Cantone replica a Davigo: «Le manette non bastano. La magistratura ha le sue colpe»
23/04/2016 di Redazione
Nel mezzo del nuovo scontro tra magistratura e politica, dopo le accuse del nuovo presidente dell’Anm Piercamillo Davigo, sulle pagine del Corriere della Sera è Raffaele Cantone, magistrato voluto da Renzi a capo dell’Autorità anticorruzione, a respingere le tesi secondo cui in Italia hanno vinto i corrotti. «Non è assolutamente vero. Dire che tutto è corruzione significa che niente è corruzione, e il sistema non può essere emendato. […] Il pessimismo fine a se stesso diventa una resa. E questa resa nell’Italia di oggi non c’è», ha replicato, intervistato da Aldo Cazzullo.
DAVIGO CANTONE, BOTTA E RISPOSTA. IL CAPO DELL’ANAC: «LE MANETTE NON BASTANO»
Per Cantone la situazione attuale non è quindi peggiore di quella che c’era a Tangentopoli, come sostiene Davigo (che fu nel pool di Mani Pulite)
«È vero che Tangentopoli non sradicò la corruzione, che è continuata come un fiume carsico. Ma ora vedo molte persone che vogliono provare a uscirne. E pensano che la soluzione non sia solo la repressione, che la ricetta non sia solo la stessa del 1993». E ancora. «L’idea che tutto si risolva con le manette è stata smentita dai fatti. La repressione da sola non funziona. Colpisce ex post; spesso in modo casuale; sempre quando i danni sono già fatti. La prevenzione ha tempi più lenti. Ma nei Paesi del Nord Europa, dove la corruzione è bassissima, ha funzionato».
Cantone replica anche alle frecciate di Davigo:
Anche Davigo parla di prevenzione, di agenti infiltrati che incastrino i politici. E dice che pure lei, fino a qualche tempo fa, ne parlava.
«E continuo a farlo. Ho parlato di agenti infiltrati un mese fa, a un convegno di magistrati. Capisco che Davigo possa non seguire quello che dico, ma in questo caso non è molto informato. Lo stimo, sono stato tra i primi a fargli gli auguri. Condividiamo l’amore smisurato per la magistratura; ma l’amore porta lui a vedere solo gli aspetti positivi; e porta me a vedere gli aspetti critici».
Quali aspetti critici?
«Molto spesso la magistratura non riesce a dare risposte ai cittadini, perché è sovraccaricata di compiti non suoi. Si pensa che debba occuparsi soprattutto dei grandi temi, e un po’ meno del senso di giustizia individuale. Sul piano dei tempi e della prescrizione la risposta è insufficiente. Non a caso Ilvo Diamanti sostiene che la magistratura negli ultimi anni ha perso oltre il 20% della sua credibilità, passando dal 70% a sotto il 50. Si può sempre dire che la colpa è degli altri? Io mi ribello a questa logica del fortino assediato. La magistratura ha meriti eccezionali; ma sarebbe scorretto non evidenziare che certi meccanismi organizzativi non funzionano».
CANTONE E IL RUOLO DELLA MAGISTRATURA: «NON DEVE SALVARE IL MONDO»
Tradotto, per Cantone la magistratura ha le sue colpe da farsi perdonare:
Ci sono testimoni che sono andati dieci volte ai processi e dieci volte sono stati rimandati indietro. Ci sono uffici giudiziari che danno risposte, e altri che non lo fanno. Ripeto: io amo la magistratura. Ma ho un’idea diversa del suo ruolo». «In certe battaglie la magistratura è uno dei soggetti. Davigo pensa che sia l’unico a poter risolvere i problemi. Non condivido una visione autoreferenziale e salvifica. La magistratura non deve salvare il mondo; deve accertare i reati penali e decidere i processi civili. In nessun Paese del pianeta ha il monopolio nelle questioni di legalità; altrimenti finisce per esercitare una funzione di supplenza nei confronti della politica».
Ma non solo. Cantone non accetta nemmeno le generalizzazioni sui politici “che rubano”:
Se i politici smettessero di rubare darebbero una bella mano, non crede?
«Certo. La politica deve fare molto di più. Ma è ingiusto non riconoscere quanto è stato fatto negli ultimi anni. Dire che non cambia mai nulla è funzionale all’idea di non far cambiare mai nulla. Noi come magistratura abbiamo chiesto nuove norme sul falso in bilancio, sul voto di scambio politico mafioso, sull’autoriciclaggio: e queste riforme sono state fatte. Alcune potevano essere scritte meglio, ma qualche perplessità è stata superata dalle interpretazioni della giurisprudenza. Non riconoscere che qualcosa si può fare è come dire che non c’è più niente da fare, che l’unica strada sono le manette. Ma non è così».
