Da Che Guevara a Guccini: quando la destra ruba gli eroi alla sinistra

ATREJU – Anni dopo, stessa situazione. Alla festa di Atreju, happening estivo della Giovane Italia – divisione giovanile del PdL, guidata dalla ministra Giorgia Meloni, ad accompagnare l’arrivo nientepopodimeno che Silvio Berlusconi fu riprodotta proprio la canzone di de Gregori. La titolare della Gioventù, interrogata, nicchiò.

«Ho solo visto i titoli. E ho preso quelli che si abbinavano meglio ai temi delle tavole rotonde. Perché, Viva L’ Italia è antifascista? Ma non lo sapevo. Comunque a me il contenuto non interessa. Non credo che né Berlusconi né De Gregori si offendano. E che, allora se io sono di destra non devo sentire Guccini? E poi non so, magari nel caso del premier non la metteremo… Ma davvero: nessun problema»

Anche in quel caso fu scomodato il “decano” del cantautorato di sinistra, Francesco Guccini, scelto con “Dio è morto” come sottofondo del dibattito con Rino Fisichella. In effetti però Dio è morto ha una storia a parte, perché, censurata dalla Rai in un singolare caso di autocensura preventiva un po’ ignorante e peciona, fu invece, a suo tempo, molto apprezzata e trasmessa dalla Radio Vaticana; pare che persino Paolo VI pontefice la apprezzasse.

NEL DUBBIO MENA – Ma torniamo agli scippi neri. Perché c’è un’organizzazione in particolare che può essere ritenuta la professionista degli scippi alla sinistra. Si tratta di Casapound, l’occupazione nera divenuta col tempo associazione di promozione sociale e poi lista politica pronta a candidarsi, in netto anticipo, alle elezioni comunali di Roma in polemica con il sindaco ex-alleato Gianni Alemanno. Nel corso degli ultimi anni l’associazione guidata carismaticamente da Gianluca Iannone ha infranto uno dopo l’altro i recinti che la destra per prima si era auto-imposta, arrivando a scomodare quelli che per la sinistra erano da sempre ritenuti mostri sacri intoccabili. Dalla politica alla musica, dai cartoni animati alla storia contemporanea, i ragazzi di Casapound sono entrati come elefanti nelle cristallerie della sinistra, saccheggiando a destra e a manca gli esponenti che, a loro giudizio, potessero rappresentare meglio l’ideale “libertà di pensiero” che si auto-attribuiscono.

 

LEGGI ANCHE: Fascisti e picchiatori, i ragazzi della Roma bene

 

MA IL CIELO E’ SEMPRE PIU’ BLU – Una delle prime “vittime” dello scippo è stato il cantautore calabro-nomentano Rino Gaetano, morto schiantato all’altezza della facoltà di Filosofia sulla consolare che gli aveva dato casa fino a quando è rimasto a Roma. Un manifesto senza firma e senza testo lo celebrava, in falsi colori, con ben in vista il simbolo della tartaruga. E dire che Rino, già militante radicale, durante gli anni ’70 romani si era decisamente avvicinato al movimento autonomo – per quanto, e i suoi testi non fanno che dimostrarlo, rimanesse davvero indipendente quanto a posizione politica. Ma certo non di destra.

Fu la famiglia di Rino ad opporsi all’utilizzo dell’immagine del cantante.

LEGGI ANCHE: Ecco dov’è la Springfield dei Simpson

 

E che dire di Bart Simpson? Nelle scuole di tutta Roma prima, e di tutt’Italia poi, iniziarono a girare volantini ambientati proprio a Springfield: secondo il Blocco Studentesco, giovanile di CasaPound Italia, Bart Simpson è chiaramente colpevole di libertà di pensiero. Tanto da meritarsi il simbolo del fulmine cerchiato.

Non serve dire che i Simpson sono creati da Matt Groening, fustigatore della sinistra statunitense ma non per questo, come spesso succede, meno liberal.

Share this article