Così il MoVimento 5 Stelle cerca assistenti e collaboratori
09/03/2013 di Alessandro D'Amato
Il MoVimento 5 Stelle cerca assistenti e collaboratori parlamentari. E lo fa nel modo più corretto possibile: chiedendo curricula on line e valutando candidature. Di certo, viste le ultime figuracce a 5 Stelle (compresa l’ultima infelicissima richiesta di aiutino a gratis), ne hanno bisogno. Ma gli onorevoli grillini, è giusto dirlo, hanno così la chance di dare una delle più belle lezioni di stile alla politica italiana. E a tutta quell’accozzaglia di poveretti e yes-men che le ruota intorno.
MOVIMENTO 5 STELLE: MANDACI LA TUA CANDIDATURA – Sul sito di Beppe Grillo compare la candidatura a firma di Roberta Lombardi, che è capogruppo alla Camera per il M5S:
L’inserzione ha chiaramente creato dibattito nel sito di Grillo: “Ricordiamoci che questo non è un annuncio di lavoro, è una richiesta di servizio altamente specializzato! che può durare 1 mese, 6 mesi, un anno, 5 anni al massimo (ma per questa legislatura non ci scommetto un cent) … e poi a casa”, ricorda giustamente Marcello; “Possibile che non ci sia nessun incarico che non preveda una laurea? Ritengo che anche i non laureati abbiano diritto ad avere ritagliato qualche spazio per la loro esperienza professionale acquisita sul campo ed il bagaglio di buona pratica delle azioni programmatiche da mettere in campo. Resto a disposizione per eventuale colloquio valutativo”, risponde però un altro, dimostrando di non aver evidentemente compreso quale sia il ruolo dell’assistente parlamentare. C’è anche chi si arrabbia per l’iniziativa: “Attenzione a pubblicare un post simile. State creando illusioni, l’area commenti sta diventando una raccolta di persone in cerca di lavoro che meritano più rispetto: questo mezzo di comunicazione, in particolare con i commenti liberi, non è idoneo. Nessuna azienda, nessuna società di alcun tipo inaugurerebbe mai una ricerca di personale in una pagina aperta senza filtri! Temo che alcuni dei messaggi già pubblicati diventino oggetto di scherno sulla rete e queste persone non lo meritano”. E ovviamente c’è anche chi la sa lunga su tutto, come da tradizione a 5 Stelle: “Col pessimo livello di formazione universitaria che c’è in Italia (diplomi triennali, la maggior parte delle facoltà umanistiche totalmente inutili e senza indirizzi formativi specifici rilevanti, gli atenei che si sono trasformati in casse d’impresa foraggiate solo dalla politica e dall’alto tasso di disoccupazione,…), fareste meglio a cercare cervelli ancora residenti in Italia che sono sacrosantamente scappati dalle università, fucina di ignoranza e di decadimento senile della popolazione giovanile… Comunque mi chiedo, considerata la nota legge elettorale che impedisce, tra l’altro (!), all’elettore di indicare la preferenza sul candidato, chi cazzo avete candidato e con che criterio selettivo al Parlamento della Repubblica Italiana??? Come vi ha già suggerito qualcun altro, vi consiglio di togliere questo post, per evitare ulteriori figure di merd@!!!”.
L’ASSISTENTE PARLAMENTARE IN TEORIA – Cos’è un assistente parlamentare? Volgarmente le cronache politiche li chiamano “portaborse”, e segue di solito un politico o un gruppo negli atti “pratici” dell’attività alla Camera e al Senato (gli assistenti addetti ai servizi generali sono un’altra cosa). Giustamente qui si ricorda che:
I collaboratori devono pertanto conoscere bene la macchina legislativa ed essere bravi comunicatori. E, tuttavia, non esistendo un inquadramento specifico per loro, i più fortunati ottengono al massimo un contratto a progetto per la durata della legislatura, altrimenti finiscono inquadrati impropriamente come autisti o colf, o addirittura pagati in nero.
