Casa a Montecarlo: le due firme identiche che incastrano Fini
18/09/2010 di Dario Ferri
Il Giornale pubblica in prima pagina una copia del contratto di locazione dell’immobile che fu di AN. Locatore e locatario sembrano essere la stessa persona. “Ora il presidente spieghi”, urla il quotidiano di Vittorio Feltri.
Due firme identiche. Appartengono alla stessa persona. Una in qualità di locatore, una in qualità di locatario. Entrambe poste in calce al contratto d’affitto tra la società off–shore e il cognato di Fini, fanno nascere dei dubbi: “E’ Gian Carlo Tulliani il vero proprietario dell’appartamento svenduto da AN?“. “Tulliani e la società sono la stessa cosa?”
STESSA FIRMA – Gli interrogativi lo pone Il Giornale che in prima pagina pubblica una copia del documento. Si tratta del contratto di locazione 114772 stipulato tra i firmatari Timara Ltd da una parte e il signor Gian Carlo Tulliani, nato il1 9 aprile 1977 a Roma, dall’altra. “Cambiamento di designazione“, si legge nel documento. Nel quale si descrive l’immobile: “I locali qui di seguito, dipendenti dall’immobiel Palais Milton a Monte Carlo, composta da due immobili contigua, uno nominato palis Milton e l’altro Palais Shakespeare, con un giardino intorno, 1 camera daletto, 1 bagno, 1 sala e 1 cucina. La totalità del nono lotto comprendente un appartamento situato al pian terreno dell’immobile sopra descritto, indicato numero 9″.
FINI SPIEGHI – “Le sigle uguali sono quelle di proprietario e locatario sul contratto d’affitto della casa monegasca depositato all’ufficio del Registro del principato – scrive il Giornale di Vittorio Feltri commentando le foto – Non sembra solo l’ennesima, inquietante coincidenza“. “Presidente, ci spieghi“, titola l’editoriale del vicedirettore Alessandro Sallusti, che rivolge gli interrogativi a Gianfranco Fini. “Capisco che rischiamo di passare per monomaniaci – scrive Sallusti – ma la posta in gicoo è più alta di quella che appare. parliamo di case e contratti di affitto, ma in realtà stiamo cercando di capire se il presidente della Camera, terza carica dello Stato, è persona leale ed eticamente all’altezza di ricoprire il ruolo che gli è stato assegnato. Cioè se è un uomo che di frotne ad un pasticcio non si nasconde dietro moglie, cognato ed amministratori vari, ma racconta agli italiani come sono andate le cose senza omissioni o giri di parole, indipendentemente dal fatto che siano o no stati commessi reati“.