Come si vive sotto l’ISIS
30/03/2015 di Redazione
Quando l’estate scorsa gli uomini dell’ISIS arrivarono a Mosul, la seconda città irachena, con più di un milione d’abitanti, ci fu una fuga in massa dalla città. Una fuga che è poi continuata nel tempo dopo che gli abitanti hanno assaggiato il nuovo governo.
TAGLIATI FUORI DAL MONDO – A dicembre l’ISIS ha tagliato internet e telefoni per paura potessero servire alle spie che informato chi sta preparando l’offensiva per riconquistare la città. Al Baghdadi, il sedicente califfo, ha detto che Allah gli è apparso in sogno e gli ha detto di abbandonare la provincia di Mosul senza combattere, ma non è chiaro quando.
PREGA CHE TI PASSA – Così la vita continua mestamente con una sola ora di elettricità concessa a buona parte degli abitanti rimasti, con i cartelloni che spiegano alle donne come coprirsi e di evitare di girare da sole senza un guardiano maschio e gli uomini del califfo che quando suona l’ora della preghiera diventano i butta-dentro delle moschee rastrellando passanti e negozianti. Quelli dell’ISIS ci tengono molto a mostrare che dove comandano loro le moschee son piene.
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I GIOVANI IN PERICOLO – Peggio stanno i giovani, che rischiano di essere arruolati al volo e che pertanto hanno smesso di andare in giro e stanno chiusi in casa, ma che a scuola ci devono andare. E a scuola non trovano più biologia, chimica e storia e anche gli studi islamici sono diventati diversi. Diversi anche i servizi offerti dai barbieri, proibita la rasatura, proibito il taglio alla marine, gli uomini si devono far crescere la barba seguendo lo stile imposto dalla setta. Non stupisce quindi che nei mesi dell’occupazione Mosul abbia continuato a spopolarsi, come non stupisce che all’avvicinarsi dell’offensiva ora se ne stiano andando anche le famiglie degli uomini del califfato, che stanno riparando in Siria.