Assemblea Pd, la nota di Emiliano, Rossi e Speranza: «Renzi ha scelto la scissione»
19/02/2017 di Redazione
«Anche oggi nei nostri interventi in assemblea c’è stato un ennesimo generoso tentativo unitario. E’ purtroppo caduto nel nulla. Abbiamo atteso invano un’assunzione delle questioni politiche che erano state poste, non solo da noi, ma anche in altri interventi di esponenti della maggioranza del partito. La replica finale non e’ neanche stata fatta. E’ ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione assumendosi cosi’ una responsabilità gravissima». Lo affermano Michele Emiliano, Enrico Rossi, Roberto Speranza. «Sono esterreffato ed amareggiato per la presa di posizione di Emiliano, Rossi e Speranza. Chiunque abbia seguito il dibattito della assemblea nazionale si è potuto rendere conto che esso andava in tutt’altra direzione, intervento dopo intervento», ha commentato il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini. «Segno che questa presa di posizione – del tutto ingiustificata alla luce del confronto odierno nel Pd – era evidentemente una decisione già presa».
17.55. ASSEMBLEA PD, INDETTO CONGRESSO: MARTEDÌ DIREZIONE NAZIONALE. «È formalmente indetto il congresso. Convocherò la direzione per martedì con all’odg la nomina della commissione per il congresso», ha detto il presidente Pd Matteo Orfini concludendo l’assemblea del partito. «Con la fine dei lavori, questa assemblea si scioglie», ha aggiunto.
17.35. ASSEMBLEA PD, EMILIANO: «NESSUN PASSO INDIETRO, CERCO INTESA». Dall’intervento di Michele Emiliano all’assemblea del Pd emerge un cambio di linea rispetto a ieri del governatore pugliese, uno dei più critici nei confronti di Matteo Renzi (che oggi si è dimesso da segretario), insieme al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e all’ex capogruppo alla Camera Roberto Speranza. «Oggi abbiamo ascoltato qui il sosia di Emiliano», ha affermato il sottosegretario Antonello Giacomelli aprendo il suo intervento e ricordando i toni combattivi di ieri del presidente della Regione Puglia. «L’unica scissione vista è quella tra Michele di ieri ed Emiliano di oggi. Poveri Rossi e Speranza lasciati da soli», ha scritto invece su Twitter il deputato Ernesto Carbone.
Oggi Emiliano ha detto che ci sono possibilità di evitare lo strappo con la minoranza Dem e ha detto di avere fiducia in Renzi. I renziani lo invitano a candidarsi al congresso anticipato dei prossimi mesi. «Emiliano ha fatto un generoso tentativo per evitare l’irreparabile. Speriamo non si scontri nuovamente contro un muro di gomma e che le prime dichiarazioni di autorevoli esponenti renziani non rappresentino le reali intenzioni di Renzi», ha commentato il bersaniano Davide Zoggia.
Nessun passo indietro ma toni bassi per trovare un’intesa, ha detto Emiliano lasciando l’assemblea Pd. A chi gli chiedeva se da parte sua ci sia stato oggi un passo indietro, ha risposto «assolutamente no». Ho abbassato i toni, ha aggiunto, «per trovare un’intesa». «Oggi Emiliano, ha detto infine Rossi lasciando l’assemblea, ha fatto un’ultima proposta di responsabilità. Sta a Renzi, fino all’ultimo vediamo ma finora le nostre proposte non sono state accolte».
17.05. ASSEMBLEA PD, ROSATO: «EMILIANO DI CANDIDI A CONGRESSO». A margine dell’assemblea Pd il capogruppo alla Camera Ettore Rosato invita il governatore pugliese Michele Emiliano (critico nei confronti di Renzi ma fiducioso per la ricucitura dello strappo tra ex premier e minoranza Dem) a candidarsi al congresso. «C’è una dialettica interna al nostro partito. Lo sforzo è tenere questa dialettica dentro il partito. Trattativa? Non esiste una trattativa, c’è un percorso definito oggi verso il congresso». «Il congresso – dice Rosato – è la sede per discutere di contenuti. Lo faremo nei tempi e nel rispetto del calendario istituzionale, tenendo conto che le amministrative si terranno in primavera». «Il congresso non si solo sulle persone ma sui temi: Renzi presenterà la sua piattaforma programmatica con una tre giorni al Lingotto. Vedrei molto bene se Emiliano si candidasse al nostro congresso: avrà il luogo dove portare le sue motivazioni. Il congresso è una conferenza programmatica. Si discute di programmi non solo di leadership, è difficile confondere le due questioni».
