il primo cittadino di Pescara. Si sfiderano il candidato del centrosinistra Marco Alessandrini, arrivato ieri al 41,6% e quello del centrodestra Luigi Albore Mascia, che ha ottenuto il 23,6%. 14,8% (terzo posto) per la candidata del M5S Enrica Sabatin. Anche a Potenza si deciderà tra 15 giorni: il candidato sindaco di centrosinistra, Luigi Petrone, ha ottenuto il 47,82% dei consensi, con un largo vantaggio su Dario De Luca – sostenuto da Fratelli d’Italia/Alleanza nazionale e da due liste civiche -, che si è fermato al 16,79% dei consensi. L’altro candidato di centrodestra, Michele Cannizzaro – che ha corso per Forza Italia, Ncd, Udc e una lista civica – è stato votato dal 12,85% degli elettori, piazzandosi quarto. Al terzo posto, invece, Roberto Falotico, candidato per l’Idv, Verdi, più altre tre liste, con il 14,56%.
RISULTATI AMMINISTRATIVE, RITARDI – A più di 20 ore dall’inizio dello scrutinio delle elezioni comunali, non è ancora terminato invece lo spoglio delle schede a Terni e Orvieto: in entrambi i comuni mancano infatti all’appello i risultati di un seggio. Nel capoluogo, dove ormai è certo il ballottaggio tra il sindaco uscente del centrosinistra, Leopoldo Di Girolamo (47% dei voti in 128 sezioni scrutinate su 129) e il candidato del centrodestra, Paolo Crescimbeni (20,22%), le schede della sezione elettorale 95 sono state trasferite in tribunale, dove verranno di nuovo conteggiate per risolvere alcune controversie sull’assegnazione dei voti. Lo stesso vale per la sezione 16 di Sferracavallo, ad Orvieto, che appare decisiva per stabilire se si andrà o meno al ballottaggio. Il candidato del centrosinistra, Giuseppe Germani, è infatti a un passo dall’elezione al primo turno (49,5% in 28 sezioni scrutinate su 29), ma per qualche decina di voti rischia di dover sfidare, l’8 giugno prossimo, il sindaco uscente, Toni Concina, sostenuto dal centrodestra. Un caso nazionale sta diventando la situazione elettorale di Campobasso: Antonio Battista del centrosinistra è arrivato vicinissimo all’elezione, intorno al 49.9%, ma lo scrutinio non è stato completato. Alle 5 del mattino, la sezione mancante e determinante per la vittoria di Antonio Battista al primo turno, ha rinunciato a conteggiare le schede. Così le carte sono state spedite all’ufficio elettorale del Comune capoluogo per il completamento delle operazioni.