Direzione Pd, Renzi: «Congresso prima del voto». Passa la linea di Matteo (senza il ministro Orlando)

13/02/2017 di Redazione

La Direzione del PD ha approvato con 107 sì, 12 no e 5 astenuti l’ordine del giorno, a prima firma Franco Mirabelli, che approva la relazione di Matteo Renzi e invita il presidente a convocare l’Assemblea per avviare l’iter congressuale da svolgersi con le stesse regole del 2013. La Direzione non ha votato il documento firmato da Michele Emiliano e Roberto Speranza, tra gli altri, nel quale si chiedeva il sostegno al governo Gentiloni fino alla scadenza della legislatura e il congresso a partire da giugno, facendo prima una conferenza programmatica. Il via libera di uno dei documenti, secondo Matteo Orfini, avrebbe automaticamente escluso l’altro.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando non ha partecipato, a quanto si apprende, alla votazione finale. Orlando ha infatti sostenuto la necessità di una conferenza programmatica da tenere prima del congresso: una posizione che dovrebbe riproporre anche davanti all’assemblea del partito.

19.04. Direzione Pd, Martina: «Ok a congresso» «Nel Pd c’è anche una questione di leadership, è inutile girarci attorno. Ci sta anche discutere di questo. Per questo non c’è altra soluzione che una fase congressuale». Lo ha detto Maurizio Martina, intervenendo alla Direzione Pd. «L’ipotesi congressuale va vissuta come passaggio di maturità, come iniziativa sfidante per tutti noi, indipendentemente da giudizi su leadership, mille giorni, su pluralismo e unità»

18.32. Direzione Pd, Speranza: «Congresso per ricucire e non per evitare scissioni». Roberto Speranza, ex capogruppo alla Camera, probabile candidato alla segreteria in fase congressuale e rappresentante dell’area bersaniana, dice sì al congresso, come Matte Renzi, ma – precisa – per «ricucire» e «non per evitare una scissione». «Sento parlare di scissione: a noi – ha detto nel suo intervento alla direzione Pd – non fa paura la scissione che ci sarà, ma quella che c’è già stata e se serve un congresso non serve per evitare una nuova scissione ma a ricucire con un popolo in grande difficoltà». «Si tratta di una diga che non regge perché alcune scelte di fondo che abbiamo fatto e hanno riguardato il corpo sociale del Paese non hanno funzionato», ha aggiunto Speranza.

18.14. Direzione Pd, Orlando: «Il congresso non adeguato per discussione vera». Intervenendo alla direzione del Pd il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha espresso dubbi sul congresso anticipato proponendo una conferenza programmatica. «Il nostro statuto e il modo in cui si celebrerà il congresso non è adeguato ad una vera discussione perché è stato pensato in una fase diversa e serviva solo alla legittimazione del leader mentre noi dobbiamo costruire una piattaforma politica. Sarebbe come fare le tagliatelle con la macchina da scrivere e non credo che a fine percorso si sara’ esaltata la partecipazione popolare». «Io ho sempre pensato – ha affermato – che il congresso doveva venire dopo un altro passaggio. Il rischio è che così il Pd diventi l’epicentro dell’instabilità politica e non credo che inciderà sulla piattaforma. Con questa prospettiva credo che le 377mila visualizzazioni sulla resa dei conti del Pd che ha detto Matteo aumenteranno in modo significativo». Poi – ha aggiunto il ministro «temo che la fase delle primarie senza la condivisione sulla piattaforma finirà per essere la sagra dell’antipolitica il tutto nelle battute finali della campagna per le amministrative». Orlando ha anche bacchettato il ‘compagno’ Bersani: «Se si dice che è importante il clima ricordo che il clima è fatto anche da dichiarazioni quotidiane che delegittimano il segretario».