16.42. ASSEMBLEA PD, EMILIANO: «UNITÀ A PORTATA DI MANO». All’assemblea Pd il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano (uno dei più critici in questi giorni nei confronti del segretario Matteo Renzi) parla di unità «a portata di mano». «C’è una sofferenza bestiale in questo momento. Un sacco di compagni e compagne si sono avvicinati, mi hanno dato una mano, mi hanno detto che è importante rimanere insieme. Questa possibilità è a portata di mano».
ASSEMBLEA PD, EMILIANO: «FIDUCIA IN RENZI». Il presidente della Regione Puglia ha anche espresso la sua fiducia in Matteo Renzi: «A volte anche un piccolo passo personale indietro, può servire a far fare 100 passi avanti a una comunità. Io ci sto provando. Ma è nelle mani del segretario e ho fiducia in lui».
ASSEMBLEA PD, EMILIANO: «CONVOCHIAMO CONFERENZA PROGRAMMATICA». Il governatore pugliese Michele Emiliano propone una conferenza programmatica, una strada che metta insieme anche il punto di vista della minoranza Dem: «Abbiamo un patrimonio che come dice Orlando ci potrebbe consentire in poche settimane di convocare l’Italia intera su una piattaforma programmatica assieme alla campagna elettorale per le prossime amministrative. Noi avevamo avuto l’impressione che il Pd volesse saltare questi passaggi e saltare alle elezioni ma il segretario mi ha detto che non era mai stata sua intenzione andare a votare e io gli credo. A questo punto se non abbiamo urgenza di chiudere la legislatura mi chiedo se è possibile in questa situazione difficile ritrovare le ragioni dell’unità».
16.20. ASSEMBLEA PD, NESSUNA REPLICA DI RENZI. A quanto si apprende, al termine degli interventi all’assemblea nazionale del Pd, il segretario dimissionario del Pd Matteo Renzi non dovrebbe replicare.
16.18. ASSEMBLEA PD, NODO SCISSIONE IRRISOLTO. Dopo le dimissioni di Matteo Renzi (che di fatto aprono la strada al congresso anticipato) resta ancora irrisolto (ad assemblea Pd in corso) il nodo della scissione. Il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina, ha affermato: «Spero che questa scissione non ci sia, temo però che avremo ancora un punto interrogativo questa sera. È stata giusta e necessaria la scelta del percorso congressuale, sulla quale il Pd deve ritrovarsi e non dividersi. Legittimamente si possono mettere in discussione progetti e leadership, ma in modo ordinato. Si sfidino e si confrontino ma nel congresso». E ancora: «Non ho mai visto una alleanza fondata su una scissione. Quando si divide il campo, si diventa più deboli. Ho paura che una scissione possa favorire le destre e un movimento come quello dei 5 stelle».
16.05. ASSEMBLEA PD, RENZI E MINORANZA ANCORA DISTANTI. Nel giorno dell’assemblea nazionale del Pd, sembrano ancora distanti le posizioni di Matteo Renzi, che stamattina di è dimesso da segretario di partito, e la minoranza Dem che minaccia la scissione. Le dimissioni dell’ex premier hanno aperto il percorso verso il congresso anticipato, che si dovrà tenere entro 4 mesi. Una conferma definitiva della scissione non è però ancora arrivata. L’ex segretario Pier Luigi Bersani ha affermato: «È naturale che, sentite le conclusioni, i tre che hanno presentato altre proposte (Emiliano, Rossi e Speranza, ndr) si vedano e decidano che fare. Con le dimissioni da segretario parte da adesso il congresso. È stata presa una decisione da Renzi e non credo che se la rimangerà subito. Ma non usciamo dalla sala con le bandiere rosse in mano, prenderemo una decisione…».