CANTONE: «NON SONO FOGLIA DI FICO DEL GOVERNO RENZI»
Cantone replica poi a chi lo accusa di essere una sorta di “foglia di fico” del governo Renzi:
«Io sto ai fatti, non alle allusioni. Tutte le volte che c’era da criticare il governo non mi sono mai tirato indietro. Il primo a denunciare il rischio dell’innalzamento dei contanti a 3 mila euro sono stato io. Ma per la prima volta c’è in Italia un’Autorità indipendente contro la corruzione cui sono stati dati poteri, secondo una visione nuova che non è affatto alternativa alla magistratura, al contrario di quel che qualcuno tende a pensare. L’Ocse, che bacchetta sempre l’Italia, ha elogiato il nostro lavoro sull’Expo. Il nuovo codice degli appalti ci attribuisce poteri autentici».
Non direi: potete intervenire solo sugli appalti sopra i 5 milioni di euro, escludendo il 95% dei contratti.
«Non è così. Quella soglia riguarda solo le commissioni di gara; i nostri poteri riguardano tutti gli appalti».
Sicuro?
«Ci sono criticità, ma c’è uno sforzo autentico, e se ne vedranno i risultati».
Però continuano gli scandali. E gli arresti.
«Sono fatti molto gravi. Ma se emergono è la prova che il sistema reagisce. Fino a poco fa qualche leader politico sosteneva che la corruzione non esisteva; oggi nessuno la nega. Non dico che la strada sia conclusa, sarei un folle. Ma è sbagliato non prendere atto di quel che è avvenuto, grazie al Parlamento che ha votato andando oltre la maggioranza di governo».
Cantone spiega come Renzi abbia usato «un’espressione esagerata» quando ha evocato il temine «barbarie giustizialista». Ma ha precisato come ci sia stato un periodo in cui, più che la magistratura, era l’interpretazione dei suoi atti a «creare eccessi: bastava essere indagato per venire messo alla gogna».
RAFFAELE CANTONE: «MAGISTRATURA UN MONDO TUTTO PULITO? UNA FIABA, MA FALSA»
Cantone rivendica come non sia vero che la politica è tutta corrotta, mentre le toghe sono sempre pulite:
«L’idea che ci sia un mondo tutto pulito, la magistratura, e un mondo tutto sporco, la politica e la burocrazia, è comoda da vendere come fiaba; ma è falsa. La magistratura è fatta al 99 per cento di persone perbene, ma le mele marce ci sono; come ci sono persone perbene in politica. Il retropensiero che ci si debba sporcare con i rapporti istituzionali, malgrado quello che è successo a Falcone, continua a essere usato: con allusioni e attacchi ingiustificati, basati sul nulla. In che cosa noi dell’Autorità abbiamo fatto da ruota di scorta? Se Renzi la evoca di continuo è perché finalmente l’Autorità sta provando a lottare contro la corruzione, non perché ci sia un rapporto incestuoso. Se qualcuno ha le prove di rapporti incestuosi, le tiri fuori; non usi illazioni. Altrimenti finisce come quando Falcone veniva chiamato eroe dagli stessi che lo appellavano come traditore».
A chi si riferisce?
«Ero uditore giudiziario quando partecipai ad assemblee di magistrati che, quando fu fatta la Direzione nazionale antimafia, usavano per Falcone parole tra cui la più buona era traditore. Quegli stessi, 15 giorni dopo, usavano la parola eroe».
Quegli stessi chi?
«Riportare i nomi di chi interveniva in assemblee private non mi pare corretto. E comunque non è una cosa che sto improvvisando: l’ho scritta in un libro del 2007»
CANTONE E LA POLITICA: «NEL 2020 SCADE IL MIO MANDATO E TORNO A FARE IL MAGISTRATO»
Per Cantone è vero – come dice Davigo – che servano più carceri, ma precisa:
«Sì, ma la questione riguarda soprattutto l’ordine pubblico: per i reati di criminalità di strada abbiamo una legislazione e un’applicazione della legislazione eccessivamente elastiche».
Ci sono troppi magistrati in politica?
«Ci sono stati troppi magistrati in politica; e molto spesso non hanno fatto grandi figure. Il nostro lavoro non ti abitua certo alla ricerca del consenso. È sbagliata l’idea che un magistrato non possa fare politica; è sbagliato semmai che dopo aver fatto politica torni a fare il magistrato».
Cantone esclude poi di voler entrare in politica:
Lei la politica non la farà mai? «Non ci penso assolutamente. Il mio mandato scade nel 2020. E la mia idea è tornare a fare il magistrato».