I parlamentari non pagano, e Forza Italia rischia di chiudere
04/04/2017 di Redazione
Forza Italia ha troppi debiti. Il partito si trova in «grave stato di insolvenza» e rischia la «paralisi» perché parlamentari e consiglieri regionali hanno continuato a non versare il loro contributo. A mettere nero su bianco le difficoltà economiche è il tesoriere e plenipotenziario dei conti degli azzurri, il senatore Alfredo Messina, già numero 2 di Mediolanum, che in una lettera inviata a tutti i 50 deputati e senatori azzurri, e ad una ottantina di consiglieri regionali.
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DEBITI FORZA ITALIA, LETTERA DEL TESORIERE A PARLAMENTARI E CONSIGLIERI
Tra loro ci sono i repsonsabili del dissesto. Ne parla Carmelo Lopapa su Repubblica:
Succede che con l’eccezione di mezza dozzina di loro, nessuno si è messo in regola con i pagamenti arretrati dovuti entro il 28 febbraio per il triennio 2014-2016, pena la «decadenza dagli incarichi e la non ricandidatura»: 25 mila euro per la candidatura nel 2013, mille euro l’anno di adesione a Fi, 800 euro mensili di contributo (per i parlamentari, 500 per i consiglieri regionali). Un esercito di debitori – chi per poche migliaia di euro chi per 50- 60 mila – che ha alimentato un buco di bilancio che solo per la voce “mancati versamenti” ammonta a due milioni di euro circa (sui cento complessivi). L’ultimatum fatto diramare a febbraio dal Cavaliere è caduto nel vuoto, il pugno di ferro del leader non sortisce più l’effetto di un tempo. Tenendo conto che «i costi di funzionamento non possono essere ridotti – scrive nella lettera-avviso Messina – mi permetterete di chiedere a coloro che si trovano in posizione di insolvenza se siano consapevoli che il movimento rischia la paralisi e se ritengono equo e leale che solo alcuni si debbano fare carico per tutti di tenere in vita la struttura di Fi». Struttura a questo punto altamente a rischio.
Nella lettera viene precisato che nel 2017 solo il 40% dei parlamentari e il 10% dei consiglieri regionali ha provveduto a versare il proprio contributo.
(Foto: ANSA / GIUSEPPE LAMI)