I bocconcini di pollo? In Italia si fanno così

LA LINEA DI PRODUZIONE – Ed è proprio Zaritto che ci accompagna nella linea di produzione e spiega le routines produttive. Avvertendoci prima: qui non si può né fotografare né registrare. Perché comunque quello che vediamo è un segreto industriale, e una documentazione troppo invasiva potrebbe favorire indebitamente i concorrenti. Poi bisogna vestirsi all’occorrenza, ovvero con gli indumenti idonei per lavorare nell’industria alimentare: cuffiette per coprirsi i capelli, giacca per ripararsi dal freddo, tuta per coprire gli indumenti, scarpe di gomma. [foto] Soltanto così bardati si può entrare nel reparto del confezionamento surgelato e visitare le macchine che si occupano della palettizzazione (in questo video se ne trova un esempio). Visitiamo il reparto che si occupa di inscatolare petti e altri prodotti di pollo e disporli in grandi scatole, pronti per il trasporto. Il chiasso delle macchine è abbastanza forte. “Quanti ne ‘impacchettate’ al giorno?”, chiedo. “Per me, sempre troppo pochi!”, ci risponde Zaritto ridendo. Si parla di molte tonnellate, comunque. Nato in Campania, Zaritto lavora da cinque anni in Amadori a Teramo, dopo un’esperienza alla Mars di Pavia. Ci sono pochissimi operai in giro per il piano: l’attività è quasi completamente automatizzata, gli addetti al piano hanno soltanto funzioni di controllo o di intervento in caso di piccole emergenze.

QUESTO SI’, QUESTO NO – Da lì, passiamo alla zona di frittura e cottura e agli impasti: in questa zona si fanno anche prodotti per McDonald’s, come le cotolette di pollo. Quando arriviamo la giornata lavorativa è cominciata da un pezzo, e nei contenitori ci sono anche i cosiddetti scarti: un cartello spiega agli addetti quali cotolette accettare, e quali invece rifiutare. Le discriminanti, tra le altre, sono la forma – che deve essere standardizzata – e la presenza di eventuali imperfezioni, che potrebbero risultare sgradite al consumatore. “Il pubblico italiano e quello europeo in generale è in qualche modo più esigente rispetto a quello americano – ci spiegavano da Mc Donald’s poco prima – e bisogna garantire un livello di qualità ottimale, per la carne”. L’odore è molto forte, le macchine scottano: quando arriviamo la temperatura è già alta (l’escursione termica con la fase precedente è tangibile). Avevamo chiesto a Bollani dove si possono reperire le informazioni relative alla composizione e alla tracciabilità dei prodotti McDonald’s.

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