Discorso fine anno Matteo Renzi: «Italia Paese stabile. Se perdo il referendum sulle riforme ho fallito»
29/12/2015 di Redazione
Discorso fine anno Matteo Renzi: l’ultima conferenza stampa del 2015 del premier
Ore 13.59 – Termina così la conferenza stampa di Matteo Renzi. Che poi scherza: «Vi segnalo due ore e mezza di conferenza stampa. La prossima sarà il 22 novembre del 2016…».
Ore 13.56 – Sui Marò rivendica: «Oggi rispetto al passato c’è stato un cambiamento. Non saranno giudicati dall’India, ma da un tribunale internazionale. Ci sono state diverse occasioni prima di noi per chiuderla rapidamente, non sono state fatte. Ora il nostro impegno è quello di stare a fianco dei nostri marò in tutti i punti di vista, legale, sanitario e non solo»
Ore 13.54 – «Legge di Stabilità? Non è di mancette, vuole restituire fiducia»
Ore 13.52- Ancora sull’immigrazione: «Riteniamo che anche per i cittadini dell’Afghanistan dovrebbe essere riconosciuto il diritto d’asilo»
Ore 13.45 – Ultime domande, i tempi si sono allungati. Ancora sull’immigrazione: «Abbiamo avuto 500 Comuni che si sono fatto carico degli arrivi, su 8mila. Non c’è alcuna invasione. Questo è un dato di fatto. L’Italia non ha un problema numerico per cui ha bisogno dell’Europa. La Germania ha molti più immigrati di noi. Noi dobbiamo aver riallocazioni, rimpatri che devono stare su un quadro unitario». E ancora: «Dublino, firmato da governo Berlusconi e Letta, per noi è un errore. Le regole sull’asilo devono essere europee». Poi ammette le difficoltà in Europa: «Lavoriamo affinché si cambi. Dall’EU ci chiedono a che punto siamo con gli hot spot. Siamo al 50%, ma siamo gli unici ad averli fatti. Siamo stati condannati contemporaneamente per aver espulso delle persone e per non averne espulse troppe. C’è evidentemente un problema»
Ore 13.38 – Ancora una domanda sulla stepchild adoption e sui rischi che venga stralciata: «No, non mi riferivo a quello quando parlavo di “depurare dalle posizioni politiche la legge sulle unioni civili”. La step child nasce da una proposta alla Leopolda 2012. Io non mi tiro indietro. Ci sono opinioni diverse, non è un tema in cui c’è unità d’intenti. Ma possiamo fare una discussione importante. Io metto la stessa energia delle riforme sui diritti. Che non è solo Unioni civili, ma anche ius soli temperato, servizio civile per tutti…». Il rischio però è che le adozioni del figlio del partner vengano bocciate dal Senato con il voto segreto. E la legge contro l’omofobia dimenticata? «Ne ho già parlato con Scalfarotto. Spero che il 2016 sia l’anno buono per portare a casa»
Ore 13.35 – «Condividiamo l’appello contro la pena di morte e rivendichiamo la difesa della libertà di culto», continua il premier
Ore 13.32 – “Accordo storico tra Usa e Cuba“, continua Renzi.
Ore 13.30 – Terminerà tra dieci minuti la conferenza stampa di Renzi. Intanto sul tema amnistia taglia corto, dopo la domanda di Paolo Molinari: «Non è all’ordine del giorno».
Ore 13.29 – Ancora attacchi a Sinistra Italiana-Sel da parte di Renzi per la decisione di strappare alle prossime Comunali: «A Torino vuole far perdere Fassino». E poi parla di primarie anche a Napoli per il 6 marzo.
Ore 13.23 – «Smentisco qualsiasi voce sul rinvio di elezioni a Roma. Si vota nel 2016, intorno al 10 giugno. Il resto sono soltanto visioni allucinogene del Movimento 5 Stelle». Poi difende l’esperienza dell’Ulivo dalle considerazioni della giornalista Cesaretti del Giornale che aveva parlato di “coalizione balorda“.