Ma ultimamente le regole sono cambiate:
Fino a poco tempo fa i parlamentari ricevevano a forfait circa 4mila euro mensili per pagare i propri assistenti. Non sussistendo a carico del parlamentare alcun obbligo di rendicontazione, difficilmente i fondi ricevuti erano interamente utilizzati per pagare i propri collaboratori. Oggi, dietro la spinta dell’opinione pubblica, gli Uffici di Presidenza di Camera e Senato hanno obbligato i membri delle Camere, ma solo fino alla fine della corrente legislatura, a giustificare il 50% dei fondi ricevuti dallo Stato. Ma, con un escamotage: adesso infatti i parlamentari possono giustificare il 50% dei fondi ricevuti anche con spese per ricerche, convegni, consultazione di banche dati, consulenze, gestione dell’ufficio e attività politica.
Quando qualche anno fa la Camera operò un giro di vite, non consentendo ai portaborse senza contratto di entrare a Monte Citorio, successe questo:
Emerge che solo poco più di un terzo dei cosiddetti portaborse sarebbe stato confermato al suo posto per essere finalmente pagato a norma di legge. E gli oltre 400 rimasti fuori dal Palazzo? Dirottati sui collegi di origine dai quali provenivano, spiegavano ieri mattina in Transatlantico, o più probabilmente fatti entrare a Montecitorio nella veste di ospiti giornalieri, sussurravano i più maliziosi, se non liquidati con un benservito.
L’ASSISTENTE PARLAMENTARE IN PRATICA – Fin qui la teoria. Nella pratica, invece, i posti di portaborse sono sempre stati utilizzati in maniera fortemente impropria. Ad esempio dalla Lega Nord: Francesco Speroni e Matteo Salvini scelsero nel 2004 un figlio e un fratello di Bossi come assistenti all’europarlamento:
Franco Bossi (il fratello) e Riccardo Bossi (il figlio primogenito). Assunti presso il Parlamento europeo con la qualifica di assistenti accreditati. Portaborse, avrebbero detto i padani duri e puri di una volta. Ma pagati sontuosamente. Per l’attaché, ogni deputato riceve infatti 12.750 euro. Pari a 24 milioni e 687 mila vecchie lire. Al mese.
Matteo Salvini all’epoca assunse Franco Bossi, il quale però qualche competenza sul suo ruolo ce l’aveva, indubbiamente:
Sa tutto di valvole, canne, pistoni, bronzine, guarnizioni, pompe ad acqua… Dopo aver studiato fino alla terza media inerpicandosi su su fino alle «commerciali», manda avanti infatti un negozio di autoricambi a Fagnano Olona. Una professionalità che, unitamente alla passione leghista, ha spinto il Carroccio non solo a ipotizzare una sua candidatura alla Camera al posto di Umberto nel collegio di Milano 3 (dove poi, forse per evitare le accuse di far tutto in famiglia, fu scelto il medico di casa del Senatur) ma ad affidargli negli anni ruoli di spicco quali quello di c.t. della squadra di ciclismo della Padania, di socio della controversa “cooperativa 7laghi”, di membro del consiglio di amministrazione dell’Aler (case popolari) di Varese. Esperienze che a Bruxelles gli saranno utilissime.
Ma in questa situazione non c’è mica stata solo la Lega. Nell’attuale parlamento erano moltissimi gli ignoranti, gli incapaci, gli ambiziosoni senza nemmeno un voto (qualcuno è stato anche candidato alle successive elezioni) che sono entrati a lavorare come assistenti parlamentari senza avere i requisiti di decenza minima. Nei commenti di Giornalettismo a un articolo che analizzava e criticava pesantemente la strategia comunicativa furbetta di un candidato alle elezioni si presentò un assistente vomitando insulti e ingiurie nei confronti di tutti quelli che osavano dargli torto, finché non è stato bannato. Gente inadeguata a fare l’amministratore di condominio, catapultata ad aiutare chi dovrebbe rappresentare il paese quando a malapena poteva rappresentare sé stessa. Il MoVimento 5 Stelle ha la chanche per invertire questo orribile andazzo. Speriamo che non la sprechi.