Cambogia: il nuovo paradiso gay del Sud Est asiatico
15/04/2010 di Andrew
Circondata da una serie di stati che condannano apertamente l’omosessualità, esiste una terra dove anche la Famiglia Reale non si fa problemi a parlare di omosessualità e tolleranza. Tra buddismo e famiglia tradizionale, il Regno diventa “meta gay per eccellenza” senza nascondere le contraddizioni e promettere un futuro migliore.
Sono le dieci di sera a Siem Reap . Mentre la maggior parte dei turisti si ritira dopo un’intensa giornata passata sotto il sole a visitare i famosi templi di Angkor, in un bar chiamato Linga le cose stanno appena iniziando. Ci sono uomini europei, tra i trenta ed i quarant’anni, impegnati a sfoggiare magliettine colorate e cocktail ai frutti. Tutti sembrano contenti, concentrati nel comportarsi al meglio per l’evento della settimana, lo show delle drag previsto per Sabato prossimo. Quando qualche statuario performer si vestirà di nero e tutti inizieranno a chiamarlo Beyoncé e nell’aria ci saranno le canzoni di Dreamgirls allora sapremo di essere nel mezzo del divertimento.
GAY-FRIENDLY – Siamo in Cambogia e qui i comportamenti omosessuali non sono fuori legge. Nonostante quindi essere gay o lesbica in questo stato del Sudest asiatico non sia, a differenza dei vicini, illegale, rare sono comunque le dimostrazioni di affetto o i cosiddetti stili di vita non tradizionali. Non è però così a Siem Reap, una piccola cittadina che ogni anno raduna quasi un milione di turisti e dove visitatori gay e non possono trovare una sorta di paradiso incontaminato. Negli ultimi anni sono infatti nati un discreto gruppo di bar gay-friendly, ristoranti ed alberghi che strizzano l’occhio al pubblico queer a partire dai nomi quali Golden Banana e Cockatoo. Anche internet sembra aver preso parte in questa trasformazione della Cambogia: dai primi mesi del 2009 è infatti nato Cambodia Out , un sito internet pensato soprattutto per acquisti e turismo della comunità omosessuale. Nel giro di poco hanno fatto seguito Utopia e Sticky Rice che vorrebbero attrare il pubblico LGBT partendo proprio da quello del vicino Sudest asiatico. Oltre ad un’occasione di business, questi siti sembrano essere il simbolo di una crescente accettazione dell’omosessualità all’interno di un paese dove “il concetto stesso sembrava non esistere fino a poco tempo fa“. In Khmer, lingua locale, non esiste infatti un termine per “gay” e si usa “kteuy” o “ladyboy” entrambi frutto del fraintendimento che vorrebbe la coincidenza tra travestitismo ed omosessualità.
IL BUDDISMO AIUTA – Anche gli stereotipi stanno lentamente scomparendo. L’amato re cambogiano, Norodom Sihanouk, dopo aver assistito a diverse migliaia di coppie dello stesso sesso che nel 2004 accorsero all’altare in quel di San Francisco, sul proprio sito internet scrisse che gli omosessuali dovrebbero potersi sposare perchè dio ama un “ampio spettro di gusti“. Il suo successore e figlio, re Norodom Sihamoni, sembra condividere la visione del padre: “la famiglia reale cambogiana, nella sua interezza, condivide il punto di vista del Re padre. Siamo sempre stati tolleranti circa le preferenze sessuali dato che alcuni dei reali Khmer sono e sono stati apertamente gay o lesbiche“. Da internet al potere, passando per il cinema, “l’amore tra persone dello stesso sesso è decisamente un tema nuovo in Cambogia” ha commentato la regista Phoan Phuong Bopha che proprio l’anno scorso ha girato un film intitolato “Who Am I?” (chi sono?) basandosi su un romanzo Khmer a tematica lesbo “portando la questione dello stesso sesso all’aperto“. Nel tentativo di capire a cosa sia dovuta questa misteriosa ed improvvisa apertura mentale circa l’omosessualità, qualcuno vede nel Buddismo Theravada, la religione dominante in Cambogia, la ragione. “Quando ti trovi a parlare di stati buddisti, sei destinato ad incontrare apertura mentale e tolleranza” ha commentato a proposito Caroline Francis, portavoce dell’ufficio per la Salute della Famiglia, organizzazione impegnata in questioni legate all’omosessualità e alla salute. “Gli insegnamenti religiosi non vengono utilizzati per arrestare o perseguitare qualcuno solamente perchè è gay o lesbica“.
CONTRADDIZIONI – Se tutto sembra far pensare alla Cambogia come ad un vero e proprio paradiso per omosessuali, rimane il fatto che, com’è tipico in un paese povero dove i valori della famiglia tradizionale sono particolarmente forti, i giovani cambogiani sono incoraggiati a sposarsi e ad avere bambini in giovane età. Questo fa sì che molte coppie dello stesso sesso a Siem Reap tendano a mantenere segrete le proprie relazioni, spesso abbinando alla preferenza per gli uomini anche qualche moglie per salvare le apparenze. Se le lesbiche rimangono fondamentalmente invisibili, non è raro che i frequentatori di saune gay non si tolgano il casco della propria moto solo una volta all’interno dei locali. Una cosa, nonostante queste contraddizioni, rimane certa: per le giovani generazioni le cose stanno migliorando tra un birra Angokor, una canzone di Lady Gaga e una serata trascorsa a sorridere e a danzare con chi preferiscono.