Ore 13.14 – “Noi non tocchiamo le pensioni degli italiani. Pensioni d’oro? Quelle di due mila euro per me non lo sono. Poi valuteremo gli altri casi”, ha aggiunto. “Boeri sta facendo un lavoro di trasparenza”, ha continuato.
Ore 13.12 – Renzi nega rimpasti in vista per il governo: «No, non ci saranno. Riempiremo le caselle rimaste vuote, ma nessun rimpasto»
Ore 13.07– Replicando alle domande di una cronista, il presidente del consiglio ha spiegato di augurarsi che «si possa tornare a discutere» del processo di adesione della Turchia all’Unione europea. L’Italia, ha ricordato il premier, sia con i governi Berlusconi che con quelli Prodi «aveva la stessa posizione sulla Turchia» in Europa, favorevole a un processo d’integrazione. Poi questo processo s’è bloccato, «anche per responsabilità europea». Ma ha precisato che tra le condizioni ci sarà anche il rispetto della libertà di stampa («Condizione imprescindibile per il dialogo con l’Ue») e non solo.
Ore 13.02 – Il premier insiste nel difendere la stabilità del sistema creditizio italiano. Poi torna sulla legge di stabilità: «Su alcuni aspetti della spending review non abbiamo fatto quello che volevamo. Siamo indietro sul patrimonio pubblico che va gestito meglio o valorizzato, con un ruolo di Cdp. Il premier ha poi citato il taglio delle partecipate. «Io non credo – ha sottolineato – che come sosteneva il commissario Cottarelli produrrà un risparmio sul bilancio pubblico dello Stato, piuttosto produrrà un risparmio sulle bollette». Renzi ha poi citato il caso dell’illuminazione pubblica. «Io sono contrario» a ridurre l’illuminazione nelle città» e credo sia «un’errore»: «La luce è elemento fondamentale. Ho chiesto ai sindaci delle aree metropolitane di investire su nuovi punti luce»
Ore 12.57 – Il Governo, ha anticipato Renzi, non pensa di ridurre ulteriormente la sua partecipazione in Eni. «Non immagino di dismettere altre quote», ha replicato il premier.
Ore 12.55 – Ancora frecciate in conferenza stampa tra Iacopino e Renzi. Prima lo scambio e le “battute” sarcastiche sulla durata della conferenza stampa: Sarà nostro prigioniero anche dopo l’inizio del Tg1, la conferenza stampa la organizziamo noi giornalisti...”, ha spiegato Iacopiano. E la replica ironica (ma non troppo) di Renzi: «Avete un’idea di libertà a fasi alterne. Chiederei alla Folgore se può venire a liberarmi..». E ancora Iacopino ha provocato il premier: «Stiamo prendendo esempio dagli editori…». Il “secondo tempo” dello scambio iniziale con le dichiarazioni sulla “schiavitù” evocata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti in merito ai compensi dei cronisti, ma che Renzi ha spiegato di “non vedere”.
Ore 12.48 – «L’Italia non chiede sconti. Stiamo chiedendo che le regole europee valgano per tutti. Quando nel 2003-2005 la Germania ha fatto la riforma del lavoro, ha chiesto invece di sforare il 3%. E l’Italia di Berlusconi e Tremonti che aveva la leadership del semestre di presidenza europea lo concesse. Noi invece rispettiamo le regole», ha provocato ancora Renzi.
Ore 12.42 – «Se perdiamo il referendum costituzionale, considero fallita la mia esperienza politica», ha anticipato Matteo Renzi.
