Claudia Minutillo: «Sapevo che Galan prendeva le tangenti»
20/06/2014 di Redazione
Per anni è stata al fianco di Giancarlo Galan, come segretaria dell’ex governatore del Veneto sul quale pesa una richiesta di custodia cautelare in carcere, dopo il coinvolgimento nell’inchiesta Mose. Intervistata dal Fatto Quotidiano, la «dogessa» Claudia Minutillo ha spiegato di essere stata a conoscenza delle tangenti incassate, secondo l’accusa, dall’esponente forzista. Considerato uno «stipendiato a vita» dal Consorzio Venezia Nuova, dal quale avrebbe ottenuto fondi per un totale di 4 milioni e 831 mila euro, oltre ad essersi fatto ristrutturare la villa di Cinto Euganeo.
«Sapevo delle mazzette? Sì, certo. Me lo confidava lui e chi gliele dava». Ovvero, «imprenditori vari»: «Ho fatto i nomi ai magistrati», ha spiegato Minutillo, precisando di aver portato a Galan, nel corso di una campagna elettorale, una busta che le aveva consegnato Piergiorgio Baita. Ovvero, l’ex presidente della Mantovani spa (società capofila del Cvn), con lei arrestato nel febbraio 2013. Minutillo era diventata sua collaboratrice, in qualità di amministratore delegato di Adria Infrastrutture (di Mantovani), dopo essere stata «cacciata da Galan su richiesta della moglie».
MINUTILLO E LE ACCUSE A GALAN – Lo scorso dicembre Minutillo ha patteggiato un anno e quattro mesi per false fatturazioni (Baita, invece, un anno e dieci mesi, ndr). Indagata per concorso in corruzione nell’inchiesta Mose, nel corso di una serie di interrogatori l’ex segretaria di Galan ha coinvolto nella Tangentopoli veneziana l’alta politica dei palazzi romani. Tra i nomi citati da Minutillo, anche Giulio Tremonti e Gianni Letta, indicati come presunti beneficiari di somme di denaro. Subito smentita dai diretti interessati, non indagati nell’inchiesta.
Ha raccontato anche di una cena a casa di Niccolò Ghedini – anche lui non indagato – nel 2004, in cui William Colombelli (della Bmc di San Marino) avrebbe parlato del sistema illecito delle sovrafatturazioni per finanziare i politici. Accuse ribadite anche sul Fatto:
«Io c’ero a casa sua con Colombelli, quando disse a Galan che avrebbe potuto sfruttare la ditta di Colombelli anche per finanziare le campagne elettorali in Veneto e lo stesso Colombelli spiegò a Galan il sistema della sovrafatturazione», ha spiegato.
Ma Ghedini si era già difeso, definendo Minutillo come una «millantatrice». «Se dovesse essere provato, ma è impossibile, che un solo euro mi fosse pervenuto per la mia attività politica per la quale, è fatto notorio, ho sempre pagato personalmente, sono pronto a dimettermi immediatamente da senatore», aveva continuato l’avvocato di Berlusconi. Dopo le nuove accuse, lo stesso Ghedini ha annunciato querele: «La signora Minutillo, indagata, continua a rilasciare plurime interviste diffamatorie e puntualmente smentite dal diretto protagonista della vicenda, il signor Colombelli».
LA VERSIONE DI MINUTILLO – Nell’intervista con il Fatto, Minutillo ha aggiunto di aver voluto ravvedersi prima: «Nel 2011, denunciando Colombelli. Ma Baita mi disse: allora sei pazza, così viene fuori tutta la storia». Adesso, nelle vesti della vittima, ha denunciato di aver paura: «Sono stata la prima a svelare il “sistema”: ho subito minacce, spaventano anche persone a me care», ha concluso.