Caparezza smentisce la presenza a Italia a 5 stelle, i grillini lo attaccano
01/10/2014 di Boris Sollazzo
“Con rispetto parlando, quando affiancherò la mia faccia al simbolo di un partito o di un movimento politico vorrà dire che mi sarò direttamente candidato (tranquilli, non correte questo rischio nel prossimo futuro). Le notizie che circolano in rete riguardo ad una mia possibile partecipazione a manifestazioni della suddetta natura sono dunque false. Caparezza comunista, Dasvidania”. #bufala #propagandaconlafaccialtrui
VENGO ANCH’IO? NO TU NO – Si erano illusi, i grillini, forse anche per le dichiarazioni di stima che Michele Salvemini, già Mikimix (pochi lo ricordano nel 1997 a Sanremo con i capelli rasati a zero) e ora Caparezza (e capelluto), ha espresso nei confronti del loro leader. “Gran parte delle cose che so sugli inceneritori e non solo le so da Grillo e Travaglio. Sono le mie fonti su molte cose, per questo ho voluto dare il mio contributo”. Parole decisamente datate, risalenti al V2 Day, ma che giustificano la presunta vicinanza, lo “strattonamento di giacchetta” che dalla parte dei pentastelluti gli hanno fatto. Anche se, va detto, quella del geniale cantautore pugliese è un’esternazione al limite dell’excusatio non petita. La voce di una sua partecipazione veniva da un fake poco seguito, nessuna comunicazione ufficiale in proposito di un suo concerto al Circo Massimo nel prossimo fine settimana è stata fatta dal Movimento, dal blog di Beppe Grillo e neanche da account ufficiali legati a deputati, senatori, organizzatori dell’evento. Nella lista degli ospiti non c’è mai stato.
LE REAZIONI DEI GRILLINI – E’ arrivata comunque la solita reazione verbalmente violenta dei grillini, offesi dalle righe pur molto civili di Caparezza. Basta andare sul suo account fan facebook, per scoprirlo. Da Giorgio Paglieri che gli disce, civilmente sprezzante “la tua partecipazione avrebbe voluto dire che avevi le palle. Ma sapevo come sarebbe andata. Sei parte del sistema ma ti ascolterò lo stesso, i tuoi soldi sono al sicuro” e poi aggiunge un laconico “pavido”, a Roberto Debandi che lo apostrofa con un “meno male…che non vieni”. Luigi Bianca afferma che “mi basta Bennato al Circo Massimo”, nonostante lo stesso in passato avesse sferzato il suo leader con la canzone Al diavolo il Grillo Parlante, Gigi Landi lo apostrofa con un “uomo senza palle, come Mannoia e gli altri dopo tutto”. Andrea Maria Vittoria Di Profio lo interroga, disperato. “Lei prima di essere un cantante non è un cittadino italiano? Un essere umano? Cioé la situazione di questo paese le sta bene così?? Io credo che veicolare con la sua popolarità le masse …verso un qualcosa di diverso e migliore… sarebbe un bene! L’ignavia è un cerchio dell’inferno, non del paradiso!”. C’è chi lo accusa di essere attaccato solo alla “grana bbbona” mentre Vincenzo Colaianni lo saluta con un “addio ipocrita, partecipare al circo massimo dovrebbe essere sinonimo di onestà mi hai deluso”. Azalea Caracciolo De Carolis – proliferano questi cognomi aristocratici tra i cinque stelle – definisce “patetico e vomitevole questo volersi smarcare a tutti i costi da qualcuno o da qualcosa”. Poi continua con espressioni come “ridicolaggine italiota” e “chi t’agg cagat”. Un ragazzo vorrebbe addirittura le scuse dell’artista. Uno dei migliori è però Mensh Kenk. “Era facile prendersela col nano credendosi libero pensatore. Adesso schierarsi comporta dei rischi e poi che album del c…. è Museica, cristo ci vogliamo impegnare”, Angy Stallone attacca i fans che scherzano i grillini nei commenti del post dicendo loro che sono solo “mocciosetti superficiali”.
LA BUFALA DELL’ENDORSEMENT CAPAREZZIANO AL PD – Come spesso accade, però, il dissenso a cinque stelle si attesta tra bufala e la diffamazione. E allora ecco che molti lo accusano di essere salito su un palco, nella sua Molfetta, per sostenere il PD.
Informazione parziale e sostanzialmente falsa. Ha partecipato, senza cantare, a una serata organizzata per la candidata sindaco Paola Natalicchio, poi eletta e ora in carica. Lì chiese di votare, senza dire per chi, e di non obbedire alla logica del voto di scambio o del disinteresse. Un semplice invito a esercitare un diritto, non un endorsement. E peraltro la Natalicchio non era in quota Pd, presente nella coalizione che la sosteneva, ma nella lista civica che le ha consegnato il soprannome, Signora Molfetta.
E attualmente è uno dei migliori sindaci d’Italia. Perché la #propagandaconlafaccialtrui, se consapevole e convinto, si chiama impegno civile.