17.57. Direzione Pd, Emiliano: «Mi candido a segreteria». Durante la direzione Dem il presidente della Regioen Puglia Michele Emiliano ha confermato la sua candidatura alla segreteria del Pd.  «Quella di candidarmi alla segreteria è una cosa che sento di fare, necessaria», ha detto. «Quando ti ho sostenuto all’ultimo Congresso, dando una mano al cambiamento del partito, ho pensato che rispetto al passato tu rappresentassi un cambiamento netto anche di classe dirigente. Ma ho cominciato a pensare che qualcosa non andava», ha detto ancora Emiliano rivolgendosi a Renzi e parlando di articolo 18, perforazioni petrolifere riforma della scuola, Jobs Act. «Andare al Congresso con la Pasqua in mezzo senza conoscere la legge elettorale e senza sapere quanti circoli non sono in grado di rilasciare tessere» ad aprile «è una di quelle cose che fa rischiare la scissione». «In molti momenti sei apparso lontano dalle persone siamo la parte migliore di questo paese e tu o un altro segretario deve rappresentare questo», ha spiegato Emiliano, aggiungendo: «O il Pd rientra nell’alveo naturale o rischia di andare fuori dalla cornice, dalla fotografia».

17.38. Direzione Pd, Serracchiani: «Nessun limite al governo Gentiloni». «Non portiamo il congresso all’interno di questo governo perché faremo il male del Paese e il male del Partito Democratico. Sono due cose diverse e nessuno di noi mette in discussione il governo Gentiloni». Sono le parole della vicesegretaria del Pd e presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. «Alle paure della sinistra italiana noi non stiamo dando risposte. Per cui, dobbiamo dare risposte a quelle richieste», ha aggiunto Serracchiani. «Vorrei che il congresso servisse a questo, non a mettere limiti al governo Gentiloni».

17.26. Direzione Pd, Rossi: «Riflettiamo su dove non ha funzionato il governo Renzi». «La gravità del momento ci impone di abbassare i toni e cercare, se possibile, una strada comune. Dobbiamo stare attenti a non ripetere lo schema di chi difende il governo che abbiamo avuto e limitarsi a questo. Abbiamo avuto una serie di risultati negativi. Dobbiamo riflettere sull’azione del governo Renzi. Dove non ha funzionato». Sono le parole del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi alla direzione Pd. «Credo che si è esaurita una fase e non si tratta di mettere i discussione nessuno. Non credo di offendere nessuno se dico che c’è stata, anche prima di Matteo, una sinistra troppo accondiscendente al mondo così com’è. Dobbiamo uscire da un riformismo troppo debole, e proporre un cambiamento più robusto della società».

16.58. Direzione Pd, cosa ha risposto Bersani. Pier Luigi Bersani, intervenuto dopo Graziano Delrio, ha chiesto di indicare chiaramente l’orizzonte temporale della legislatura (punto sul quale Matteo Renzi non è stato chiaro). L’ex segretario chiede di arrivare al voto a scadenza naturale, nel 2018, e di stabilire con tempi lunghi modalità del congresso. Renzi ha indicato come priorità il congresso senza imporre fin da subito una data per le elezioni. «Dobbiamo approfondire, riflettere, correggere, aggiustare, rassicurare, dare linearità». «Senza abiure vogliamo dare un messaggio di ‘ricevuto’ da qui a quando si andrà a votare? Dovremmo come governo e gruppi parlamentari fare un bell’approfondimento e dire cosa vogliamo fare per una manutenzione dell’azione di governo di questi anni. Di ambiti ce n’è. Diamo il segno in questi mesi che questo governo si mette in condizione di ritrovare un filo di riconoscimento. Perché ci vuole un po’ di umiltà. Molte di queste cose che dobbiamo aggiustare quando arrivano le elezioni saremmo costretti a prometterle e ci diranno: perché non le avete fatte?».

 

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16.38. Direzione Pd, cosa ha detto Renzi. Uno dei passaggi più significativi dell’ntervento del segretario Matteo Renzi alla direzione Pd presso la sala congressi ‘Roma Eventi’ di via Alibert a Roma è quello relativo alla chiusura di un ciclo. L’ex premier ha ribadito a chiare lettere la necessità di non arrivare a scissioni nel Partito Democratico e di fare un congresso, ma non ha mai parlato espressamente di dimissioni. La frase «Si chiude un ciclo alla guida del Pd» lascia comunque intendere l’intenzione di lasciare la guida del partito per anticipare il congresso. Si attende ora la replica dei massimi rappresentanti della minoranza interna come l’ex segretario Pier Luigi Bersani, ma anche i candidati alla segreteria come Roberto Speranza, Michele Emiliano ed Enrico Rossi.

