Blue Whale, il sondaggio: il 56% dei ragazzi conosce il ‘gioco’ dei suicidi
21/05/2017 di Redazione
Il 56% degli adolescenti italiani conosce la Blue Whale, il macabro gioco che in Russia avrebbe spinto a togliersi la vita alcune decine di ragazzi. E il 10% dei giovanissimi ha riferito di conoscere coetanei che hanno preso in considerazione l’idea di cominciare quella sfida folle. È il risultato, preoccupante, di un sondaggio realizzato dall’istituto Ipr Marketing diretto da Antonio Noto, pubblicato oggi sulle pagine del Quotidiano Nazionale.
BLUE WHALE, SONDAGGIO SUL PERICOLO DEL MACABRO GIOCO
Secondo la rilevazione il teorema che istigherebbe al suicidio (di cui hanno parlato pochi giorni fa Le Iene) è conosciuto dal solo il 5% degli adulti. E dai dati emerge la voglia di sfide estreme da parte dei giovani come via per affermare la propria forza:
Per esempio il 25% degli under 24 ha dichiarato in un sondaggio di IPR Marketing che almeno una volta ha perseguito un comportamento che avrebbe potuto mettere a rischio la propria vita. Se in questa quota pesa in misura maggiore (20%) il consumo di alcol, nel senso però di aver bevuto non per ubriacarsi ma per sperimentare il proprio limite alla sopravvivenza, non è da trascurare che il 10% ha messo in atto anche situazioni limite come il selfie estremo (per esempio in cima ad un precipizio o al passaggio di un treno) o un ulteriore 12% ha pensato al suicidio. In questo contesto già di per sé allarmante, fatto di sfide che dovrebbero anestetizzare le insoddisfazioni, ha facile semina il «gioco» della balena blu, cioè la spinta al suicidio in un contesto di superamento di prove che devono portare alla morte. Altro dato allarmante è che il 10% degli adolescenti ha dichiarato di conoscere coetanei che prendono in considerazione la possibilità di iniziare il «gioco».
L’autore del sondaggio sottolinea che tra gli adolescenti molto spesso le parole non corrispondono ai fatti e che, di conseguenza, la distorsione nel volere apparire negli occhi dei coetanei come persone coraggiose li porta a raccontare di comportamenti che nella maggior parte dei casi non vengono messi in atto. Ciò però, si evidenzia ancora, non cancella il rischio che qualche giovanissimo per una propria debolezza attui ciò che apparentemente sembra assurdo realizzare.
BLUE WHALE, TRE CASI A PESCARA
E in effetti, racconta ancora il Quotidiano Nazionale, continuano ad emergere anche nel nostro Paese casi sospetti di ragazzini finiti nella trappola della Blue Whale. Si tratta di giovanissimi, seguendo le rigide quanto assurde regole del ‘gioco’, si procurano ferite e dolore fisico quasi quotidianamente (bisogna superare 50 folli prove, una al giorno, fino al gesto estremo). Precisamente sarebbero due i casi confermati e un terzo in corso di accertamento a Pescara. Ieri i dipartimenti di Polizia postale d’Italia si sono riuniti in videoconferenza per fare il punto sulle varie segnalazioni. E organizzare una strategia d’attenzione.
Il primo dei tre casi di vittime della Blue Whale risale a mercoledì: una 13enne (attualmente ricoverata all’ospedale Salesi di Ancona) è stata salvata in tempo grazie alla segnalazione di alcune amiche. Le sue condizioni sono ora in miglioramento. La ragazzina aveva completato 49 prove e le mancava solo l’ultima: gettarsi nel vuoto da un palazzo. Ieri sono emersi altri casi, che riguardano due studenti, di 15 e 16 anni. A salvare il 15enne è stato il padre, dopo la segnalazione di un’amica del ragazzo a un’insegnante. La ragazza ha notato strane foto su Instagram del compagno e ha subito avvertito la docente, che poi informato il genitore. Il 15enne si era inciso sul braccio una balena, una delle prove del gioco. Sui tre i casi la procura presso il Tribunale dei minori dell’Aquila ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio. Le indagini sono state affidate alla Polizia postale di Pescara e alla Squadra mobile.
(Immagine da: Le Iene / Italiauno / Mediaset)