I 7 gombloddi dei gombloddi dei gombloddi del M5S Roma
26/10/2016 di Diego Zirla
VIRGINIA RAGGI E Il COMPLOTTO DEI COMPLOTTI DEL M5S –
Non potevamo più rimanere in silenzio. Non potevamo più fare finta di niente. Dopo i frigoriferi, ormai nessuno può più nascondersi. Il gombloddo è dietro l’angolo, la verità è la fuori, dal complotto dei piedi sporchi di Crimi all’aereo che si schiantò sul Pentagono, passando per le scie chimiche, è tutto un gombloddo del gombloddo del gombloddo contro il M5S. Anzi, in particolare contro il M5S Roma. Ne abbiamo individuati 7. E cos’è il sette se non un numero massone, rappresentante il Maestro nonché il Sigillo di Salomone con il punto centrale, geroglifico corrispondente alla Pietra filosofale (voi fate di sì con la testa e togliete la batteria del telefonino, per sicurezza)? Eccoli.
1. Paola Taverna aveva capito tutto. Come potevano i nemici della massoneria plutogiudaica mimetizzati nel PD distruggere il movimento di Grillo? Ovvio, facendogli governare Roma. Ma quasi un anno prima, la pasionaria dei grillini capitolini, la raffinatissima, a Radio Cusano Campus, disse, dopo la candidatura di Bertolaso del centrodestra “ho il sospetto che vi sia in corso un complotto per far vincere il M5S a Roma”. Sì, il complotto a vincere. Pare se ne sia lamentato anche Andrea Agnelli.
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2. Il gombloddo del Giro d’Italia. Era fatta, il centenario della corsa rosa doveva essere festeggiato con un arrivo a Roma. E invece niente, si fa a Milano. Il Fatto Quotidiano vicino a Beppe, Luigi, Alessandro e soci, ci dedica quasi tutta pagina 8. Doveva finire al Colosseo, Rcs Sport avrebbe avuto questa intenzione fino a 2 giorni fa. Ma poi dopo un mese e mezzo di trattative da Milano avrebbero chiamato il vicesindaco con delega allo sport Daniele Frongia per far saltare tutti e scegliere una più classica Monza-Milano. Vi serve dire perché? Ovvio, una ripicca per le Olimpiadi negate. Pazienza se il Coni è un’istituzione pubblica e il Giro d’Italia un evento organizzato da privati e che non risultano sodalizi tra Malagò e elementi di spicco di Rcs Sport. Bellino, il dg della società si è scusato, Cairo ha ricordato che a Milano si è chiuso 77 volte su 100. Ma è gombloddo: i più arguti ci vedono anche un attacco al progetto del Grab, il Grande Raccordo Anulare per le biciclette. Poco male, tanto i furbissimi pentastellati faranno la funivia Casalotti-Battistini. Dietro ci sarebbe quel cattivone di Malagò che sta corteggiando Sala per organizzare Milano 2028 (che poi i grillini non avevano detto proprio no a Roma 2024, la Taverna aveva suggerito di posticiparle, magari uno o due anni e si facevano dai). Alcuni sostengono che il grande burattinaio sia il premio Oscar Paolo Sorrentino, che si è permesso di dire “mi fa uscire pazzo che una 30enne non voglia le Olimpiadi”.
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3. Il gombloddo del gombloddo del gombloddo di Virginia Raggi. Questa è bella. Allora: sono dei grillini romani che sospettano di complotto la frontwoman del Movimento. Già: sapete perché Virginia Raggi avrebbe fatto l’intervista ai nemici di Repubblica proprio l’altroieri? Perché fosse pubblicata il 25 ottobre e facesse fallire la manifestazione anticasta davanti a Montecitorio. Ovvio, no? I frigoriferi per “congelare” i tagli anticasta.