La minoranza Dem (a premere per la scissione sono soprattutto l’ex capogruppo alla Camera Roberto Speranza, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il governatore pugliese MIchele Emiliano) aveva chiesto un congresso a fine anno, a scadenza naturale, e il voto a fine legislatura. Le dimissioni di Renzi da segretario hanno aperto la fase del congresso anticipato, che secondo lo statuto Pd si deve svolgere entro 4 mesi.
15.55. ASSEMBLEA PD, DOPO LE DIMISSIONI DI RENZI PARTITO VERSO IL CONGRESSO ANTICIPATO. Dopo le dimissioni da segretario presentate da Matteo Renzi è stato stabilita la possibilità entro le 13.30 di presentare candidature per eleggere un successore già oggi, come prevede lo statuto del Partito Democratico.
Secondo le regole del Pd, infatti, è possibile eleggere subito in assemblea un altro segretario (come capitò per Guglielmo Epifani e Dario Franceschini) e a quel punto il congresso si tiene alla scadenza naturale (a dicembre). Oggi sarebbero servite 117 firme di delegati per presentare una candidatura. Il presidente Pd Matteo Orfini aveva fissato il termine per farlo alle 13.30.
Secondo lo statuto Pd, invece, se non ci sono candidati o nessuno riusce ad avere una maggioranza, il presidente Pd procede alla convocazione del congresso anticipato, che deve concludersi entro 4 mesi.
In assemblea Pd Orfini ha comunicato che oggi è stato raggiunto il numero legale delle presenze (con 637 accreditati sui circa mille delegati) ma non sono pervenute candidature alla segreteria. Dunque al termine dell’assemblea nazionale del Pd, ha spiegato ancora Orfini, «partirà automaticamente il congresso» anticipato. Nei prossimi giorni verrà fissata la direzione che nominerà la commissione per il congresso.
15.36. ASSEMBLEA PD, ROSSI: «È STATO ALZATO UN MURO, NOSTRA STRADA È ALTRA». Mentre continuano ad intervenire all’assemblea Pd i principali esponenti del partito più vicini a Matteo Renzi, invitando la minoranza ad evitare la scissione, non arrivano segnali positivi per il mantenimento dell’unità del partito. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, uno dei principali protagonisti della rottura con l’ex premier, sul dibattito in corso afferma: «È stato alzato un muro, sia nel metodo che nella forma. Per noi la strada è un’altra. Sono maturi i tempi per formare una nuova area. Ci sono stati milioni di cittadini che hanno abbandonato questo Pd». «Abbiamo posto – dichiara ancora il governatore toscano Rossi – lo stesso problema che milioni di cittadini pongono e che avvertono il PD come un partito non più di sinistra. Abbiamo provato ad avanzare alcune idee, invece è stato alzato un muro e non abbiamo avuto nessuna risposta di merito né di metodo».
15.30. ASSEMBLEA PD, BOCCIA: «CON SCISSIONE MORTE DI UN PROGETTO POLITICO». La proposta del deputato Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera: «La scissione non è una vittoria di alcuni e una sconfitta di altri, è la morte di un progetto politico. Io ho chiesto il congresso il 5 dicembre, ora apriamo il congresso, confrontiamoci in una conferenza programmatica e poi chiedo di avviare un congresso anche nei 4 mesi che ha detto Orfini». E ancora: «Renzi ha chiesto rispetto e ha detto che siamo insieme per un progetto politico ma quale era quando abbiamo fatto alcune scelte? Avevo capito, Teresa Bellanova che partivamo dalla centralità della persone e non del mercato ed invece non è stato così molte volte. Avremmo bisogno di votare sulle tesi e non sulle persone, forse emergerebbero le ragioni della storia insieme invece che le ragioni degli ultrà».
