Capodanno a Colonia: «Così un gruppo di profughi siriani mi ha salvata e protetta»

18/01/2016 di Redazione

Durante il Capodanno a Colonia una ragazza americana è stata salvata da una delle tante aggressioni sessuali davanti alla stazione grazie a un gruppo di rifugiati siriani intervenuto per difenderla. Caitlin Duncan, studentessa di neuroscienze, ha raccontato i terribili attimi al New York Times.

COLONIA: IL RACCONTO DELLA AMERICANA SALVATA DAI SIRIANI

– Allontanata dal suo ragazzo e circondata da un gruppo di assalitori nel giro di pochi minuti. Il suo compagno aveva sia cellulare che documenti di entrambi. Inizia così il terribile racconto di Caitlin. La coppia era finita nel mezzo del caos davanti alla stazione di Colonia. Caitlin perde il suo fidanzato: «Sono finita in una specie di rissa, mi hanno spinta lontano. Ho iniziato ad avere paura». La giovane è stata immediatamente circondata. Un uomo ha tentato le ha portato via il capello, un altro ha provato a baciarla.

Un uomo ha afferrato il mio cappello.  Subito dopo qualcun altro è arrivato da dietro, afferrandomi. Credo stesse cercando qualcosa nelle mie tasche. Mi ha toccato. Mi sono riuscita a voltare, respingendolo. Ho richiesto indietro il mio cappello, ce lo aveva un altro uomo che ha provato a baciarmi in viso e sul collo. Gli ho tirato uno spintone e ho urlato “Cosa vuoi?”. Pensavo che ‘ok a Capodanno tutti bevono’ ma volevo solo ritrovare il mio ragazzo e tornare a casa

Come tante donne aggredite quella sera a Colonia Caitlin cerca di urlare per attirare l’attenzione delle forze dell’ordine presenti sul posto. Invano. Gli agenti sono troppo impegnati nel liberare la piazza. Davanti alla ragazza si palesa un aiuto, insperato e sconosciuto, in mezzo a un caos che aumentava, con i poliziotti sempre più in difficoltà.

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COLONIA: I SIRIANI E UN CORDONE PER SALVARLA

– Uno straniero si avvicina a Caitlin e le chiede in tedesco se ha bisogno di aiuto. Caitlin, americana, non sa come rispondergli. Allora il giovane chiama un suo amico che le rivolge la parola in inglese.  Si chiama Hesham Ahmad Mohammad , originario di Aleppo , in Siria. Si trovava lì per il 31, con altri sei compagni di viaggio siriani. I ragazzi offrono dei soldi alla Duncan per poterle pagare un taxi  che la portasse a casa dei genitori del suo ragazzo. «Era l’unico indirizzo che conoscevo», ha raccontato Caitlin al NYT. Ma la giovane, in tutta quella confusione, vuole riuscire a trovare il suo fidanzato, Sebastian Samer. I ragazzi hanno un cellulare chiedono a Caitlin il numero, ma lei non riusciva a ricordarlo. Caitlin ha convinto il gruppo a formare un cordone attorno a lei. La ragazza, scortata dai migranti, è riuscita a passare tra la folla riuscendo finalmente a trovare il compagno, bloccato dentro la stazione. «Quando l’ho visto ero talmente sollevata», ha raccontato al giornale statunitense, ricordando la gioia, tra le lacrime. Il suo eroe, Ahmad Mohammad , è un ex insegnante di scuola elementare. Ha lasciato Aleppo nel 2014  ed era arrivato in Germania attraverso i Balcani e l’Austria. Ahmad ha lasciato la moglie e due figli in un villaggio al confine turco-siriano. Vive da qualche mese in un piccolo paese vicino a Colonia con altri due siriani. Studia il tedesco mentre aspetta per la richiesta d’asilo. La ragazza è riuscita a rimanere in contatto col suo salvatore siriano.  «Solo dopo ho realizzato quello che stava realmente accadendo a Colonia quella notte», ha raccontato Caitlin. Alla fine tutto è finito per il meglio. Certo, non avevo previsto un fine anno così».

(Photo credit: Sascha Schuermann/Getty Images)

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