Attentato Champs-Elysées, l’ennesima fake-news sull’identità dei terroristi. Stavolta tocca al “Belga”
21/04/2017 di Gianmichele Laino
Alzi la mano chi non ha avvertito un brivido di preoccupazione – temendo un nuovo Bataclan – quando, durante i concitati live della sparatoria sugli Champs-Elysées di Parigi, è stata diffusa la notizia che un secondo attentatore, arrivato in Francia attraverso il Belgio, era ancora ricercato dalla polizia, in fuga dal luogo dell’attacco terroristico. Si trattava di Youssuf El Osri.
LA FAKE-NEWS DEL SECONDO ATTENTATORE DEGLI CHAMPS-ELYSÈES
La notizia è stata ripresa da tutti i principali media italiani, partendo da un tweet di un giornalista francese di Canal Plus, Louis Ney, che aveva per primo indicato il nome del presunto secondo attentatore. In realtà, come è stato sottolineato dal blog Mazzetta, la persona citata non aveva alcun tipo di legame con l’attacco terroristico, terminato subito dopo il suo inizio con la morte del vero assalitore, Karim Cheurfi.
Tant’è che la polizia non si è data a inseguimenti spericolati o a una caccia all’uomo. I gendarmi francesi, invece, si sono recati immediatamente nell’abitazione parigina di Cheurfi, per perquisirla ed effettuare le dovute indagini. In realtà, ad alimentare la pista del secondo presunto attentatore c’è stato anche l’Isis, o meglio, gli account Twitter riconducibili al sedicente Stato Islamico. Sui social network questi account, nel rivendicare l’attentato, hanno parlato di un affiliato che – come nome di battaglia – aveva “il Belga”. Facile, dunque, fare due più due e pensare a Youssuf El Osri.
Quest’ultimo, che era sì ricercato dalla polizia di Anversa per una questione di spaccio di droga, si è presentato questa mattina in commissariato, spaventato dalle voci che lo additavano come terrorista islamico. Inoltre, le autorità francesi hanno da subito escluso la pista belga, concentrandosi – come detto – sulla raccolta degli elementi del vero attentatore, ovvero di Karim Cheurfi.
Non è la prima volta che si registra un caso del genere. Anche nel corso dell’attentato a Westminster, a Londra, lo scorso 22 marzo, era stata diffusa la fotografia di un presunto attentatore, Trevor Brooks noto come Abu Izzadeen, imam di Clapton. In realtà, quest’ultimo, al momento dell’attentato, si trovava in carcere e non avrebbe potuto commettere alcun gesto sconsiderato. Ma fu solo l’ultimo di una lunga serie di errori.
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(FOTO: ANSA/ FRAME DA SKY TG24)