15.22. ASSEMBLEA PD, FOTO. Ecco alcune foto dall’assemblea Pd da archivio Ansa.
15.10. ASSEMBLEA PD, ORLANDO: «NULLA GIUSTIFICA SCISSIONE». All’assemblea Pd il ministro Andrea Orlando afferma: qualcuno dice che «fa più figo dire che bisogna fermarsi, fa saggio» ma non è così: chi invita a tirare dritto prende più applausi, chi invita ad andarsene prende gli applausi del proprio pubblico. Siamo in grado di fermare i tifosi? Forse non bastano gli appelli all’unità ma non d’accordo con Pittella, se se ne va qualcuno non è scontato che il Pd resti quello che era». Il ministro Orlando prova a mediare tra maggioranza e minoranza. «È superfluo dire ai compagni che ieri erano al Vittoria che il socialismo non può essere realizzato da una forza marginale? No ma soprattutto non è superfluo chiedersi perché siamo arrivati fino a qui: io credo che dopo il referendum si è certificato uno scarto tra nostre idee e quello che abbiamo intorno, uno scarto che, diceva Gramsci, genera irrequietezza. Il tema non è solo chi ci guida ma come siamo organizzati, il conflitto portato ad alzo zero non avvicina energie nuove, soprattutto intellettuali, per ricostruire un pensiero».
ASSEMBLEA PD, MARTINA: «SCISSIONE NON AIUTA GOVERNO». Il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina: «Io penso che si debba fare il congresso e che si debba stare insieme dentro questo percorso e fare insieme questo sforzo. Non capisco dove la scissione possa portare: non credo aiuti il governo, mentre il congresso può aiutarlo, e la scissione no. Non aiuterebbe la ricomposizione di un campo di forze di centrosinistra più largo di noi. Non consumiamo questa divisione: non facciamolo oggi, ne’ nelle prossime giornate». E ancora: «Non possiamo immaginare un ritorno alle antiche case ed appartenenze come se aiutasse». «Va colto il sentimento di smarrimento e alterità tra i nostri elettori. Va accolto».
ASSEMBLEA PD, DE VINCENTI: «SCISSIONE ERRORE GRAVE». Il ministro del Sud Claudio De Vincenti prendendo per la prima volta la parola in assemblea Pd ha affermato: «Ci sono compagni che pensano di lasciare il partito. Sarebbe un errore grave e foriero di conseguenze pesanti non solo per il partito ma anche per il paese». «È un’accusa falsa – afferma – quella di dire che non facciamo politiche per le classi deboli: la respingo». «Sul congresso dico che il Pd si deve assumere la responsabilità di chiarire al più presto la linea che intende indicare al Paese. Le dimissioni del segretario sono un atto di rispetto nei confronti della nostra comunità».
ASSEMBLEA PD, FRANCESCHINI: «NON CONSUMARE SCISSIONE OGGI». L’ex segretario e attuale ministro della Cultura Dario Franceschini all’assemblea Pd alla minoranza che vuole uscire dal partito dice: «Non consumate tutto oggi: c’è tempo. Lo statuto prevede che la direzione elegge una commissione per il congresso in cui ci sono anche i rappresentanti dei candidati. In questi quattro mesi entro i quali lo statuto impone di tenere il congresso, si possono ricostruire le regole e le garanzie. Non dividiamoci oggi: se vi alzate da quelle serie, non importa quanti sarete, ma sara’ una ferita per la nostra storia e per un percorso comune che abbiamo il dovere di proseguire insieme». E ancora: «No alla divisione tra di noi, non è il momento di dividersi, anzi è il momento di provare a ricostruire un rapporto con il Paese, capire perché si è incrinato qualcosa nel rapporto nostro con il Paese”. La scissione – sono le parole di Franceschini – aumenterà la possibilità che vinca la destra o che vinca Grillo» e «comunque siamo vicini alle elezioni ed è davvero difficile in un tempo cosi’ corto avere una scissione e poi andare insieme alle elezioni».