4. Il complottone dei frigoriferi svelatoci dalla sindaca capitolina, perché a lei non la si fa, diamine. E, Paola Muraro, che non ha imparato che il suo guaio è parlare troppo e a sproposito (non solo al telefono), per sostenere la sindaca che non l’ha mandata via neanche di fronte all’evidenza, ci ha svelato un sottogombloddo. Quello dei materassi di Piazza dei Giureconsulti. Una domanda? Ma ad agosto che tutto era pulito perché Roma era deserta, il complotto era al contrario? E ai danni di chi? Comunque va riconosciuto che Grillo all’indomani della vittoria dell’avvenente ed enfatica Raggi lo disse “metteranno i rifiuti in strada per penalizzarci” e ad agosto individuò nei macchinari guasti per il trattamento dell’immondizia il complotto contro la nuova giunta grillina. E la solita Muraro ha parlato settimane fa “di golpe dei partiti sui rifiuti”. Poi magari, come spesso ricorda Ulderico Pesce nel suo spettacolo “Asso di monnezza”, pochi ricordano che è l’assessora a intrattenere da anni cordialissimi rapporti con il signore supremo di Malagrotta e Monnezzolandia, Manlio Cerroni.
5. Il gombloddo interno contro De Vito. Frongia (sempre lui), Raggi e Stefano avrebbero fatto un dossier contro De Vito, il grande avversario nelle sindacarie. Questo avrebbe portato a un processo interno piuttosto sommario in cui il nostro eroe si sarebbe difeso come un leone (in realtà è una faida tra bande, da una parte i tre dossieristi, dall’altra la corrente romana di De Vito, Lombardi e Taverna). Ma De Vito è la vittima? E allora perché nasconde tutto, dichiarando ai quattro venti che è una stupidaggine? La fonte anonima de Il Fatto Quotidiano (ardiaje) ha mostrato, con la garanzia dell’anonimato, sms e mail a dei colleghi. Sta preparando un controgombloddo. Dio, che mal di testa, sembra un film di Jason Bourne, ma scritto da Dan Brown.
6. Il gombloddo del ristorante a Via Marmorata. Virginia Raggi è a cena con Teodoro Fulgione. Ecco, un inciso: Virgì, limita i pasti fuori, o almeno falli in posti più discreti: quando hai dato buca a Malagò pranzare a Piazza Indipendenza sotto la redazione del Corriere dello Sport non fu una mossa geniale.
Insomma, la sindaca è a cena con il suo portavoce. Chiama Di Maio. E, indovinate un po’, al Fatto Quotidiano il giorno dopo hanno la trascrizione esatta della telefonata. Roba da Cia. Tutti pensano che sia opera di uno dei due commensali, i due in privato giurano di aver mangiato in beata solitudine (al Grottino?!?) e lasciano intendere che alcuni del Movimento potrebbero controllare i loro telefoni. C’è chi sospetta del cameriere, che una volta avrebbe servito un banchiere prendendo una lauta mancia o del cuoco, che di nascosto userebbe ogm. Comunque Virginia Raggi ha reagito bene e ora le riunioni le fa sul tetto del Campidoglio.
7. Il gombloddo della mail. Non si sa se sia Yahoo, già al centro della bufera per aver aperto le nostre mail ai servizi segreti americani, oppure gmail che sta rosicando per il fallimento di google plus. O ancora hotmail che ancora non ha superato il trauma della pessima unione con Skype e della nostalgia per MySpace e la morte, di fatto, di Msn. Insomma, da Roma Paola Taverna manda a Di Maio una mail sulla Muraro. A insaputa di Gigino, che non la legge. Pare gli sia successo anche con una mail sulle firme false a Palermo, maledetta cartella della Posta Indesiderata, questo è il gombloddo maledetto dello Spam che come tutti sanno è acronimo che sta per Spietati Piddini Amici di Matteo.
Paura eh? Il vento sta cambiando, e forse pure questo è un gombloddo dei poteri forti.