Dna di Hitler, è caccia ai suoi discendenti
14/09/2009 di Teresa Scherillo
In Belgio, un funzionario di dogana e un giornalista sono riusciti a decifrare le informazioni genetiche del dittatore tedesco. Un segreto che non era mai stato rivelato prima e che ora permette di identificare anche tutti i suoi familiari.
“Hanno deciso insieme di non avere figli per estinguere la razza”. Districandosi fra il suo albero genealogico, analizzando mozziconi di sigarette abbandonati in un paesino della Bassa Austria, un fazzolettino usato in un fast food di New York o i francobolli ritrovati sulle lettere inviate più di trent’anni fa dal nord della Francia, Jean-Paul Mulders che scrive sull Het Laatste Nieuws è riuscito a rubare con l’aiuto di Marc Vermeeren , storico e genealogista amatore, nonché in possesso di più di 500 biografie e 20.000 documenti su Hitler, dei campioni di Dna ai presunti parenti del Führer e ne ha già individuato 39. Vivi.
LA FAMIGLIA – Tra i pronipoti del padre di Hitler, Alois, alcuni si nascondono a Long Island sotto il falso nome di Stuart-Houston. Due dividono una casetta di legno a East Patchogue lavorando come giardinieri, un altro è uno psicologo in pensione e aiuta i veterani del Vietnam a East Northport. Il quarto fratello era agente di polizia di New York, ma morì in servizio nel 1989. Non si conoscono foto di queste persone a parte quelle che essi fecero negli anni ’70. Non hanno relazioni con nessuno, nessuno dei vicini li conosce. Non rispondono se qualcuno bussa alla loro porta. In poche parole, evitano qualsiasi confronto con il loro passato.
I RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE – Era il 1978 e nel film diretto da Franklin J. Schaffner, veniva narrato del famigerato medico nazista Josef Mengele, il quale, rifugiatosi in Brasile dopo il conflitto mondiale e finanziato da una potente organizzazione di camerati nazisti, creava 94 cloni di Adolf Hitler, dati in affidamento e allevati da diverse famiglie residenti in paesi del Nord Europa e del Nord America. Nel film, tratto dal romanzo omonimo di Ira Levin, prima che il dittatore tedesco morisse, Mengele aveva prelevato di persona un suo lembo di pelle e un campione di sangue. I genitori che avevano cresciuto inconsapevolmente i piccoli cloni di Hitler erano stati scelti in base a specifiche caratteristiche: tra i due coniugi c’era una notevole differenza d’età, il padre, assente e tirannico verso il bambino mentre la madre era affettuosa ed amorevole. Questo rispecchiava l’indole degli autentici genitori di Hitler. Mengele affidava poi ad alcuni sicari il compito di eliminare tutti gli uomini non appena i cloni raggiungevano i 14 anni di età entro la primavera del 1977. Il dittatore, nato nel 1889, perse il padre nel 1903. Il sogno del folle dottore era di ricreare esattamente le condizioni in cui venne a trovarsi il giovane Hitler all’inizio del Novecento. Si augurava insomma, che uno dei 94 ragazzi potesse diventare il nuovo Führer e guidare la Germania verso il Quarto Reich. Mengele, però, durante l’attuazione del progetto, venne abbandonato dai potenti ma non persuasi fiancheggiatori e rintracciato negli Stati Uniti da un vecchio e tenace cacciatore di nazisti sarebbe morto in una fattoria americana in Pennsylvania.
SETTE GIORNI E SETTE NOTTI – Ma torniamo alle scoperte dei nostri ricercatori. “Dopo giorni di appostamenti esposti alle intemperie, noi eravamo lì, pronti con guanti di latex, pinze e borse di plastica, per raccogliere la salvietta di carta con la quale il fratello maggiore fra gli Stuart-Houston, si era appena pulito la bocca dal grasso di un pollo consumato in un drive-in”. Oggi il codice genetico del dittatore e i campioni di Dna dei suoi parenti vivi sono conservati gelosamente in una banca. Nella Bassa Austria, invece, gli Hitler non si sono complicati più di tanto la vita. Hanno solo cambiato una lettera al cognome, diventando Hüttler e sperando così di camuffarsi fra le centinaia di Hietlers, Hiedlers, Hütlers o Hüetlers che riempiono gli elenchi telefonici. Proprio Vermeeren, ha trascorso anni peregrinando tra le fattorie della famiglia del Führer e conosce a memoria tutti gli archivi parrocchiali, tanto da non farsi scappare nessun certificato di nascita, compreso un documento del 1457 che già individuava in quella zona dell’ Austria tutti gli Hytler. “Tutti gli Hüttler che vivono nella regione del Waldviertel sono discendenti lontani di Hitler e molti nemmeno lo sapevano. Gli uomini hanno tutti lo stesso cromosoma Y. Non importa se non passati cento o mille anni, niente si perde”. La chiave delle sue ricerche è seguire l’ impronta genetica di detto cromosoma, l’unico che i maschi ereditano solo per via paterna. Solo così si può sapere con precisione se due uomini appartengono alla stessa linea genealogica.
IL PASSATO E’ PASSATO – “E che colpa hanno i suoi discendenti?”. Qualcuno se lo chiede nello spazio dei commenti, dedicato a questa notizia. “Pensano di farci un reality con quelli?”. E c’è chi addirittura ci vede un messaggio di odio razziale. Una ossessione tra chi li cerca e chi è costretto a vivere con la paura di essere scoperto.Gli Stuart-Houston, intanto, hanno promesso di scrivere un libro prima di morire. Chissà che questa volta non si riesca a farne un film meno fantasy. E visto che quando c’è di mezzo il Führer, le leggende fioccano che è una bellezza.