ASSEMBLEA PD, GIACHETTI: «PER MINORANZA PARTITO UNITO SOLO SENZA RENZI». Dopo Walter Veltroni l’intervento del deputato Roberto Giachetti: «Il 12 novembre il conducator della scissione diceva che con comitati per il referendum terminava il suo impegno con qualunque esito referendario e che lui tornava a fare presidente della fondazione socialisti ed europeo… ed, invece, è fresco fresco in giro per l’Italia ad organizzare i comitati. Alla fine il problema che sembra di comprendere non è che questo è un partito in cui ci devono stare tutti, la sensazione è che questo sia un partito di tutti ad eccezioni di uno, il problema per tenere unito il Pd è Matteo Renzi. Ma per verificare questo non ci sarebbe niente di meglio che fare il congresso».
13.24. ASSEMBLEA PD, VELTRONI: «SE TORNIAMO A DS E MARGHERITA NON È FUTURO MA PASSATO». Walter Veltroni prende la parola ad una riunione Dem dopo anni. E fa un appello per scongiurare la scissione: «Lo faccio dicendo che delle loro idee, del loro senso critico il Partito democratico ha bisogno». «Penso – dice – allo smarrimento delle persone che hanno vissuto in questi anni al Pd. La storia non comincia con nessuno di noi, mai. Per la prima volta dal 900 le forze riformiste si sono incontrate nel Partito democratico. Se ora la prospettiva è un sistema proporzionale con tanti partitini in grado di condizionare il governo, con lo strumento perverso delle preferenze, se la prospettiva è il ritorno a un partito che sembra la margherita e a un altro che sembra i Ds, allora non chiamatelo futuro: chiamatelo passato».
13.08. ASSEMBLEA PD, CUPERLO: «SE FOSSI IN RENZI DIREI CHE SPEZZARE SINISTRA È DANNO ENORME». «Non la data di un congresso. Non la qualità dei legami tra noi. Non è una lotta di potere. Oggi in gioco c’è molto di più: spezzare il filo su cui ha camminato la sinistra italiana per oltre un quarto di secolo». Così Gianni Cuperlo dal palco dell’assemblea. «In un passaggio simile, l’idea di spezzare il progetto su cui la sinistra ha investito se stessa è un pericolo enorme. Per tutti. Se fossi stato il segretario del partito, oggi avrei detto queste parole».
12.41. ASSEMBLEA PD, FASSINO: «MINORANZA SPAZIO NEL PD ESISTE TUTTO». «Ai compagni e agli amici della minoranza dico che lo spazio per restare nel Pd c’è tutto», dice l’ex sindaco di Torino Piero Fassino all’assemblea Pd. «Il congresso lo dobbiamo fare perché veniamo da due sconfitte pesante, le amministrative e il referendum e abbiamo di fronte due passaggi impegnativi, come il referendum sui voucher e gli appalti, e le amministrative». «Abbiamo di fronte il tema della legge di stabilità del 2018 che ci obbliga ad affrontare nodi che in questi anni, solo in parte, sono stati affrontati, come i soldi per le politiche di crescita. Questi sono i temi del congresso. Per questo abbiamo chiesto che il congresso fosse accompagnato da un momento programmatico. I congressi si fanno per stabilire gli asse strategici e non per decidere quando andare a votare».
12.08. ASSEMBLEA PD, EPIFANI: «RICATTO NON VA USATO SU DI NOI». L’ex segretario Guglielmo Epifani interviene dopo Matteo Renzi. «Con la scuola abbiamo commesso un errore. Quando ti fa sciopero il 60 per cento della categoria tu non puoi renderti conto. Non stiamo facendo solo bulloni, ma dobbiamo progettare e non andare avanti in questo modo». La platea dell’assemblea Pd rumoreggia quando Guglielmo Epifani paragona la fiducia sull’Italicum alla fiducia sulla legge truffa del ’53. «Ricatto è una parola che non va usata né per sé né per gli avversari. La parola scissione non ha senso, non l’avrei mai usata. Ma per stare dentro un partito ci vuole rispetto, rispetto per chi si batte giorno dopo giorno non per indebolire ma per fare più forte il progetto comune per cui tutti abbiamo lavorato».
