Di Maio: «Ecco perché vesto elegante»
21/12/2015 di Redazione
È uno dei volti più noti del Movimento 5 Stelle, tra i più apprezzati all’interno della formazione grillina e in maniera più o meno velata anche dalle opposizioni. Si è guadagnato la stima di molti da vicepresidente della Camera, il più giovane della storia della Repubblica, e alcuni lo vedrebbero bene presidente del Consiglio. Luigi Di Maio si racconta oggi in un’intervista a Libero e spazia, dai motivi della mozione di sfiducia contro il ministro Boschi e del suo fallimento alla giustizia e alle battaglie anticasta passando per il look che lo contraddistingue fin da inizio legislatura.
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Pietro Senaldi parte dall’attualità e dal naufragato proposito di “far fuori” la Boschi:
Bisognava far emergere l’ipocrisia del Pd, in conflitto d’interesse con i suoi elettori, e del ministro, in conflitto d’interessi con la sua famiglia. La mozione di sfiducia è stato un atto politico prima che pratico o giuridico, per sottolineare che il governo sta prendendo in giro gli italiani
Poi si passa alla sua ascesa politica
È vero che ha avuto più voti come rappresentante degli studenti che come deputato della Repubblica?
Sono all’incirca gli stessi, qualcosa più di 200. Comunque, M5S ha avuto oltre nove milioni di voti, sono quelli che mi legittimano. E a Napoli all’università rappresentavo 18mila studenti come presidente del consiglio studentesco
E il tandem con Di Battista, altro grillino molto in vista?
Siamo i più conosciuti, i front man, ma non per questo i più importanti. […] Lui è più concreto di quanto non appaia e io più sognatore. Abbiamo un’indole differente, lui estroverso, io introverso, ma non ci siamo ripartiti dei ruoli
Infine un po’ di colore, con riferimento ai suoi eleganti e impeccabili completi
Se le faccio vedere la foto dei miei 18 anni, ero già in giacca. È una questione di stile personale, l’ho ereditata da mio padre, imprenditore edile che va tutti i giorni in cantiere col vestito e ritorna ogni sera pieno di polvere
Photocredit copertina Stefania D’Alessandro/Getty Images for Giffoni Film Festival