Cucchi: Carlo Giovanardi sta con i carabinieri accusati di omicidio
18/01/2017 di Redazione
«La droga ha avuto una parte rilevante nella morte di Stefano Cucchi, un ruolo determinante nel decesso. Cucchi era uno spacciatore e fare lo spacciatore non è una cosa gloriosa, non è un benemerito della Nazione. Quando fu arrestato era già in una condizione fisica precaria». Carlo Giovanardi, senatore del centrodestra (gruppo Idea) commenta così la notizia dei tre carabinieri accusati della morte di Stefano Cucchi. A la Zanzara su Radio 24 dichiara: «Io sono dalla parte dei carabinieri. Sia chiaro. Poi se commettono reati è giusto che paghino». «Anche gli agenti di custodia erano stati indicati dalla famiglia Cucchi come colpevoli e massacratori e poi sono stati assolti», ha aggiunto.
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«Nonostante le 35 o 36 perizie – ha proseguito il senatore a La Zanzara – che hanno certificato che non c’è alcuna relazione tra le presunte percosse e la morte, il pubblico ministero porta a processo i carabinieri sulla base di una perizia della parte civile. I più famosi periti italiani in otto anni hanno sempre escluso questo legame. Vedremo». «Io ricordo sempre – ha aggiunto Giovanardi – che Cucchi era stato picchiato 18 volte dagli spacciatori e ricoverato con fratture e altro. E per fortuna in Italia non sono i media e non è il Tg1 a dire chi è colpevole o no». Il senatore ha poi attaccato la famiglia di Stefano: «Ilaria Cucchi, il suo compagno l’avvocato Anselmo, il senatore Manconi, fanno parte di una lobby, un gruppo di pressione. Loro hanno interessi economici, sono stati liquidati con un milione di euro dai medici che erano innocenti. Anselmo si vanta di vincere i processi sui media e hanno una grande capacità mediatica. Ieri erano subito al Tg1 senza che nessun carabiniere sia intervenuto dall’altra parte. Sono perennemente in televisione a dire che hanno ragione loro. Sono bravissimi a fare i processi mediatici. Per fortuna nel processo parla anche la difesa». «Agenti di custodia e famiglie – ha concluso il senatore – hanno vissuto anni di inferno. E lo stesso i carabinieri. Uno di loro riceve minacce di morte dopo la pubblicazione della foto da parte della sorella di Stefano. I figli non possono andare a scuola. La sorella ha fatto una cosa orribile».