16.27. Direzione Pd, interviene Delrio. Dopo Gianni Cuperlo prende la parola il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. «Nessuno dei nostri obiettivi può essere raggiunto dividendoci: chi ha fatto la fatica di portarci fino a qui deve continuare a fare la fatica di stare insieme», ha detto. «Serve unità su contenuti, programmi, cose da costruire insieme, una prospettiva comune. Tutto il resto rischia di indebolire il Paese e l’Europa».

16.18. Direzione Pd, dopo Renzi parola a Cuperlo. Dopo la relazione del segretario Matteo Renzi alla direzione del Partito Democratico presso la sala congressi ‘Roma Eventi’ di via Alibert prende la parola Gianni Cuperlo.

16.17. Direzione Pd, da Renzi auguri a Speranza, Rossi ed Emiliano. Sul finire del suo intervento l’ex premier Matteo Renzi ha fatto gli auguri agli altri esponenti del Pd che si candideranno alla guida del Partito Democratico. «A chi si candida, a Speranza, a Rossi, a Emiliano, faccio in bocca al lupo, se vincono sarò in prima fila per sostenerlo ma chiedo rispetto non per me ma per i nostri iscritti. Quando si dice che siamo il partito dei petrolieri ai volontari viene uno stranguglione, quando si dice che abbiamo fatto gli interessi dei potenti gli iscritti non rinnovano la tessera, quando si dice che abbiamo violato lo Statuto non solo un uomo di legge si sente male ma viene meno il sentimento di fiducia tra noi».

16.14. Direzione Pd, Renzi: «Si chiude un ciclo alla guida del partito, che ho portato al 40,8%». «Si chiude un ciclo alla guida del Pd», dice Matteo Renzi nel corso del suo intervento alla riunione. lasciando capire che si dimetterà per anticipare il congresso. «Ho preso un Pd che aveva il 25 per cento e nell’unica consultazione politica lo abbiamo portato al 40,8», aggiunge.

16.12. Direzione Pd, Renzi: «Evitare referendum sui voucher». «Se evitiamo il referendum» sui voucher «male non fa dal punto di vista politico». «Li abbiamo resi tracciabili, ma se si vuole un confronto sul precariato facciamolo aperto», aggiunge.

16.10. Direzione Pd, Renzi: «Non aumentare le tasse è principio di serietà». «Il tema di non aumentare le tasse è un principio di serietà da parte nostra, discuteremo con Bruxelles per cercare gli accordi opportuni. La procedura di infrazione va evitata con tutti gli sforzi, i 3,4 miliardi di euro si recuperano non aumentando le accise ma con un disegno che consenta di continuare la curva della crescita».

16.08. Direzione Pd, Renzi: «Confermo massima stima e lealtà per Gentiloni». Dopo la mozione parlamentare Pd contro l’aumento delle tasse si è parlato di «avvertimento e mancanza di lealtà verso Gentiloni? Dalle opposizioni hanno detto: il segretario dovrà confermare stima e lealtà verso Gentiloni. Sono molto lieto di farlo. Massima stima e amicizia di tutto il Pd. Nel rapporto decennale che ci lega non è la lealtà che manca».

16.05. Direzione Pd, Renzi: «Congresso e voto sono divisi, non deciso io la data». «Il voto e il congresso sono due concetti divisi e aggiungo che non sono più premier, non sono mai stato il ministro dell’Interno né sono il presidente della Repubblica. Quando si vota non lo decido io, questa visione ‘giucascaselliana’, quando lo dico io, va rimossa. Ci sono elementi positivi per votare prima e anche per votare dopo, è una discussione che fa chi ha responsabilità istituzionali. Ma sia chiaro a tutti che il congresso non si fa per decidere il giorno del voto».