#assembleapd Epifani parla a nome di Emiliano Speranza e Rossi
— giovanna casadio (@giovannacasadio) 19 febbraio 2017
12.02. ASSEMBLEA PD, RENZI: «NON CHIEDETE A CHI SI DIMETTE DI NON CANDIDARSI PER EVITARE LA SCISSIONE». «Il Partito democratico è più forte dei destini personali e dei leader, comunque si chiamino. Come comunità il Pd ha un passato, un presente e un futuro. Non immaginate di chiedere a chi si dimette di non candidarsi per evitare la scissione. Stiamo insieme perché abbiamo un progetto non perché siamo contro qualcuno. Avete il diritto di sconfiggerci non di eliminarci».
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11.57. ASSEMBLEA PD, RENZI: «IL PD SI BASA SUI VOTI NON SUI VETI». «Se non si fa il congresso diventiamo come gli altri, trovare un equilibrio non è difficile ma per fare cosa se il Pd ha già vissuto passaggi analoghi nel 98 con Prodi, nel 2009 quando si è dimesso Veltroni». Così Renzi ha ricordato altri leader ‘azzoppati’ dagli scontri interni. «Il Pd si basa sui voti e non sui veti, il congresso è l’alternativa al modello Casaleggio o al modello Arcore».
11.48. ASSEMBLEA PD, RENZI: «NON ACCETTO IL COPYRIGHT SULLA PAROLA DI SINISTRA». «Dobbiamo troviamo un criterio nuovo per la forma partito. Altrimenti passa l’idea di partito azienda o azienda partito. Questo argomento dovrà essere affrontato nel congresso», spiega Renzi all’assemblea Pd. «Inoltre dopo il 4 dicembre continuiamo a pensare ad un modello maggioritario oppure no?», si chiede ancora l’ex premier. «Non sempre si è proceduto al rinnovamento». «Non accetto il copyright sulla parola di sinistra», spiega Renzi citando poi Teresa Bellanova elogiando il suo lavoro. «Ha fatto lei più di altri convegni in questi anni. Anche se non canto Bandiera Rossa penso che il partito democratico abbia un futuro». «Sinistra è dove ci sono le ragioni dell’uguaglianza, dell’inclusione, del rispetto degli uni verso gli altri, del coinvolgimento di chi è ai margini», ha spiegato Renzi. «Il Pd si può basare su dei voti ma non su dei veti».
11.33. ASSEMBLEA PD, RENZI: «NON VOLEVO FARE IL CONGRESSO». «Resti agli atti ciò che è accaduto in questi due mesi e mezzo. Ho cercato di accogliere le proposte altrui, sono stato insultato anche da due amici. La minoranza ha detto blocca il congresso mi sono fatto carico, abbiamo lanciato una campagna di ascolto». «Soffro alla scissione, ma soffro anche all’idea di cedere a una richiesta che sembra strumentale». «Io non volevo fare il Congresso. Ringrazio Piero Fassino, uno che è stato più vicino a me in questo momento». «Il congresso ha dei tempi statutari, peggio della parola scissione c’è la parola ricatto», ha dichiarato il segretario.
11.20. ASSEMBLEA PD, RENZI: «INIZIAMO DIBATTITO CON PAROLA ‘RISPETTO’». «Vorrei che potessimo iniziare il dibattito con una parola chiave: rispetto». Così Renzi inizia il suo discorso da dimissionario come segretario del Partito democratico. «Fuori da qui ci stanno prendendo per matti. La scissione ha le sue ragioni che la ragione non conosce». Il referendum per Renzi è stata una botta. Ammette di aver sbagliato a personalizzare la campagna.
10.50. ASSEMBLEA PD, ARRIVATO GENTILONI. Il premier Paolo Gentiloni è arrivato all’assemblea del Pd. Anche i ministri dem e i vari leader, tra i quali Pier Luigi Bersani, e i tre candidati alla segreteria Roberto Speranza, Michele Emiliano ed Enrico Rossi sono già presenti.
