C’era una volta il Muro di Berlino
09/11/2014 di Mazzetta
La prima volta che si parlò di un muro a Berlino fu il 15 giugno del 1961. Fu Walter Ulbricht, allora segretario del partito comunista della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) e suo presidente del consiglio, che pronunciò in conferenza stampa una frase destinata a divenire storica: «Niemand hat die Absicht, eine Mauer zu errichten». Nessuno ha intenzione di costruire un muro, disse Ulbricht pronunciando per la prima volta la parola muro in un discorso ufficiale. Nemmeno due mesi dopo, il 13 agosto, i tedeschi dell’Est cominciarono a costruire un muro, che da allora al 1989 avrebbe circondato la parte «occidentale» della capitale, quella che gli accordi del dopoguerra avevano consegnato al controllo degli alleati.
Tonight #Berlin is divided again… …by balloons lighting up route of the former #Wall pic.twitter.com/TJpjkWrGm8 via @schmidtsdorf #Lichtgrenze
— GermanForeignOffice (@GermanyDiplo) 7 Novembre 2014
IL BUCO NELLA CORTINA DI FERRO – Poco più di 100 chilometri di barriera destinata negli anni ad essere irrobustita e fortificata, un muro che separerà i berlinesi dai berlinesi e dai dintorni di quella che dopo la Seconda Guerra Mondiale era diventata la preda più contesa delle potenze vincitrici. Un muro che aveva lo scopo di chiudere una falla in quella «cortina di ferro» che, preannunciata da Winston Churchill nel 1946 nelle forme del controllo sovietico sull’Europa Orientale, si era ormai solidificata in un sistema di controllo sociale che impediva la libertà di movimento dei cittadini dell’Europa Orientale, su tutte quella d’espatriare.
DA MURO A MURAGLIA – Alla fine il muro diventerà un’opera imponente, incorporando una striscia di terreno libero detta «striscia della morte», un fossato anticarro, 302 torri di guardia, 20 bunker e una strada per il pattugliamento, assolvendo egregiamente alla sua funzione di deterrente contro l’emigrazione dei tedeschi dell’Est e degli altri cittadini del Patto di Varsavia. Il muro fu battezzato dal governo di Berlino con il nome di «Barriera di protezione antifascista» anche se non serviva per niente a bloccare i tedeschi dell’Ovest, che potevano attraversarlo, ma a tener dentro quelli dell’Est, che negli anni del dopoguerra avevano fuggito in massa il paradiso socialista e si erano trasferiti a Ovest. Le persone uccise mentre cercavano di superare il muro nei quasi trent’anni della sua esistenza variano secondo le stime tra poco più di cento e duecento e circa cinquemila sono stati i tentativi censiti di attraversarlo in tutto. Numeri modesti se confrontati con quella che fu l’emorragia che spinse i sovietici a ordinare la costruzione del muro o anche solo con la popolazione della capitale.
LA REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA – La costituzione della DDR era stata dichiarata nell’ottobre 1949, dopo che la prova di forza con la quale Stalin nel ’48aveva decretato il blocco di Berlino era stata vinta dagli alleati, che lo avevano vanificato con un ponte aereo, inducendo Stalin a revocarlo nel maggio del ’49. Dietro alla proclamazione della Repubblica Democratica Tedesca stava un trattato segreto con il quale i sovietici concedevano autonomia amministrativa ai tedeschi dell’Est, ma nessuna autonomia, mantenendo di fatto l’assoluto controllo sulla vita politica e sul governo del paese, in particolare del partito, della polizia e delle forze armate. La Germania era e sarebbe rimasta a lungo il fronte per eccellenza, il confine che ha diviso le armate della NATO e del Patto di Varsavia in Europa, e spaccato in due quel che di tedesco era rimasto del Reich hitleriano.