16.02. Direzione Pd, Renzi: «Non dico ‘Vattene’ ma ‘Venite’». «Ho letto Erri De Luca, e non lo sto citando per arruolarlo – e c’e’ un’immagine molto bella quando parla di Giuseppe e dice che il nome ebraico contiene il suo destino. Il Pd ha un nome che contiene il suo destino. Forse non siamo tantissimi i partiti che contengono i destini, forse non abbiamo gli algoritmi giusti ma la faticosa abitudine che si chiama democrazia interna, che non si esaurisce con la richiesta di un congresso e del voto, non è a tempo, non è solo nel votare ma nel rispettare l’esito del voto. Chi non lo fa viola la prima regola interna di condotta. A chi immagina di dire ‘Vattene’, dico ‘Venite’, confrontiamoci, aiutateci a capire. Rendete contendibile la leadership, anche a chi è fuori dal Pd, c’è il tesseramento aperto fino al 28 febbraio».

16.01. Direzione Pd, Renzi: «Io in linea con Gentiloni». «Alcuni libri che ho letto ultimamente me li ha suggeriti Paolo, con cui sono in linea», dice Renzi alla direzione del Partito Democratico.

15.59. Direzione Pd, Renzi: «Chi perde congresso non scappi». Matteo Renzi alla direzione Pd: «Io non sarò mai il custode dei caminetti, preferisco il mare aperto della sfida che la palude. Facciamo il congresso e chi perde il giorno dopo dia una mano, non scappi con il pallone, non lasci da solo chi vince le primarie, non faccia quanto avvenuto a Roma».

15.51. Direzione Pd, Renzi: «Sì a congresso con regole 2013». Matteo Renzi vuole un congresso con le regole del 2013. «Non possiamo più prendere in giro la nostra gente, potete prendere in giro me ma non la nostra gente. Nel pieno rispetto dello statuto, con le stesse regole dell’ultima volta» – dice – si faccia il congresso. «Così che non si discuta da domani sulle regole. Ma torni la politica».

15.49. Direzione Pd, Renzi: «Trump cambierà Nato, Ue dirà sì a spese fuori dal patto». «Nei prossimi mesi con la presidenza Trump sarà abbastanza scontato che la Nato modifichi il proprio atteggiamento e che una delle proposte italiane, quella di portare le spese fuori dal patto di stabilità, possa essere accettata», ha detto Matteo Renzi nel suo intervento in direzione Pd. A quel punto l’Italia dovrà dire che «le spese culturali devono essere considerate esattamente come le spese militari. L’investimento sulle nuove generazioni che Macron ha voluto replicare nel suo programma, vuol creare nel diciottenne un senso di appartenenza all’Europa», sottolinea l’ex premier difendendo l’idea del bonus per i diciottenni.

15.46. Direzione Pd,  Renzi: «Mi accontenterei di un’Europa a una velocità, ora è ferma». «Si parla di Europa a due velocità. Io mi accontenterei di un’Europa a una velocità, visto che io la considero ferma, in folle. Mi piacerebbe dire: eppur si muove», dice Matteo Renzi nel suo intervento in direzione Pd.

15.42. Direzione Pd, Renzi alla minoranza: «Mi spiace, non sarete mai mio incubo». Il segretario del Pd Matteo Renzi nel corso della sua relazione alla direzione Pd non ha risparmiato frecciate alla minoranza Dem. «Agli amici e compagni della minoranza voglio dire ‘mi spiace, se costituisco il vostro incubo ma non sarete mai il nostro avversario’. Gli avversari sono fuori da questa stanza».

15.36. Direzione Pd, Renzi: «Non voglio scissioni, sì a congresso prima del voto». «Credo che sia buon senso da parte di chi ha responsabilità di conduzione di una comunità accettare l’invito a fare il congresso prima delle elezioni. Io non voglio scissioni», dice il segretario Matteo Renzi alla direzione del Pd. «E se le voglio, le voglio senza alibi, che non siano scissioni sul calendario», aggiunge Renzi. «Si discute di una scissione sulla base delle seguenti parole: ‘Se il segretario non farà il congresso prima delle elezioni sarà scissione’. Io ho un’idea alta della scissione. Per me la scissione è un momento drammatico, non ho mai immaginato che si potesse arrivare a una scissione sul calendario e mi verrebbe voglia di considerare questo come una sorta di ricatto morale».

15.34. Direzione Pd, Renzi: «Non voglio violare regole europee ma cambiarle». «Io non voglio violare le regole europee, voglio discuterle e se possibile cambiarle. Non è facile ma è un dovere morale per chi ha fatto una battaglia contro la politica dell’austerity e il pareggio di bilancio». Lo dice Matteo Renzi alla direzione Pd, ringraziando il ministro Pier Carlo Padoan presente in platea. Renzi sottolinea come un «passaggio straordinario» la possibilità di ridiscutere il Fiscal Compact: «Io penso che non funzioni», afferma.