Ore 12.35 – Sui candidati delle elezioni 2016, con la tornata di Amministrative: «Noi facciamo le primarie, a Milano il 7 febbraio, a marzo per Roma. Torino e Bologna sono stati confermati i sindaci uscenti (Fassino e Merola, ndr)». E attacca le opposizioni: «Noi non siamo quelli che fanno scoprire il proprio candidato dopo il vertice di Arcore o che cacciano il proprio parlamentare», con un chiaro riferimento alle riunioni a casa di Berlusconi (con Salvini e Meloni, che hanno già archiviato tutti i proclami sulle alleanze, ndr) e alle espulsioni in casa M5S (l’ultima quella della senatrice Serenella Fucksia, ndr). Da Renzi anche una frecciata a Sinistra Italiana-Sel, dopo lo strappo in gran parte delle città in vista delle Comunali
Ore 12.35 – C’è la domanda sulle Unioni Civili e Renzi ammette di non aver rispettato i tempi, così come non nasconde le divisioni interne al Pd, di fronte alle resistenze dei settori cattolici: «Noi però dobbiamo portarlo a casa. Da segretario Pd farà di tutto affinché il nostro dibattito sia il più serio possibile. Dobbiamo lasciare a tutti la libertà di esprimersi. Poi la mia posizione la conoscete: io considero la civil partnership un fatto di giustizia e di dignità». Ma “nicchia” sulla stepchild adoption, (l’adozione del figlio del partner, ndr) che potrebbe saltare nel voto segreto del Parlamento
Ore 12.28 – «C’è un rischio sistemico per il sistema creditizio italiano dopo il caso delle quattro Banche? E avete intenzione di assegnare la guida della commissione d’inchiesta parlamentare alle opposizioni?, chiede Angela Mauro di Huffington Post. «No, non c’è alcun rischio sistemico. Non cambio le banche italiane con quelle di altri Paesi», taglia corto il premier. E sulla commissione: «Il parlamento deciderà come governo e presidente del Consiglio rimettiamo ogni valutazione al parlamento, non ragioniamo adesso se fare una commissione di inchiesta o di indagine perché per entrambe c’è polemica sui compiti e i ruoli»
Ore 12.23 – Sui sondaggi che darebbero il Pd non più alle cifre delle Europee, Renzi non concorda: «I nostri sondaggi ci dicono che la situazione è la stessa di allora. Se ci fossero oggi le elezioni vinceremmo al primo turno. I 5 Stelle vanno forte nei sondaggi, poi alle elezioni…», provoca. Anche con una frecciata alla vecchia Ditta bersaniana: «Il Pd quando ho vinto alle elezioni stava al 25%….»
Ore 12.18 – Sull’ambiente e l’emergenza smog Renzi, replicando a una domanda di un cronista, ha spiegato: “Abbiamo preso l’impegno con Enel, Delrio e Galletti, con l’obiettivo nell’arco di un paio d’anni di passare da 2.000 centrali di ricariche elettrica, a 20.000 colonnine di ricarica”. E poi ha spiegato di voler proseguire sulla strada dell’efficientamento energetico. Poi ha attaccato Salvini e Grillo: «Cosa possiamo fare contro lo smog “oltre a far piovere? Siamo passati dal ‘piove Governo ladro, al non piove Governo killer. Basta con la demagogia», ha replicato.
