Le contraddizioni di Luigi Di Maio sulla legge elettorale
29/05/2017 di Andrea Mollica
Luigi Di Maio è il primo leader del M5S a commentare l’avvio della trattativa sulla nuova legge elettorale. Sul sito di Beppe Grillo gli iscritti dei 5 Stelle hanno approvato in massa la proposta di trattare con PD e Forza Italia sul cosiddetto modello tedesco. Si tratta di una legge elettorale proporzionale, con soglia di sbarramento al 5%, e parlamentari selezionati attraverso collegi uninominali e liste bloccate circoscrizionali. Il punto chiave del tedesco è l’esatta proporzione tra voti e seggi, come ha rimarcato anche Beppe Grillo sul blog. Prendi più del 5%, e ottiene una percentuale di mandati pari al tuo consenso. L’unica correzione è prodotta dalla soglia di sbarramento, che se impedisse l’accesso di molte formazioni politiche al Parlamento potrebbe aumentare i seggi di chi invece supera il 5%. Luigi Di Maio però sembra proporre un’altra cosa, nel suo post su Facebook in cui prende posizione sulla legge elettorale.
Abbiamo sulle nostre spalle una grande responsabilità, quella di assicurare all’Italia un Governo libero da inciuci, trame di palazzo e che non sia figlio di leggi elettorali “scorciatoia”. Al nostro Paese serve un Governo messo in condizioni di realizzare il programma elettorale per cui avrà ricevuto la fiducia del Parlamento e degli Italiani. In questo momento solo il Movimento 5 Stelle può scongiurare la formazione di un ennesimo “Governo Frankenstein” dopo le prossime elezioni politiche: siamo la prima forza politica del Paese e dobbiamo assumerci questa responsabilità partecipando all’approvazione di una legge elettorale onesta.
Di Maio critica le leggi elettorali scorciatoia, ma in realtà sembra voler proporre proprio ciò che osteggia. Il vicepresidente della Camera infatti vuole assicura un Governo che non sia figlio di inciuci o trame di palazzo, ovvero ciò che succederà se, come pressoché certo, nessuna formazione politica supererà una soglia pari al 45%. Solo in un simile caso, e con pochi partiti rappresentati in Parlamento, il M5S potrebbe riuscire ad avere una maggioranza assoluta dei seggi, tale da formare un governo senza trattative con altre forze politiche. Gli inciuci o trame di palazzo sarebbero ciò che è invece logico aspettarsi da un’elezione svolta con un sistema proporzionale in un quadro multipartitico. Chi avrà la maggioranza relativa dei seggi dovrà trattare con altri partiti rappresentati in Parlamento per sostenere insieme un governo. Forse Di Maio lo definirebbe Frankenstein, ma questa è la storia della Germania: la gran parte degli esecutivi sono stati formati con accordi di coalizione, anche tra i principali partiti come Cdu o Spd, abitualmente avversari.