15.32. Direzione Pd, Renzi: «Con Trump la società aperta in soffitta». Matteo Renzi nella sua relazione parla anche della politica del nuovo presidente Usa: «Trump è una profonda novità, una rivoluzione negli ultimi anni della politica. Il muslim ban non è importante semplicemente come atto concreto, la novità non è il muro, c’era già, quello che cambia con l’intervento di Trump è che propone un’America diversa, la società aperta viene messa in soffitta, la vita degli altri diventa un pericolo e non un elemento di curiosità. Finisce l’american dream e nasce il modello culturale in cui l’altro diventa il volto della paura».

15.29. Direzione Pd, Renzi: «Depersonalizzare il post-referendum». Matteo Renzi, consapevole dell’errore della personalizzazione del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, nel corso della sua relazione alla direzione del Partito Democratico chiede di ‘depersonalizzare’ il post-referendum. «Se è vero che il più grande errore del referendum è stata la personalizzazione, cosa che non credo, vi propongo ora di depersonalizzare il post-referendum. Il futuro sembra improvvisamente scomparso dalla politica italiana».

15.27. Direzione Pd, Renzi: «M5S dilaniati». Matteo Renzi alla direzione Pd: «Sel sta per scindersi, Salvini e Berlusconi litigano, i Cinque stelle sono dilaniati al loro interno con una ferocia non immaginabile fino a poche settimane fa».

15.22. Direzione Pd, Renzi: «Basta rese dei conti nel partito». Matteo Renzi nel corso della sua relazione chiede meno divisioni: «Se digiti su google ‘resa dei conti Pd’ emerge un dato sconvolgente… anche basta, diamoci una regolata tutti insieme. Evitiamo la personalizzazione del dopo referendum».

 

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15.20. Direzione Pd, Renzi: «Dopo referendum indietro lancette della politica».  «Dal giorno dopo il referendum la politica italiana ha messo le lancette indietro: è tornata a riti che avevamo dimenticato, il Pd ha iniziato con le discussioni, le liti e i caminetti. Questo riguarda anche gli altri partiti, ma soprattutto noi. Il tema non è diventato più dove va l’Italia, ma quanto dura la legislatura». È quanto dichiara il segretario Matteo Renzi nel corso della relazione alla direzione nazionale Pd.

15.17. Direzione Pd, 40 iscritti a parlare. Il presidente Dem Matteo Orfini ha precisato che gli iscritti a parlare finora sono 40.

15.17. Direzione Pd, alla fine votazione. La direzione del Pd si concluderà con un voto. Lo ha confermato il presidente del partito Matteo Orfini, dicendo che darà precedenza agli interventi dei membri della direzione che voteranno rispetto ai parlamentari e segretari locali invitati.

15.15. Direzione Pd, primo intervento di Renzi. Il segretario Matteo Renzi prende la parola alla direzione del Partito Democratico.

15.14. Direzione Pd, riunione allargata a parlamentari, segretari regionali e provinciali. Oltre che a parlamentari e ai segretari regionali del partito la direzione Pd è stata allargata anche ai segretari provinciali.

15.11. Direzione Pd, inno nazionale. La direzione nazionale del Pd si apre con l’inno nazionale.

15.05. Direzione Pd, arrivati anche Delrio, Orlando e Franceschini. Alla direzione Pd, oltre al premier Paolo Gentiloni e al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sono presenti anche i ministri Graziano Delrio, Andrea Orlando e Dario Franceschini. Arrivati al centro congressi ‘Roma Eventi’ di via Alibert anche Roberto Speranza e Gianni Cuperlo.

15.00. Direzione Pd, Damiano: «No a dimissioni, strappi e accelerazioni di Renzi». Tra coloro che non gradiscono l’ipotesi di un congresso lampo prima di elezioni anticipate c’è anche l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. «Consiglio a Renzi di non dimettersi e mi auguro che non faccia strappi o accelerazioni che porterebbero a rotture», dice a margine della direzione del Partito Democratico. «C’e’ bisogno di un compromesso».