Ore 12.11 – “Quello di premier sarà per me l’ultimo incarico pubblico”, spiega Renzi. “Spero che nel 2016 possiamo vedere ancora di più che l’Italia è un Paese che si è rimesso in moto”
Ore 12.09 – “Se il 2015 è stato l’anno delle riforme, il 2016 sarà quello dei valori. Siamo un Paese pieno di energie,
Ore 12.07 – “Siamo il governo che fa meno decreti legge…”, rivendica Renzi. Ma il governo ha numeri da record, invece, sui provvedimenti approvati attraverso la richiesta di fiducia alle Camere
Ore 12.06 – Poi attacca i sindacati sulla scuola: “C’è chi ha parlato di “deportazione”, nessuno è stato deportato. Le parole sono importanti…”
Ore 12.03 – «Italia in moto, siamo un Paese stabile”. E prova a “indicare” i titoli ai giornalisti in ascolto: “Nel 2015 in Italia la politica batte i populismo 4 a 0”
Ore 12.01 – Poi esalta i risultati su Expo, Pompei. E il passaggi sui fondi al Sud, per Bagnoli, Salerno-Reggio-Calabria e non solo
Ore 11.59 – Renzi poi spiega come l’Italia non sia in guerra contro l’Europa: “Vogliamo soltanto il rispetto delle regole, da parte di tutti”. Con tanto di slide (in cui non poteva mancare il passaggio sui “gufi”, ndr) sulla flessibilità:
Ore 11.57 – «L’Italia non toccava palla in politica estera. Ora a Vienna siamo ai tavoli sulla Siria, a Roma e New York protagonisti sulla Libia», continua ancora Renzi. Per ora tutto come previsto: il premier sta sbandierando nel bilancio di fine anno le riforme portate avanti dal governo
Ore 11.56 – Renzi affronta poi il tema dell’immigrazione e i risultati raggiunti nel settore della Pubblica amministrazione
Ore 11.55 – «Immaginiamo il referendum sulle riforme a ottobre 2016. Lì saranno i cittadini a decidere e valutare l’azione del governo»
Ore 11.54 – “Grazie all’Italicum non abbiamo frammentazione spagnola. Quello è stato un capolavoro parlamentare, il passaggio più difficile”. Poi sviscera i risultati su 80 euro e tagli all’Irap e alle tasse sulla casa
Ore 11.52 – Ora Renzi rivendica i risultati raggiunti attraverso il Jobs Act: “Oggi in Italia più tutele e più posti di lavoro, ma non basta ancora. Non sarò soddisfatto finché l’Italia non sarà leader in Europa. E lo sarà”
Ore 11.50 – “Si diceva l’Italia è in stagnazione perenne, ma i dati di quest’anno il Pil torna a crescere: +0,8. La realtà dei fatti è più forte di qualsiasi opinione”, rivendica il premier.
Ore 11.45 – Quanto alla riforma della Rai «poche volte ho visto Cda così pieni di giornalisti a guidare l’azienda del servizio pubblico. Se c’è una cosa che ha fatto questo governo è dare la Rai in mano a persone competenti», ha spiegato Renzi.
Ore 11.42 – Inizia Renzi, subito con una stoccata contro Iacopino: «Non condivido le sue parole: nessuna piaggeria, nessuna schiavitù, lo dico con estremo rispetto per Renzi. La mia posizione sull’Ordine dei giornalisti è nota: io sarei per abolirlo»
Ore 11.40 – Nel suo intervento centrale è il passaggio sul reddito basso dei cronisti: «C’è una schiavitù che non solo è tollerata, ma è persino codificata in contratti. 4900 euro l’anno è quanto vale nel civile Nord-est il lavoro giornalistico. E al Sud è anche peggio». Continua il presidente dell’Ordine dei giornalisti: «Una vergogna per l’intero Paese, un’emergenza democratica. Non devono esserci denari pubblici per quegli editori che sfruttano i giornalisti», spiega Iacopino.
Ore 11.35 – Iniziata la conferenza stampa con l’intervento di Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti.
Ore 11.30 – Tra pochi minuti inizierà la conferenza stampa del presidente del Consiglio
Aggiornamento ore 11.00 – Tra mezz’ora è previsto l’inizio della conferenza stampa di fine anno di Matteo Renzi, alla nuova Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati.
Sarà l’occasione per rivendicare i risultati raggiunti dal governo nel 2015. E anticipare l’agenda del prossimo anno. Nella tradizionale conferenza stampa per il discorso di fine anno, Matteo Renzi lancerà la sfida per il 2016. Un anno in cui non mancheranno i passaggi delicati per l’esecutivo: a partire dalla tornata di elezioni 2016, con le Amministrative, ma soprattutto con il referendum di ottobre sulle riforme costituzionali, una volta completato l’iter del Disegno di legge Boschi sul superamento del bicameralismo perfetto.