10.44. ASSEMBLEA PD, CUPERLO: «EVITARE SCISSIONE CON OGNI SFORZO». «Si faccia ogni sforzo e ogni fatica per evitare la scissione», ha detto Gianni Cuperlo, leader della sinistra dem, al suo arrivo all’hotel Parco dei Principi
10.13. ASSEMBLEA PD, RICHETTI: «EVITARE SCISSIONE, OGGI UN ALTRO PEZZETTINO». È stato fatto tutto il possibile per evitare la scissione? «Facciamo un altro pezzettino questa mattina», ha spiegato il deputato Pd Matteo Richetti arrivando all’assemblea Pd. Ci sono i motivi per dividersi? «Domandatelo a chi se ne vuole andare».
10.10. ASSEMBLEA PD, GD: «RESTIAMO UNITI». Restiamo uniti. Questo lo striscione che i Giovani democratici del II municipio di Roma hanno portato davanti all’hotel Parco dei Principi dove tra alcuni minuti inizierà l’Assemblea nazionale del Partito Democratico.
10.01. ASSEMBLEA PD, ROSSI: «ULTIMA DOMENICA? NO, NON ESAGERIAMO». È l’ultima domenica del Pd? «No, non esageriamo… Ce ne saranno anche altre di domeniche», ha detto il governatore della Toscana, candidato alla segreteria dem, Enrico Rossi arrivando all’assemblea nazionale del Pd.
guarda la diretta streaming della Assemblea Pd
Oggi, dalle ore 10, si svolge a Roma, presso l’Hotel Parco dei Principi l’Assemblea nazionale del Partito Democratico. I lavori saranno trasmessi in diretta streaming sul sito del PD, www.partitodemocratico.it, su www.unita.tv e sulla pagina Facebook del PD. Ci sono margini di trattativa per evitare la scissione? L’ala bersaniana sembra quella più pronta all’addio. Il governatore pugliese Michele Emiliano e quello toscano Enrico Rossi dovrebbero invece rimanere nel Pd. La minoranza chiede tempi più lunghi per il Congresso e l’inversione di rotta su alcuni temi riformativi come il lavoro. Matteo Orfini ha aperto al dibattito interno, una mediazione che è attuata da alcuni pontieri in primis Dario Franceschini, che scongiura la divisione. La frattura potrebbe minorare il governo Gentiloni. I parlamentari della minoranza. compresi i cuperliani, a Montecitorio sono 40 (263 sono nella maggioranza), al Senato sono 21 (97 nella maggioranza).
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ASSEMBLEA PD, BOCCIA (VICINO A EMILIANO) SPOSA LA LINEA DI ORFINI
«Ho letto la proposta del presidente Orfini, per fare della prima parte del congresso una discussione sui programmi. Ma Renzi deve avere la generosità di consentire ai suoi sfidanti il tempo necessario per girare l’Italia e far conoscere le loro idee. Se si fanno le primarie in aprile questo è impossibile, serve almeno un giorno per ogni provincia. Per questo si potrebbero fare le primarie in estate, dopo le amministrative. Con un patto per assumerci tutti insieme la responsabilità del voto nei Comuni», ha dichiarato il deputato del Pd Francesco Boccia, molto vicino a Michele Emiliano, in un’intervista a La Stampa. Oggi Michele Emiliano dalle pagine de L’Unità spiega: «Renzi non ci escluda, una scissione sarebbe una sua sconfitta».
GIULIANO PISAPIA: «SCISSIONE PD SAREBBE UNA SCIAGURA»
«Auspico che non accada alcuna rottura. Ho visto che peraltro è iniziato un dialogo con l’obiettivo di evitarla. La scissione sarebbe una sciagura. Del resto basta ascoltare quello che dice il popolo del Pd per capirlo. Un popolo di cui non faccio parte, ma che chiede unità, non solo nel Pd ma per tutta la sinistra. E questo è anche il mio intento», ha dichiarato l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia in un’intervista a Repubblica. «Adesso – ha aggiunto l’ideatore di Campo progressista – nel Pd tutti dovrebbero stare fermi, o ancora meglio fare un passo indietro, per potere fare poi due passi avanti».
(in copertina foto via Skytg24)