Emilia Garuti, insulti e minacce per la sua denuncia sul degrado della biblioteca di Bologna
13/02/2017 di Redazione
La biblioteca della facoltà di Lettere dell’università di Bologna ha provocato polemiche accese e tensioni tra forze dell’ordine e collettivi studenteschi. La situazione è diventata particolarmente difficile anche per Emilia Garuti, la studentessa che ha lavorato per diversi mesi come bibliotecaria. 22 anni e attiva nel Partito Democratico, la giovane è stata oggetto di ripetute minacce e numerosi insulti da parte dei collettivi universitari. Lo raccontano diversi quotidiani oggi, tra cui il Corriere della Sera e il Resto del Carlino. Emilia Garuti spiega al Corriere cosa abbia visto durante il suo periodo di lavoro presso la biblioteca.
È successo anche questo: un giorno un tizio si è masturbato davanti a una ragazza, all’interno della biblioteca, come se niente fosse. Lei è scappata fuori in lacrime mentre dentro scoppiava un pandemonio. Un’altra volta ho avvertito una ragazza che la stavano derubando: sono stata inseguita e minacciata di botte…I bagni vengono usati come luoghi di spaccio o per drogarsi — racconta Emilia — più volte sono state trovate siringhe usate e i servizi sono rimasti chiusi per giorni. I borseggi e i furti sono all’ordine del giorno, i materiali della biblioteca danneggiati, persino i libri.
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Emilia Garuti ha denunciato la situazione di degrado in un post su Facebook che è stato condiviso da migliaia di persone, attirando la rabbia dei Collettivi Universitari. La militanza nel Partito Democratico è stata particolarmente criticata dai gruppi universitari bolognesi di estrema sinistra.
Scrutando un po’ lo stesso web a lei (e a tanti altri sciacalli) molto caro, si scopre che la studentessa fa parte della segreteria regionale del Partito Democratico, nel ruolo di, guarda un po!, responsabile alla legalità! Nessuno è più di sinistra di te, ma per piacere, proprio tu che stai al soldo di Poletti – lui che vorrebbe condannare la nostra generazione ad ammazzarsi! Ma strano eh, è proprio il Partito Democratico, quella squallida e bestiale cricca di speculatori e massacratori di giovani e poveri, che si ingegna – a tempo record – per diffondere per bocca di una sua dirigente parole infamanti e bugiarde. Come lei più che “la studentessa” è donna di Partito, così quella petizione su Change.org pare farle il paio.