Cosa diamine succede a Capalbio dove trionfa il «io non sono razzista ma…»
16/08/2016 di Stefania Carboni
Capalbio, per chi non la conoscesse, è una storica meta delle vacanze di intellettuali ed esponenti di sinistra nel cuore della Maremma. Un borgo molto bello in cui, a breve, verranno accolti 50 migranti. Questo arrivo dei migranti ha però scatenato sommovimenti strani nel cuore degli ammiratori della nota località turistica.
Ricordiamo il numero degli ospiti che saranno piazzati nelle tre villette disabitate e invendute da anni, tenetelo bene a mente: 50.
CAPALBIO: C’E’ CHI DICE NO AI MIGRANTI
Il primo a dire no ai migranti è stato sul Corriere della Sera Nicola Caracciolo, nobile e ambientalista, nonché principe di Capalbio.
«Bisogna essere prudenti, comprendere i problemi del territorio e capire che ci sono territori un po’ speciali. Già dai tempi delle battaglie contro il nucleare, Capalbio ha sempre combattuto per la sostenibilità e soprattutto ha cercato di capire e valutare certe scelte. Non è un problema di accoglienza, ma di buonsenso»
Poi ci ha pensato il sindaco Luigi Bellumori, eletto con una lista civica ma di area Pd, che ha definito l’arrivo dei profughi «una catastrofe lesiva dell’appeal di Capalbio». Sì, lesiva dell’appeal:
«Ho delle perplessità che una comunità possa accettare che per un cittadino di Capalbio vengono spesi 31,28 euro l’anno in spesa sociale e per i richiedenti asilo 32,50 euro al giorno. Le informazioni sono riservate ma non segretate fin tanto la procedura non sarà chiusa. Il Comune di Capalbio è l’unico che ha fatto richiesta di accesso agli atti di gara per saperne di più sui soggetti partecipanti. La richiesta è attualmente sulla scrivania nel ministro degli Interni. Esistono dei luoghi in Italia che hanno una loro fortissima identità ,Capri, Cortina, Portofino. Fra questi vi è Capalbio. L’ arrivo dei profughi lederebbe un appeal ventennale che ha favorito turismo, crescita culturale, investimenti e lavoro»
Ovviamente queste affermazioni sono diventate un assist per il segretario Psi e viceministro Riccardo Nencini che ha criticato l’incoerenza della “sinistra al caviale” e per personaggi come Giorgia Meloni e Matteo Salvini che hanno attaccato la sinistra italiana.
Capalbio: più che un Comune, è un “Brand” (un marchio)
Il sindaco (PD): “Siamo un brand, l’accoglienza non deve ledere la nostra immagine”— Franco Maria Fontana (@francofontana43) 16 agosto 2016
CAPALBIO E LA GENIALE IDEA DI CHICCO TESTA
I 50 migranti a Capalbio, a partire da settembre, sono stati stabiliti dalla Prefettura di Grosseto in esecuzione di un bando di gara del Ministero degli Interni, pubblicato il 15 dicembre 2015. Per un comune tra i 3.000 e i 5.000 abitanti si prevede appunto una accoglienza massima di 50 persone. Capalbio ha 4.139 abitanti. I profughi saranno ospitati in un condominio residenziale di lusso costruito tra il 2006 ed il 2010 i cui vicini hanno già dichiarato guerra. In tutto questo caos Chicco Testa ha tirato il pezzo da novanta: «Profughi a Capalbio? Non vengano qui a bighellonare, facciamoli lavorare».
Non è ovviamente una considerazione razzistica, io la penso più o meno come Claudio Petruccioli ma con la differenza, se pur sostanziale, di dare un’occupazione a questi ragazzi. Che magari hanno anche abilità particolari, sono bravi in alcuni mestieri”. “La discriminante è il lavoro”, prosegue Testa, oggi fervente sostenitore del governo Renzi, che ha una casa a Manciano ma si considera un capialbese doc e perciò comprende le perplessità dei residente e dei turisti “nell’accogliere gente che magari sta a soggiornare senza riuscire a fare niente”
Cosa pensa di tutto ciò Claudio Petruccioli, ex parlamentare Ds? Non dice no all’arrivo dei migranti ma limita: «L’importante è avere una comunicazione precisa sull’arrivo dei profughi, dare un’informazione puntuale ai cittadini. Quest’aria di mistero che si è creata a Capalbio deve cadere al più presto».
Fermi tutti! C’è la nuova versione di #RadicalChic ambientata a Capalbio.
Tutti i profughi a casa di Asor Rosa! pic.twitter.com/XYiyG4GgEK
— Riccardo Puglisi (@ricpuglisi) 14 agosto 2016
Lo scrittore Alberto Asor Rosa, sentito da via Solferino, sostiene invece che «non può esserci un’opposizione di principio nel nome del turismo. Se così fosse tutti i migranti dovrebbero essere espulsi dall’Italia. La loro presenza va metabolizzata. Molto dipende dai criteri di collocazione. Non so dire se i cinquanta in arrivo siano troppi, ma sono fiducioso nell’autorevolezza delle istituzioni e della loro valutazione».
Il trasferimento a Capalbio avviene nelle stesse modalità degli altri comuni italiani: ovvero è la prefettura che decide. Stop. Quello che è invece chiarissimo è la gran figura che fa l’élite ospitata nel borgo toscano da decenni.
Plebaglia, ai miei tempi col cazzo che mettevate 50 clandestine a bighellonare a #Capalbio! pic.twitter.com/bf8fadFAzJ
— GianMarco Senna (@SennaGianMarco) 16 agosto 2016
E in vista della data di smistamento dei migranti la storia, ahimè, è destinata a continuare.
(in copertina tweet. “E mica vogliamo dare le ville di gran lusso, con giardino, finemente arredate agli immigrati signora mia?
#Capalbio”)