14.53. Direzione Pd, incerti interventi di Gentiloni e Padoan. Pd, Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni partecipa alla direzione del Partito Democratico in quanto membro dell’organismo, il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, invece, perché invitato dal segretario Matteo Renzi. Non è ancora chiaro se premier e ministro hanno in programma di intervenire.

14.45. Direzione Pd, protesta dei precari Istat. Mentre i delegati alla direzione Pd cominciano ad arrivare al centro congressi ‘Roma Eventi’ di via Alibert, a pochi metri i precari dell’Istat hanno messo in scena una protesta. Armati di striscione, fischietti e cartelli gridano: «Noi dall’Istat non ce ne andiamo».

14.42. Direzione Pd, Bersani: «Un errore il congresso lampo di Renzi».  Che la direzione Dem farà emergere tutte le divisioni interne lo dimostrano le parole di Pier Luigi Bersani. L’ex segretario, prima di entrare al centro congressi ‘Roma Eventi’ di via Alibert dove si tiene la riunione dei vertici del Pd, conferma, parlando con i cronisti, il suo no al congresso lampo chiesto da Matteo Renzi. «Spiegherò perché» è un errore, dice.

14.37. Direzione Pd, come vederla sul web in diretta streaming. È possibile seguire la riunione dei vertici Dem in diretta streaming sul sito del Partito Democratico (Partitodemocratico.it), sul sito dell’Unità (Unita.tv) e sulla pagina Facebook del Pd.

14.27. Direzione Pd, presenti anche Padoan e Gentiloni. Alla riunione dell’organismo direttivo nazionale dei Dem saranno presente anche l’ex segretario Pier Luigi Bersani e l’ex premier Massimo D’Alema. Confermata anche la presenza del ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

14.25. Direzione Pd, presenti anche parlamentari e segretari regionali. La direzione del Partito Democratico al Centro congressi di via Alibert a Roma è stata allargata dal segretario Matteo Renzi a tutti i parlamentari e ai segretari regionali.

 

Direzione Pd. Diretta della riunione dell’organismo direttivo del Partito Democratico al Centro congressi ‘Roma Eventi’ di via Alibert. Si decidono le prossime mosse dei Dem. Matteo Renzi è pronto a dimettersi da segretario, per accelerare lo svolgimento di un nuovo congresso, e anticipare la conclusione del governo Paolo Gentiloni e della legislatura. Ma non tutti nel partito sono d’accordo con questa soluzione.

 

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COSA SI DECIDE ALLA DIREZIONE PD

La direzione Pd di oggi rappresenta uno dei momenti decisivi per il futuro della legislatura, durante la quale sono saliti a Palazzo Chigi prima Enrico Letta, poi Renzi e, a dicembre, dopo la sconfitta del Sì al referendum costituzionale, Gentiloni. Il segretario Renzi probabilmente chiederà un momento di confronto con la base per fornire una nuova legittimazione alla guida del Partito Democratico. La scelta dovrebbe cadere sul congresso anticipato, ma diversi dubbi verranno risolti solo dalla relazione dell’ex premier. La tensione è alta.

DIREZIONE PD CON PARTITO DIVISO

All’interno del Pd non mancano certamente le divisioni. Che, facile prevederlo, emergeranno anche nel corso della direzione di oggi. Il segretario Renzi vuole andare alle elezioni anticipate, ma la maggioranza dei gruppi parlamentari Dem (alla Camera e al Senato) sembra ostile a questa soluzione. Dalla parte dell’ex sindaco di Firenze ed ex presidente del Consiglio ci sono alcuni ministri, come Maurizio Martina e Graziano Delrio, ed anche il presidente Dem Matteo Orfini. Altri esponenti Pd sembrano sempre invece più distanti. È il caso ad esempio del ministro della Cultura Dario Franceschini e del Guardasigilli Andrea Orlando, che sembrano preferire un percorso congressuale più lento, per arrivare alle elezioni politiche a fine legislatura, nel 2018. Gentiloni per ora non si espone, probabilmente per evitare qualsiasi scontro con Renzi, ma i parlamentari a lui vicini sembrano smarcarsi dal segretario.

(Foto: screenshot da video in streaming)

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