Ballottaggio sindaco 2016: Roma, la vittoria e la sconfitta visti dal marito della Raggi e dal figlio di Giachetti
20/06/2016 di Redazione
LE LETTERE DI ANDREA SEVERINI E STEFANO GIACHETTI –
Il day after è anche quello delle parole di chi ti ama, per la vincitrice e lo sconfitto. E così Virginia Raggi, pochi secondi dopo la certezza del trionfo si vede recapitare, a mezzo blog, dal marito quasi ex Andrea Severini una lettera d’amore e di politica, intitolata “Lettera al sindaco di Roma, mia moglie!”, in cui lui – che nella testata del sito si definisce “un cittadino in moVimento” – inizia ricordando quel banchetto a Mattia Battistini “per il referendum sull’acqua e sul nucleare” (sì, il neosindaco di Roma fa politica solo dal 2011, avete letto bene) e finisce dicendogli teneramente “mi manchi da morire”. All’inizio c’è pure un emoticon, ammette di aver “pianto di felicità”, la ringrazia per la sua capacità di ascolto. Poi la stoccata agli avversari.
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I partiti hanno cercato in tutti i modi di ostacolarti, hanno cercato di tirarti giù e cercato di far apparire te e il movimento uguale a loro. Fango su di te, su di noi e sulla nostra vita.
E prima di salutarla con parole dolci, una dichiarazione d’amore politica e personale.
L’acqua il bene più prezioso che abbiamo, scorre sempre, è incontenibile, è come te.
I tuoi occhi parlano.
Sei stata un fiume in piena, hai avuto un coraggio da leonessa e una capacità di spiegare le cose in maniera semplice, in maniera popolare e genuina.
LA LETTERA DI STEFANO GIACHETTI SU FACEBOOK –
Non è da meno, però, Stefano Giachetti, figlio di Roberto, sfidante sconfitto dall’avvocato 37enne di Roma Nord. Lui affida la sua missiva a Facebook. Raccontando gli ultimi sette mesi. Da quella cena insieme in cui
hai messo me e Giulia seduti, e con uno sguardo tra il timoroso, l’emozionato e l’incredulo, ci hai confidato “Mi candido a sindaco di Roma”. All’inizio mi ricordo di aver girato la testa verso mia sorella come a dire “levagli il vino cazzo, questo ha esagerato” cercando in lei un sostegno, ma la sua e la tua espressione mi hanno fatto capire che non era il vino o la tua solita voglia di scherzare che aveva elaborato quel pensiero, qui si faceva sul serio
Diverte lo stile della lettera e del racconto. C’entra pure la Maggica, è inevitabile
Arriva il 15 Gennaio, giorno nel quale decidi di farmi il regalo di compleanno, pubblicando il video al Gianicolo dove rendi ufficiale la candidatura alle primarie del PD per diventare il candido del centro sinistra a Sindaco di Roma. “L’ha fatto davvero.” ho pensato la prima volta che l’ho visto. Ho provato quella sensazione che provavamo allo stadio quando Gervinho, dopo 200 metri e aver superato 4 avversari , arrivava davanti al portiere, lo salta e tirava in Patagonia a porta vuota. Ecco, spero di aver reso l’idea.
Continua Stefano a racccontarci come l’entusiasmo e l’impegno del padre abbia contagiato anche lui, con piccoli sprazzi privati, come quel “5 giugno in cui cercavi di smorzare la tensione con battute e sorrisi, ma eri più teso di una corda di violino”. E poi il 17 giugno, il palco, insieme al papà e la sorella.
Quando siamo saliti sul palco, vicino a te, mi è venuta la pelle d’oca, non per la gente, non per la possibilità di vittoria, ma perché dentro quell’abbraccio ho sentito tutto, qualcosa di indescrivibile non spiegabile a parole.
E chiude, prima di un secco ma sentito “ti voglio bene papà” con un eloquente
siamo tutti fieri di te, anche chi in questo momento non è qui sarebbe fierissimo di te, hai fatto qualcosa di incredibile, fuori dall’ordinario
Centinaia di migliaia di voti. Ma a volte la preferenza che cerchi, che per te è importante, è a casa. E’ nei tuoi affetti più importanti. Il padre di tuo figlio, il tuo ragazzo. Che arrivano dopo, perché questa non è più campagna elettorale. E’ vita.