Terremoto dell’Aquila, le C.A.S.E. di Berlusconi cadono in pezzi
25/10/2010 di Donato De Sena
“Un miracolo!”: le abitazioni del governo consegnate alle famiglie abruzzesi un anno fa dovevano essere l’emblema dell’efficienza. Ma la realtà sembra diversa
Tutt’altro che qualità, confort, benessere. Le case costruite a L’Aquila per i terremotati, che il governo aveva sbandierato ai quattro venti come l’emblema di una ricostruzione-lampo e dell’efficienza di esecutivo e Protezione Civile nel fronteggiare l’emergenza dopo il sisma del 6 aprile 2009 che causò la morte di oltre 300 persone, cominciano a predere pezzi. Costate la bellezza di 2700 euro a metro quadro, non solo non sembrano essere di lusso, ma non sembrano all’altezza del miracolo che Berlusconi aveva rivendicato (si ricordi la presentazione delle abitazioni da parte del Premier in diretta televisiva con Porta a Porta, in prima serata).
IMPIANTI SCADENTI – Ad un anno della consegna, sul sito 6 aprile 2009, vengono pubblicate foto che mostrano come le strutture cominciano a dare problemi agli inquilini. Le piastre metalliche che uniscono piccoli pilastri e piccole travi ai muri attraverso grossi viti si staccano dalle pareti. Si verificano infiltrazioni di acqua in diversi punti. L’impianto elettrico crea problemi, ai quali i tecnici faticano a porre rimedio. L’autrice del post racconta di luci che non funzionano in bagno: “A nulla è servito il cambio delle lampadine. Gli elettricisti mi hanno detto che non c’è nulla da fare: i bagni sono prefabbricati e sono stati calati nella struttura dell’appartamento. Il quadro elettrico che riguarda i faretti è stato murato, quind è inaccessibile“. Problemi anche in cucina: “Dopo soli trenta giorni è saltata l’accensione elettrica dei fornelli. Anche lì ho segnalato, ma non c’è nulla da fare“.
PIOGGIA SUI BALCONI – L’areazione della casa è molto scadente: “Per evitare di avere odori di cucina in casa – spiega l’inquilina – devo tenere la cappa spirante sempre in funzione, persino se non cucino: gli odori dei vicini arrivano dritti dritti nella mia sala cucina dove, peraltro, dorme mio figlio“. A L’Aquila, nelle case del governo, c’è bisogno dei tecinici per rinforzare le viti che tengono appesi al muro i pensili della cucina. In alcuni casi cascano improvvisamente. L’impianto fotovoltaico, poi, non è stato nemmeno montato: “Avevano cominciato lo scorso anno, poi nevicò e andarono via“. Mentre sui balconi piove perchè “fatti di stecche di legno con fessure“. Così succede che se al piano superiore si provvede a lavare il pavimento, l’acqua scende giù come se diluviasse.