David Rossi, la nuova mossa della Procura che alimenta altri dubbi

Ultimamente, pare che la procura di Siena stia provando gusto a pubblicare atti ufficiali relativi al suicidio di David Rossi sul proprio sito internet. Nella giornata di ieri, in home page, sono comparse sette pagine di «risposte dei Capi degli uffici giudiziari di Siena alle critiche di merito sull’indagine riguardante la morte di David Rossi». Sempre in nome della trasparenza e della voglia di fare luce su una delle vicende più oscure della cronaca italiana degli ultimi anni.

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DAVID ROSSI NOTA PROCURA, PERCHÉ ESCE SOLO ORA?

Ma è incredibile come queste operazioni, più che dissipare i dubbi, ne alimentino altri. E così, dopo la pubblicazione delle motivazioni delle due sentenze di archiviazione – avvenuta dopo il servizio de Le Iene e l’intervista al Corriere della Sera dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini -, ecco il «chiarimento» della procura sulle metodologie di svolgimento delle indagini, giunte all’indomani dell’uscita del libro del giornalista Davide Vecchi Il caso David Rossi, il suicidio imperfetto del manager Monte Paschi Siena.

DAVID ROSSI NOTA PROCURA, ECCO COSA DICE

Le sette pagine in questione sembrano scritte su una superficie di vetro scivolosa. Si dice, ad esempio, che i vestiti di David Rossi non furono posti sotto sequestro dalla Procura. «Ex post – si legge nella lettera di spiegazioni – la critica che viene mossa è comprensibile. Bisogna però calarsi nel contesto iniziale, quando a tutti appariva chiaro l’intento suicidiario». Siccome, quindi, i magistrati erano «convinti» che David Rossi si fosse suicidato, non hanno messo in atto azioni indispensabili (e quasi scontate) per indagini di questo tipo. Un atteggiamento del genere era stato mostrato anche quando gli investigatori, inizialmente, non avevano disposto l’autopsia, che è stata effettuata soltanto in un secondo momento, su richiesta della famiglia di Rossi.

Anche i fazzoletti sporchi di sangue, ritrovati nel cestino del bagno utilizzato da David Rossi, furono distrutti perché non si è ritenuto necessario esaminarli, si legge nella lettera di spiegazione della Procura. Superficialità o malafede?

Inoltre, vengono etichettate come semplici ipotesi pretestuose quella del lancio dell’orologio – più di mezz’ora dopo la caduta dalla finestra di David Rossi – e quella del coinvolgimento nei fatti dell’uomo al cellulare che, a un certo punto, compare nel video che mostra la stessa caduta del manager MPS. Le motivazioni addotte riguardano sempre «il contesto iniziale» e l’ipotesi «apparsa chiara» del suicidio. Possibile che nessuno degli inquirenti si sia fatto altre domande?

 

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