Beppe Grillo sta ripetendo la stessa intervista da tre giorni
06/04/2016 di Tommaso Caldarelli
Per essere il fondatore di un movimento che, inizialmente, aveva come caratteristica fondamentale quella di rifiutare ed evitare qualsiasi contatto con tv e media, non c’è male: Beppe Grillo – nell’ambito del giro stampa che lancia il suo nuovo tour, “Grillo contro Grillo” – ha letteralmente invaso l’arena. Ripetendo in ogni occasione, con brevi variazioni sul tema, le stesse risposte e gli stessi contenuti: Beppe, tranquillo, abbiamo capito.
BEPPE GRILLO STA RIPETENDO LA STESSA INTERVISTA DA TRE GIORNI
L’uscita più roboante, quella che sta facendo rumore, è quella della video-intervista al Corriere della Sera Tv in cui il comico ha detto chiaramente che se la sua candidata alle Elezioni Roma 2016, Virginia Raggi, non vincesse le consultazioni, il comico sarebbe – bonariamente – disposto a “darsi fuoco”. La cosa peraltro non è piaciuta a Lucia Annibali, che ha risposto su Twitter abbastanza risentita.
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Lo ha ripetuto poi oggi alla Stampa, senza che gli fosse peraltro chiesto direttamente, aggiungendo anche il luogo dell’evento – infausto, che chiaramente non gli auguriamo.
Una domanda sulle amministrative s’impone: una grande città la porterete a casa?
«Se a Roma non vince la Raggi io mi ammazzo. Non capisco, davvero, non riesco a concepire come i romani possano non votarla. Se perde, mi do fuoco a Campo de’ Fiori».
E nella lettera al Fatto, in cui, parlando con il suo neurologo immaginario – qui riportato dall’Aska – il comico torna sul tema della propria auto immolazione.
“Io non sopporterei che il Movimento non vincesse queste elezioni! Se succede divento un serial killer di acari con la lente e un minuscolo spray! Qualunque cosa va fatta per evitare questo rischio. Se Virginia Raggi perdesse, tanto varrebbe ritirarsi! Che bisogna fare ancora? Candidare a sindaco la Madonna?”
Nell’intervista a Wired, quella in cui il comico ha espresso la sua preferenza fra Donald Trump e Hillary Clinton (preferendo il primo) Grillo parla del proprio “posizionamento futuro”, per così dire, nell’universo dello show business italiano: vorrebbe andare in Rai? Sì, ma meglio su Netflix.
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Quindi è diverso rispetto al 2014 quando, alla vigilia delle elezioni per il Parlamento Europeo, portò in giro per l’Italia lo spettacolo ‘Te la do io l’Europa”?
“Girare è solo un modo per aprirmi la mente. Poi è chiaro che se i miei temi rientrano nel programma politico non posso mica farci niente”.Se glielo chiedessero, porterebbe il programma in tv?
“Mi vedo più su Netflix che sulla Rai. Dai 16 ai 45 anni nessuno guarda più la televisione. Gli italiani guardano le serie in streaming. Il contenitore è esaurito, agonizzante”.
A domanda oggettivamente simile da parte della Stampa, il comico risponde in maniera oggettivamente simile.
È improbabile che glielo chiedano, ma tornerebbe in tivù?
«La tivù? Ma la tivù non c’è più! La tivù oggi è Netflix, sono le app del cellulare. Il resto non esiste. Anche se la tecnologia è un paradosso».
Però ce l’ha detto anche sul Foglio, in un’altra intervista, riportata dall’Huffington Post.
Quindi un pensiero su un possibile ritorno a Viale Mazzini, magari per Sanremo. “Io a Sanremo ci torno, ma con il mio spettacolo: vado all’Ariston il 23 maggio. Ma mi vedo più su Netflix che sulla Rai”
E la fondazione del Movimento Cinque Stelle? “Nello spettacolo”, Beppe lo dice: «Dai, Scherzavo». E oltre che sul palco, ce lo ripete: su Wired, e sulla Stampa.
E non crede che la gente continuerà a vederla come il padre del Movimento?
“No, se la gente smette di riconoscermi come leader. Non lo sono più e ho mai voluto esserlo. Nello spettacolo lo dico: io scherzavo. Lo spettacolo racconta questo: la storia della mia vita. Come mi sono trovato comico e poi come i miei spettacoli hanno motivato un movimento politico. Prima parlavo di energia, di rifiuti, di spazzolino: stimolavo la curiosità. Le cose sono cambiate negli anni. Internet è avanzata e ora ho davanti un pubblico più informato. Se prima raccontavo alla gente cose che non sapeva, ora la devo indirizzare in Rete. Il messaggio è sempre lo stesso: bisogna guardare il mondo al contrario: quando i media danno addosso totalmente a qualcuno, vuol dire che è nel giusto”.
E cambiando l’ordine degli addendi, da Torino, così.
«Per caso! Io scherzavo, cioè dicevo cose serie e vere ma scherzando. Poi ho incontrato Casaleggio e un pubblico che capiva, informatissimo grazie a Internet. Da lì è nato tutto. Ma non ho mai pensato di essere un leader né l’ho mai voluto. È capitato».
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Quello del ritorno alle scene è un momento importante per Beppe Grillo: « Mi riprendo la mia libertà, anche quella di fare battute sui vegetariani», senza paura di eventuali conseguenze politiche infauste. Come lo sappiamo? Perché ce l’ha detto sul Corriere, sulla Stampa, e su Wired.
Ed eccoci.
Insomma, Beppe: ma se insieme ai giornalisti ci spoileri tutto quello che dirai sui giornali, che ci veniamo a fare a vedere il tuo spettacolo?