DISCORSO FINE ANNO MATTEO RENZI, LA CONFERENZA STAMPA
Il premier vorrà rivendicare, dati alla mano, un anno di riforme. Quelle che, sbandiera Renzi, hanno permesso al Paese di ripartire, «di tornare a crescere e di riprendersi un ruolo sulla scena internazionale». Non è un caso che anche la politica estera entrerà, come spiega “La Repubblica” , nel discorso del premier, che ha incontrato lunedì il primo ministro libico Fayez Al-Serraj:
«A Tripoli si fanno dei passi avanti. Noi non interverremmo militarmente ma se ci sarà bisogno parteciperemo a una missione con bandiera Onu. Il modello è il Libano», ha spiegato ieri dopo il colloquio a Palazzo Chigi. Non a caso una missione cominciata dal’Italia, guidata oggi dall’Italia, che vede la presenza di ben 1100 militari italiani. Sulla politica estera, che poteva essere un pericoloso inciampo nella vita del governo dopo gli attentati di Parigi e con un’Europa profondamente divisa sulla risposta comune, Renzi considera la sua strategia la migliore tra quelle in campo. È stato giusto essere prudenti, è stato corretto mettere in campo l’idea di collegare risorse per la sicurezza e la cultura. «L’Italia è tornata», dice Renzi. «Ora siamo protagonisti a Vienna sulla Siria e a Roma e New York sulla Libia. Prima eravamo tagliati fuori»
DISCORSO FINE ANNO MATTEO RENZI: LE PRIORITÀ DEL 2016
Il vero test per il governo sarà però il referendum costituzionale. Sarà l’esame decisivo, un giudizio su una riforma sul quale il premier si è giocato la sua stessa credibilità. Una bocciatura eventuale significherebbe uno stop a tutta l’azione dell’esecutivo. Per questo, già dalla Leopolda, Renzi e i suoi più stretti collaboratori hanno indicato quel passaggio come la priorità nell’agenda del nuovo anno. Il 2016 dovrebbe poi aprirsi a fine gennaio con un rimpasto nell’assetto della squadra di governo e probabilmente anche della segreteria del Partito democratico. Renzi però preferisce “nicchiare” sul tema, da sempre infastidito sui dibattiti sul toto-nome.
Ma ci sarà anche il capitolo Ue, fondamentale per il premier che da tempo rivendica una correzione di rotta delle politiche comunitarie, in modo che possano essere indirizzate verso la crescita. Da tempo Renzi rivendica di poter ottenere quella “flessibilità” richiesta, seppur nel rispetto dei parametri e dei vincoli di bilancio, grazie alle riforme portate avanti a Roma.
Diversi i temi che saranno però analizzati nella conferenza di fine anno: dal Prodotto interno lordo tornato a crescere, ai risultati rivendicati sul fronte lavoro con il Jobs Act, passando per la nuova legge elettorale (l’Italicum) che «eviterà in futuro scenari di frammentazione alla spagnola». Senza dimenticare l’abolizione della tassa sulla casa rivendicata con la legge di stabilità appena approvata in via definitiva dal Parlamentato. Certo, non mancheranno i passaggi sul caso Banche, oltre che sull’emergenza Smog che ha travolto la penisola e le principali città italiane.
DISCORSO FINE ANNO MATTEO RENZI E L’AGENDA 2016: IL NODO DELLE AMMINISTRATIVE
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Renzi dovrà poi affrontare i nodi delle candidature per le Amministrative. Se a Milano il candidato verrà scelto con le primarie del 7 febbraio tra Sala, Majorino, Balzani (i principali sfidanti, ndr), non mancano le incognite tra Roma e Napoli. Per Renzi però la tornata elettorale non sarà uno spartiacque per l’esecutivo. Non è un caso che da tempo il presidente del Consiglio provi a ridimensionare l’impatto delle urne, con non poche ombre per il Partito democratico.