Bambino morto di meningite, com’è possibile prendere la malattia per cui si è vaccinati?
27/10/2017 di Redazione
Ieri un bambino di due anni di Monteforte Iprino, in provincia di Avellino, ricoverato al Cotugno di Napoli, è morto di meningite da pneumococco nonostante fosse vaccinato, come lo sono quasi tutti i piccoli della sua età. Un batterio in 48 ore ha reso impotenti i medici di due nosocomi, dell’ospedale di Avellino, dove il bimbo era stato inizialmente portato per la febbre alta, e poi quelli della struttura del capoluogo campano. Ma com’è possibile perdere la vita nonostante l’immunizzazione? Ci sono diverse risposte a questo interrogativo. La spiegazione non è univoca. Se da una parte vanno approfondite eventuali fragilità del bambino dall’altra va tenuto conto dei diversi ceppi di pneumococco e dei diversi vaccini che difendono l’organismo da alcuni tipi di batteri e non da altri. Ma potrebbe anche essere che il vaccino non abbia funzionato. L’Asl di Avellino ha confermato che il bambino era stato vaccinato pochi mesi fa.
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BAMBINO MORTO DI MENINGITE, L’IPOTESI DEL CEPPO NON COMPRESO NEI VACCINI
Il quotidiano Il Mattino di Napoli in un articolo a firma di Ettore Mautone riporta oggi una spiegazione del professore Guglielmo Borgia, ordinario di malattie infettive all’Università Federico II:
«Fino a pochi anni fa esisteva il vaccino con 7 ceppi, che copriva quelli più conosciuti e capaci di scatenare una risposta immunitaria, oggi c’è la versione che protegge da tredici ceppi, ma siamo ancora lontani dai novanta sierotipi conosciuti mentre il ’23-valente’ di recente messa a punto, non ha ancora un’efficacia tale da essere consigliato nelle vaccinazioni di massa».
Dunque, l’ipotesi è che il tipo di batterio che ha colpito il piccolo Pasqualino non fosse compreso nelle tredici varianti del vaccino attualmente disponibile. Il vaccino è stato realizzato negli Usa prendendo in considerazione i sierotipi di batteri presenti in quella zona del pianeta, ma nessuno ha studiato a fondo le versioni più diffuse in Italia.
BAMBINO MORTO DI MENINGITE, L’IPOTESI DELLA RISPOSTA INCOMPLETA
Per quanto riguarda invece un’eventuale fragilità del bimbo, va precisato che una risposta incompleta alla vaccinazione è documentata nel 5 percento dei vaccinati. La professoressa Maria Triassi, docente di Igiene alla Federico II ha precisato che «in entrambi i casi» non c’è un buon motivo per considerare inutile la vaccinazione. Ma ci sono fattori che devono «spingere gli studiosi ad approfondire le ricerche per dare ulteriori risposte». «In Campania – si spiega – si registrano molti casi di meningite da ceppo Y laddove invece le vaccinazioni consigliate dal ministero riguardano la C e la B. La Campania bene ha fatto a raccomandare la tetravalente che copre i 4 ceppi più diffusi in Europa (A,C, Y e W 135) con la B da praticare a parte con almeno un richiamo per renderla efficace».
(Foto da archivio Ansa)